Politik | Terrorismo

Nuovo presidente e nuova richiesta di grazia

Dopo ampia discussione in aula il consiglio provinciale si è oggi nuovamente pronunciato per un atto di clemenza nei confronti degli ex attivisti sudtirolesi.

La mozione presentata da Süd-Tiroler Freiheit è stata approvata con 27 sì, 6 no e 1 astensione, ma solo nella parte deliberativa. Le sue premesse sono state infatti bocciate con 23 no, 10 sì ed 1 astensione

La discussione in aula ha visto in particolare la contrapposizione tra due tesi. Quella 1) delle opposizioni di lingua tedesca, volte a promuovere le azioni compiute dagli attivisti quale unica soluzione possibile, e quella 2) più cauta del presidente della giunta provinciale. Arno Kompatscher avrebbe preferito che, prima di una presa di posizione formale, si creassero le condizioni per un colloquio preventivo e personale con il nuovo capo dello stato.

Nel dialogo tra i vari consiglieri provinciali Sven Knoll di Süd-Tiroler Freiheit ha invitato a considerare la questione anche dal punto di vista umano, visto che tutti gli ex terroristi sono di fatto oggi “anziani a cui è consentito di tornare in patria solo da morti”.  
Alessandro Urzì di Alto Adige nel Cuore ha invece invitato i presenti ad “abbandonare il romanticismo”, ricordando che "nessuno degli ex attivisti ha mai chiesto la grazia né si è pentito delle proprie azioni”. 
Dal canto su Hans Heiss dei Verdi ha detto di capire le motivazioni dei giovani di allora ma di non condividere la mozione che “definisce la colpa in modo unilaterale”. 

Più dure le posizioni espresse rispettivamente da Ulli Mair dei Freiheitlichen e Myriam Atz Tammerle di Süd-Tiroler Freiheit. 
Ulli Mair ha sottolineato che gli attivisti agirono in quel modo “perché non c’era altro da fare”. 

“Le minoranze tedesca e ladina erano discriminante da un terrorismo statale, e la situazione di allora va considerate. nessuno sa quali attentati sono stati veramente eseguiti dagli attivisti e quali eseguiti dai servizi segreti e poi attribuiti agli attivisti.”

La consigliera dei Freiheitlichen è arrivata anche ad affermare che “tutti che gli attentati non erano rivolti agli italiani di qui, ma a favore di tutta la popolazione dell’Alto Adige”. 

Dal canto suo Atz Tammerle ha ribadito la versione ufficiale degli indipendentisti sudtirolesi secondo i quali “non si è trattato di terroristi, ma di combattenti per la libertà costretti ad agire in situazione di emergenza”. Aggiungendo che “gli attivisti non hanno mai voluto consapevolmente uccidere, ma si sono mossi perché ci fossero delle trattative, e noi abbiamo al nostra Autonomia grazie a loro”. 

Brigitte Foppa dei Verdi ha quindi detto di non essere contraria alla grazia ma di considerare mistificante la definizione di la definizione 'Freiheitskämpfer/combattenti per la libertà'
Alla consigliera Foppa ha quindi replicato Bernhard Zimmerhofer di Süd-Tiroler Freiheit, rinfacciando ai Verdi di essersi recentemente opposti all’estraduizione di un simpatizzante dell’ISIS.