Silvio Berlusconi
Foto: Südtirolfoto/Othmar Seehauser
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Ma è ancora a piede libero?

Berlusconi si candida alle europee: quando gli incubi non finiscono mai.
Tra le innumerevoli sciagure che si stanno abbattendo sull’Italia, il 16 gennaio è arrivato pure l’annuncio della candidatura di Silvio Berlusconi alle elezioni europee del 26 maggio 2019. Il semplice fatto che il fondatore di Forza Italia sia ancora munito di passaporto lascia basito qualunque osservatore straniero che non abbia dimestichezza con la giustizia penale nel nostro paese. E poiché, si dice, gli italiani hanno la memoria corta, proviamo a ripercorrere le tappe principali del curriculum giudiziario del noto benefattore di Arcore.
Nel 1990 Silvio Berlusconi viene condannato dalla Corte d’Appello di Venezia per aver giurato il falso a proposito della sua iscrizione alla loggia massonica P2, ma il reato è estinto dall’amnistia del 1989.
Nel 1998 viene condannato in primo grado a 2 anni e 9 mesi per aver pagato tangenti alla Guardia di Finanza al fine di ammorbidire i controlli fiscali sulle sue società, in appello gli vengono concesse le attenuanti generiche facendo così scattare la prescrizione (va ricordato che l’Italia è l’unico paese occidentale oltre alla Grecia dove la prescrizione non decade una volta iniziato il dibattimento in tribunale).
Poiché, si dice, gli italiani hanno la memoria corta, proviamo a ripercorrere le tappe principali del curriculum giudiziario del noto benefattore di Arcore.
Sempre nel 1998 viene condannato in primo grado a due anni e 4 mesi per aver versato 22 miliardi di lire a Bettino Craxi attraverso la società estera della Fininvest All Iberian, condanna prescritta in appello.
Nel 2001 un secondo troncone del processo All Iberian lo vede imputato di falso in bilancio, per cui tra il 1989 e il 1996 sarebbero transitati nella società estera (che si avvale di un sistema occulto di almeno 64 società offshore) all’incirca 775 milioni di euro per finanziare operazioni illecite come la corruzione di magistrati e il finanziamento illecito ai partiti. Ma poiché nel 2003, durante il secondo governo Berlusconi, il Parlamento depenalizza il falso in bilancio, il processo termina con l’assoluzione perché il fatto non costituisce più reato.
Poi c’è il Lodo Mondadori. Nella lunga e complessa vicenda processuale scaturita dalla lotta tra il gruppo CIR-De Benedetti e Fininvest-Berlusconi per il controllo della Mondadori, nel 1990 un lodo arbitrale riconosce a De Benedetti la proprietà della casa editrice. La sentenza di appello riconsegna Mondadori a Fininvest, ma nel 1995 la magistratura di Milano accusa l’avvocato e braccio destro di Berlusconi Cesare Previti di aver comprato quella sentenza. Secondo gli inquirenti, nel 1991 All Iberian versa 2.732.868 dollari su un conto estero di Previti che giustifica il versamento come compenso per semplici servizi e prestazioni professionali. Pochi mesi dopo, attraverso l’intermediazione di un altro avvocato Fininvest Attilio Pacifico, 400 milioni di lire vengono consegnati in contanti al giudice Vittorio Metta, che guarda caso è membro della sezione civile della Corte di Appello di Roma che emette la sentenza sul Lodo Mondadori favorevole a Fininvest e che successivamente si dimette dalla magistratura per iniziare una collaborazione come avvocato proprio con lo Studio Previti. La sentenza definitiva della Cassazione condanna Cesare Previti e Attilio Pacifico a 1 anno e 6 mesi e l’ex giudice Vittorio Metta a 2 anni e 9 mesi (per chi non lo ricordasse, Previti nel 1994 viene proposto da Berlusconi come Ministro di Grazia e Giustizia, proposta respinta al mittente dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro). E Berlusconi? La sentenza di appello gli riconosce le attenuanti generiche e poiché i fatti risalgono al 1991, il reato viene prescritto. Tuttavia nel 2013, al termine della causa civile connessa, la Cassazione condanna il gruppo Fininvest a risarcire il gruppo CIR per una somma di 494 milioni di euro.
Prima o poi anche questo tragico capitolo di storia italiana finirà. Ma non avverrà né per un moto di repulsione della maggioranza degli elettori, né per le innumerevoli condanne che in qualsiasi paese civile si sarebbero abbattute su un simile personaggio.
Poi c’è il caso Mills. David Mills, un consulente per la finanza estera inglese della Fininvest, finisce a processo con l’accusa di aver ricevuto 600.000 dollari per testimoniare il falso nei processi sulle responsabilità di Berlusconi riguardanti le attività finanziarie estere del suo gruppo, lo stesso Berlusconi viene processato per corruzione in atti giudiziari. Mills viene condannato in primo e secondo grado ma nel 2010 la Cassazione dichiara prescritto il reato. Il processo a Berlusconi, invece, viene prima fermato in seguito all’approvazione nel 2008 del Lodo Alfano (che sospende i processi penali nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato) per poi proseguire nel 2009 dopo che la Corte Costituzionale dichiara il Lodo Alfano incostituzionale. Tuttavia, nel 2005 il Parlamento a maggioranza berlusconiana ha casualmente approvato la legge ex Cirielli che riduce da 15 a 10 anni i termini di prescrizione per il reato di corruzione in atti giudiziari. E così nel 2012 anche questo processo finisce prescritto.
 
