Chronik | Street art

Bolzano ricorda la bellezza

In via Roen il primo grande murales sulla facciata di un edificio. L’artista Egeon: “Messaggio di positività”. L’assessore Gennaccaro: “Apripista per opere future”.
Murales
Foto: Salto.bz

Go big or go home. In questo scorcio di città, all’incrocio fra via Roen e via Duca d'Aosta, sembra quasi di essere a New York, a Roma, o a Berlino. È qui che Matteo Picilli, in arte Egeon, ha fatto della facciata di un condominio di 7 piani la sua tela su strada realizzando un enorme murales, il primo di queste dimensioni nel capoluogo, che ha intitolato “Ricorda la bellezza”.

 

 

Il giovane street artist di Bronzolo ha ricreato il peculiare effetto dell’acquarello utilizzando per dipingere oltre ai classici strumenti del caso, rulli e pennelli, anche una scopa. L’opera, che ha richiesto una settimana di lavoro, raffigura una donna che guarda una luce che emerge da una dimensione oscura, “è un messaggio di speranza e di positività per le nuove generazioni, per cui spesso si profila un futuro negativo”, spiega Egeon, “sono particolarmente felice che il murales abbia preso vita in questa zona perché ci sono diverse scuole, e spero che i ragazzi passandoci davanti ne colgano e assimilino il senso. In ogni caso ci tengo che la mia arte possa arrivare a un pubblico vasto senza distinzione di età, cultura, appartenenza linguistica”.

Il progetto, presentato oggi (7 dicembre) ai giornalisti, ha incassato il sostegno della Provincia con un contributo di 3.300 euro per i costi vivi - come spiega la responsabile Marisa Giurdanella, direttrice dell’Ufficio cultura italiana -, e del Comune di Bolzano con 1.450 euro. “Come presidente della Commissione giovani - afferma Tobe Planer dei Verdi - sono davvero soddisfatto perché finalmente anche a Bolzano ora c’è un’intera facciata di una casa dedicata alla street art, un obiettivo che ci eravamo prefissi già da anni con il progetto Murarte. Spero che in futuro se ne possano vedere di più”. L’intenzione dell’amministrazione comunale viaggia del resto in questa direzione, conferma l’assessore Angelo Gennaccaro: “Quando Egeon ci ha mostrato il bozzetto dell’opera la prima volta ci siamo entusiasmati e dati da fare per trovare un luogo adatto per il murales. Vogliamo che faccia da apripista e stiamo pensando a un bando ad hoc per dare la possibilità a giovani artisti di esprimersi sulle pareti della nostra città”.

 

 

Non tutto però è filato liscio in fase di progettazione. “Egeon aveva individuato una casa popolare a Don Bosco dove collocare l’opera murale - chiosa Gennaccaro - ma l’Ipes non ha concesso l’autorizzazione e anche il consiglio di quartiere si è opposto. Dobbiamo riuscire a superare certi scetticismi. Mi piace pensare che le persone possano fermarsi un attimo davanti a questo murales, alzare lo sguardo e ammirare tanta bellezza”. Cosa, questa, in effetti già documentata. “Quando Matteo era a 20 metri da terra a lavorare sulla facciata - racconta Anna Bernard che ha seguito la produzione e il management del progetto - ho visto grande curiosità e un interesse sincero da parte dei passanti. Il bello della street art è che è una forma espressiva che più di altre è sinonimo di inclusività”.