Politik | Accoglienza

“Sicurezza, un decreto monco”

Caramaschi torna a criticare le norme di Salvini. “Senza rimpatri avremo un problema di ordine pubblico”. Sociale, banco di prova per Andriollo, assessore “in rodaggio”.
Caramaschi
Foto: Salto.bz

“Un assessore in prova? No, in rodaggio”. Renzo Caramaschi è pronto a valutare sul campo Juri Andriollo, scelto dal Pd - ma non da lui - come nuovo assessore al posto di Sandro Repetto. Il sindaco lo giudicherà dai fatti, facendolo partire senza tutte le deleghe del collega Pd. “Mi terrò il patrimonio e lui comincerà con sociale e cultura, che già richiedono un grandissimo impegno. Se riuscirà ad accelerare gli restituirò la prima delega”. Il sociale in particolare sarà da subito il banco di prova. Il sindaco è preoccupato per le conseguenze del decreto sicurezza, appena convertito in legge. “Senza i rimpatri - avverte - la normativa è monca. E il Comune non darà alloggio a tutti gli esclusi dall’accoglienza”.

 

Assessore senza una delega

Da settimane il sindaco ripete che il nuovo assessore dovrà essere “stakanovista” alla pari di Repetto, che ieri ha partecipato alla sua ultima riunione di giunta comunale. “L’ho ringraziato molto - afferma -, è stato sempre presente a qualsiasi ora, anche di notte e di sabato e domenica, per le urgenze dell’accoglienza e del sociale”. 

Dopo le dimissioni del consigliere provinciale attese questa mattina, toccherà alla surroga da sottoporre al consiglio comunale, che recherà l’attribuzione delle competenze decisa dal primo cittadino. “Faremo prima di Natale” aggiunge Caramaschi. Il primo cittadino chiarisce che non sarà “un rimpasto di giunta”, ma che qualche modifica alle deleghe ci sarà. “Nella prima fase dovrà dedicarsi anima e corpo - sottinteso, il successore di Repetto, a cui all’inizio allude con “quello là” - a sociale e cultura. Dovremo occuparci dei senzatetto e della nuova sede dell’Emergenza freddo, così come del contributo ad Assb”.

La surroga di Andriollo avverrà prima di Natale. Comincerà con le deleghe su sociale e cultura, che sono già un impegno gravoso. Poi se sarà capace gli restituirò il patrimonio. Ma dovrà accelerare

Intanto Caramaschi terrà per sé il patrimonio. “Se vedrò che prende il ritmo giusto glielo restituirò - aggiunge -. Ma uno che sale in auto non può partire dalla formula 1. Il lavoro del consigliere è diverso e mi aspetto che risponda a un lavoro gravoso. Anche alle mie telefonate tre volte al giorno”. 

 

Il decreto di Salvini

La preoccupazione del sindaco è rivolta al decreto sicurezza, convertito in legge mercoledì scorso dal Parlamento e pronto alla promulgazione. Caramaschi teme che eliminando lo Sprar (l’assistenza a livello territoriale) e abolendo la protezione umanitaria, il testo decreti la fuoriuscita di centinaia di persone dai programmi di accoglienza, lasciandole in città senza cibo e alloggio. Un eventualità a cui il Comune capoluogo non intende rispondere con le proprie forze. 

Le espulsioni dall'accoglienza senza i rimpatri diventeranno un problema di ordine pubblico. Non spetta al Comune risolverlo, ma allo Stato, alle forze dell’ordine. Di sicuro non do da dormire a tutti quelli che si troveranno in strada, l'Emergenza freddo è per i senzatetto

“Questo potrebbe diventare un problema di ordine pubblico, un problema che non spetta al municipio risolvere, ma allo Stato, alle forze dell’ordine. Di sicuro non do da dormire a tutti quelli che saranno espulsi dall’accoglienza, visto che sui rimpatri non si è fatto abbastanza. Nell’Emergenza freddo c’è posto solo per i senzatetto. Appena uscirà il testo definitivo in Gazzetta ufficiale - conclude il sindaco - lo leggerò a fondo e chiederò un incontro a prefetto e questore per capire come intendono muoversi”.