Poi c’è il caso Dell’Utri. Marcello Dell’Utri, stretto collaboratore di Berlusconi fin dal 1974, nel 1982 diventa amministratore e successivamente presidente di Publitalia (la società di raccolta pubblicitaria della Fininvest) e nel 1984 amministratore delegato della stessa Fininvest. Nel 1974 Dell’Utri fa assumere Vittorio Mangano, mafioso pluriomicida che ai tempi è già oggetto di numerosi procedimenti penali per truffa aggravata, lesioni volontarie e tentata estorsione, presso la Villa San Martino ad Arcore di Berlusconi (Paolo Borsellino, due mesi prima di morire, definisce Mangano “testa di ponte dell’organizzazione mafiosa nel Nord Italia”). I stretti rapporti di Dell’Utri con Cosa Nostra vengono accertati dalla Procura di Palermo e confermati nel 2014 dalla condanna definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado si legge che Dell’Utri “ha intrattenuto a partire dalla metà degli anni Settanta sino alla fine degli anni Novanta rapporti diretti e personali con esponenti di spicco di Cosa Nostra [la Cassazione retrodata la cessazione di questi rapporti al 1992] e ha altresì svolto, nello stesso periodo, un’intensa e costante attività di mediazione tra questi e Silvio Berlusconi, attività di mediazione volta […] a sostenerne l’attività imprenditoriale e politica, in cambio di cospicue somme di denaro, che lo stesso Dell’Utri provvedeva a versare nelle casse di Cosa Nostra, così contribuendo a consolidare il potere del sodalizio criminale.” Va ricordato che nel 1993 Dell’Utri fonda Forza Italia insieme a Berlusconi, che nel 1996 viene eletto deputato, nel 1999 parlamentare europeo e nel 2001 senatore della Repubblica.
Poi c’è il caso Ruby. Karima El Marhroug detta Ruby, prostituta minorenne marocchina con assidue frequentazioni delle famose cene eleganti di Berlusconi, nel 2010 viene arrestata a Milano per il furto di 3.000 euro. Priva di documenti, viene portata in questura dove si accerta la sua minore età. Il magistrato di turno dispone quindi l’affidamento a un centro di accoglienza per minorenni, al che Berlusconi, che in quel momento si trova a Parigi, telefona personalmente al capo della Polizia per chiederne la liberazione con la motivazione che si tratterebbe della nipote di Mubarak, il Presidente egiziano. E siccome è convinto in buona fede che si tratti della nipote di Mubarak, a prenderla in questura Berlusconi manda la consigliera della Regione Lombardia Nicole Minetti, altra assidua frequentatrice delle note cene eleganti, che la riporta immediatamente a casa di una prostituta brasiliana con cui Ruby convive. Berlusconi finisce a processo sia per favoreggiamento della prostituzione minorile che per abuso d’ufficio. E viene assolto perché secondo i giudici non è ravvisabile una condotta costrittiva nei confronti del capo della Polizia e perché Berlusconi non sarebbe stato a conoscenza dell’età minore della ragazza. Ma poiché secondo la Procura di Milano Berlusconi avrebbe versato circa 10 milioni di euro tra bonifici, assegni circolari, rate di affitto, spese mediche e pagamenti in contanti ad almeno 13 ragazze che frequentavano le cene di Arcore per comprare il loro silenzio, l’incorreggibile filantropo viene nuovamente inquisito per corruzione in atti giudiziari. Il processo è ancora in corso.
A voltarsi indietro, non si può che provare vergogna. Noi c’eravamo. E non fummo capaci di impedirlo.
Infine, nel 2013 la condanna definitiva a 4 anni (di cui 3 condonati dall’indulto) per frode fiscale legata alla compravendita di diritti televisivi, inchiesta nata da un filone del processo All Iberian. La legge Severino lo rende incandidabile per 6 anni. Ovvero, fino al 2019.
Per ben tre volte la maggioranza degli elettori italiani ha portato quest’uomo alla Presidenza del Consiglio. Le vicende processuali? Inezie. Già condannato in via definitiva per frode fiscale e quindi tecnicamente pregiudicato, Matteo Renzi non esitò a incontrarlo nella sede del PD per concordare niente di meno che la riforma della Costituzione. Dopo le elezioni del 4 marzo 2018, Sergio Mattarella lo ricevette al Quirinale come un normale segretario di partito. E in tutti questi anni, Forza Italia non ha mai smesso di far parte del Partito Popolare Europeo, il gruppo europeo dei Democratici Cristiani dai solidissimi e inscalfibili valori morali.
Prima o poi anche questo tragico (e a tratti inverosimile) capitolo di storia italiana finirà. Ma non avverrà né per un moto di repulsione della maggioranza degli elettori, né per le innumerevoli condanne che in qualsiasi paese civile si sarebbero abbattute su un simile personaggio. Avverrà solamente per esaurimento della sua forza propulsiva, scavalcato e rimpiazzato, ormai ottuagenario, da destre xenofobe e nazionaliste che lui stesso sdoganò in quella sciagurata primavera del 1994. A voltarsi indietro, non si può che provare vergogna. Noi c’eravamo. E non fummo capaci di impedirlo.
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kurt duschek Sa., 02.02.2019 - 15:49

