Chronik | La ricorrenza

Ricordare le foibe

Nel Giorno del ricordo che commemora tutte le vittime italiane e slave il leitmotiv è “no al negazionismo”. Il sindaco Caramaschi condanna ogni fanatismo politico.
Foibe - cerimonia
Foto: Carlo Vettori

Ieri, 10 febbraio, Giorno del ricordo, in molti hanno rivolto un pensiero alle persone che hanno perso la vita nelle foibe durante e dopo la Seconda guerra mondiale. “Non esistono martiri di serie A e vittime serie B. Non esiste un però per Auschwitz e un però a Basovizza. Sono criminali gli uni e sono criminali gli altri”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha partecipato, insieme al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e a vari esponenti politici (dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni) alla cerimonia solenne alla Foiba di Basovizza, sul carso triestino.

 

 

I negazionisti sono stati sconfitti dalla Storia, chi nega è complice di quello che è accaduto. Ci sono migliaia di vittime innocenti, uccise perché italiane. Rendere onore ai caduti è parte della nostra civiltà”, ha dichiarato Tajani dopo la deposizione delle corone d’alloro al Monumento della Foiba di Monrupino.

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella - che nel suo discorso di sabato si era prodigato in un’accorata difesa dell’Europa - ha telefonato al presidente emerito Giorgio Napolitano che tanto ha fatto per restituire alla memoria nazionale quei tragici eventi - si legge in una nota del Quirinale - e ha espresso “grande apprezzamento per la sua presidenza, verso cui va la doverosa riconoscenza degli italiani”. 

Diversi sono poi i commenti arrivati via social, come quello di Roberto Fico, presidente della Camera: “Quella delle foibe è stata una delle pagine più drammatiche della storia del nostro Paese. Una tragedia immane, che ha riguardato migliaia di donne e uomini, lesi nella loro dignità e privati dei loro diritti umani fondamentali L’istituzione del 'Giorno del ricordo' il 10 febbraio ha avuto il merito di aver portato alla luce orrori per troppo tempo taciuti e relegati nella dimensione privata degli esuli che, per molti anni, hanno portato da soli il peso di quei tragici eventi. Questa giornata risponde, quindi - conclude Fico -, a quell’imperativo morale e civile di coltivare e trasmettere la memoria. Solo mantenendo vivo il ricordo e alimentando la riflessione su quanto avvenuto al confine orientale del nostro Paese contribuiremo a costruire un futuro in cui simili tragedie non si ripetano mai più”. Su Twitter il governatore del Lazio ed esponente del Partito democratico Nicola Zingaretti ha sottolineato che “ricordare le Foibe, che sono parte integrante della storia del nostro Paese, significa rendere giustizia a chi morì solo perché italiano”.

Anche Bolzano ha celebrato la ricorrenza istituita nel 2004 per rinnovare la “memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Alla cerimonia sul Lungotalvera S.Quirino all'altezza di via Fiume, oltre a Giovanni Benussi, presidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia e a diverse autorità politiche, civili e militari, c’era il sindaco Renzo Caramaschi che, nel suo intervento, ha condannato ogni fanatismo politico. Per la prima volta anche a Laives si è svolta la commemorazione, e in un post Facebook il sindaco Christian Bianchi ha sottolineato l’importanza di questo appuntamento e il valore della memoria.