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“La politica torni a fare il suo lavoro”

Antenne Migranti lancia il sito sull’attività di monitoraggio lungo la rotta del Brennero. La portavoce Federica Dalla Pria: “Accogliere i fuori quota, basta giochetti”.
Sito
Foto: Screenshot

Controcanto alle retoriche militanti anti-straniero e occhio vigile sull’operato delle istituzioni: da più di due anni Antenne Migranti porta avanti il progetto di monitoraggio della situazione dei migranti nelle stazioni e nelle città sulla linea Verona-Brennero, sostenuto dalla Fondazione Langer e da un contributo di Open Society, in collaborazione con l’ASGI - Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione.

La novità è che da qualche giorno è attivo anche un sito web dedicato, per documentare - attraverso report, articoli, comunicati e rassegna stampa -, episodi di mancata accoglienza, ma in generale l'attività “finalizzata ad osservare, e ove possibile prevenire, eventuali violazioni dei diritti dei migranti; fornire supporto in termini di orientamento e accesso alle informazioni al fine di una scelta consapevole; raccogliere i bisogni dei migranti in modo da poter sensibilizzare e stimolare le istituzioni rispetto alle problematiche esistenti. Inoltre, scopo del monitoraggio è quello di aprire un dialogo sui temi dell’accoglienza e della libertà di movimento con tutti gli attori coinvolti, per contribuire alla diffusione di modalità maggiormente rispettose dei diritti umani”, come si legge sul nuovo sito, una piattaforma a cui il gruppo di attivisti ha cominciato a lavorare la scorsa estate e che è stata lanciata durante le festività natalizie.

“Il sito permette di avere maggiore possibilità di diffondere informazioni sui temi da noi trattati, e arrivare anche a quelle persone che non hanno Facebook per esempio, inoltre permette di sistematizzare tutti i vari contributi” dichiara a salto.bz Federica Dalla Pria, portabandiera di Antenne Migranti. 

 

Il vizio della speranza

 

L'inizio del nuovo anno è un’occasione per delineare la roadmap e snocciolare auspici, uno su tutti: tornare in tutta Europa e nel mondo a rispettare i diritti umani e a non calpestarli come da sempre avviene - ancor di più in questi ultimi 3 anni e nel 2018 in particolare, osserva Dalla Pria. “Mi auguro - dice - che la politica torni, o meglio inizi, a fare il suo lavoro; una Politica con la P maiuscola, nel senso alto del termine, che abbia capacità di lungimiranza e di costruire una società equa e giusta. Spero inoltre in una mobilitazione trasversale che si opponga alla legge Salvini e alle sue conseguenze, attraverso ad esempio iniziative di accoglienza diffusa per titolari di permesso umanitario (casi speciali e protezione speciale), per titolari di protezione sussidiaria o asilo finiti in strada per conclusione del progetto, per chi ha diritto all’accoglienza ma questo diritto gli viene negato (i cosiddetti fuori quota)”.

Mi auguro che la politica torni, o meglio inizi, a fare il suo lavoro, una Politica con la P maiuscola, nel senso alto del termine, che abbia capacità di lungimiranza e di costruire una società equa e giusta

Per la coordinatrice di Antenne Migranti occorre anche il supporto attivo della popolazione, “mettere a disposizione in prima persona il proprio tempo o un alloggio, per esempio”, e serve una riscoperta della solidarietà e dei legami sociali verso tutti coloro che si trovano in condizioni di marginalità sociale, senza distinzioni. Un altro auspicio è che le città, i comuni, “continuino nella loro lotta contro le misure della legge Salvini e a livello europeo nel sostenere la cultura dell’accoglienza e che si crei una rete dal basso di cittadini solidali sempre più vasta che possa permeare l’Europa e condurre una inversione di rotta rispetto a quella presa da molti governi e parti delle società europee”.

 

Il capitolo Bolzano

 

Il mondo del volontariato chiede da tempo, a tamburo battente, l’accoglienza per i migranti fuori quota sul territorio altoatesino. Un appello che si rinnova anche nel 2019: “Basta con questo giochetto che va avanti da anni, e per la precisione dal 2014, di negare e/o procrastinare per mesi e mesi l’accoglienza agli ‘arrivi territoriali’ - ovvero chi non giunge tramite sbarchi ma per altre vie - che fanno la loro prima domanda di asilo in Italia, a Bolzano. Si tratta di persone che hanno diritto all’accoglienza, punto. Se hanno commesso qualche reato o ci sono problemi di sorta è doveroso che si facciano tutte le verifiche del caso ma solo dopo che la persona è stata accolta, così come prevede la legge”, chiosa Dalla Pria.

Basta con questo giochetto che va avanti da anni, e per la precisione dal 2014, di negare e/o procrastinare per mesi e mesi l’accoglienza agli ‘arrivi territoriali’

Fino al 20 dicembre scorso sono stati registrati nel capoluogo altoatesino 180 migranti singoli, di sesso maschile. Oggi sono 10/15 di meno dal momento che negli ultimi dieci giorni ci sono stati degli ingressi in quota che hanno interessato anche 30 persone che fanno parte dei nuclei famigliari accolti all'ex Lemayr di Bolzano, che dall’estate scorsa è una specie di “centro di transito”, spiega infine Dalla Pria.