....siamo la coppia più bella del mondo! Una bellissima canzone italiana famosa nel mondo! Purtroppo, combinando la foto dell'articolo con il testo della canzone, li bisognerebbe cambiare il testo della canzone.

Sa., 02.02.2019 - 15:49 Permalink
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Peter Gasser Sa., 02.02.2019 - 16:49

oh mein Gott... ich stand damals mit meinem Fotoapparat- unerkannt - auf dem Presse-Podest 20 Meter direkt vor der Bühne ... was war das für ein beängstigendes Spektakel!... und was für 2 Fotos:
Ich habe da noch ein viel Besseres ... ;-)
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Ja, das Volk, es folgt halt den Rattenfängern.
Berlusconi kam fast 40 Minuten zu spät, die Zeit gefüllt mit nationaler Musik, dann tritt ER auf, erzählt rührselig von seiner Mamma - und dann: "E noi siamo il primo governo, che non vi tira fuori i soldi dalla tasca, peró vi li mette dentro!"
Ich dachte, darauf wird es BUH-Rufe geben, aber weit gefehlt: der ganze "SIEGES"platz applaudierte.
Unglaublich, nicht wahr?
Ja, das Volk, es folgt halt den Rattenfängern.

Sa., 02.02.2019 - 16:49 Permalink
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alfred frei So., 03.02.2019 - 11:58

Berlusconi - Renzi - Salvini; das wahre Problem sind die Milionen Italiener die dieser Seilschaft ihr Vertrauen und ihre
Stimme schenken und die vielen Tugendhaften die zur Seite schauen.

So., 03.02.2019 - 11:58 Permalink
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Frei Erfunden Mo., 04.02.2019 - 13:52

um es nochmals in Worten zu fassen:

Die Südtiroler Volkspartei regiert mit LEGA und die Südtiroler Volkspartei (Kürzel SVP) kandidiert mit FORZA ITALIA.

An alle Südtiroler: es gibt auch andere Parteien (die für den Wähler zur Wahl stehen).

Mo., 04.02.2019 - 13:52 Permalink
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Franz Hilpold Do., 07.02.2019 - 01:15

Danke für die Zusammenstellung der Straftaten. Es sind so viele, dass es fast unmöglich ist eine komplette Liste zu erstellen. Und das geht alles durch. Das ist schon erstaunlich.

Do., 07.02.2019 - 01:15 Permalink