Kultur | RECENSIONE

THE HELP

UN LIBRO, UNA STORIA, LA STORIA
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“The Help” (in italiano “L’aiuto”) è un romanzo del 2009 scritto da Kathryn Stockett. È ambientato a Jackson, Mississippi, nei primi anni Sessanta. Il romanzo è scritto secondo i tre punti di vista delle tre protagoniste: una donna bianca e due donne afro-americane. I capitoli sono scritti in prima persona, rispecchiano la parlata delle tre donne e si alternano. La parte di Miss Skeeter, una giovane donna bianca, aspirante scrittrice, è scritta in maniera grammaticalmente corretta, secondo i costumi dei bianchi. La parte di Aibileen, cameriera afro-americana (solita a leggere ed a scrivere le proprie preghiere la sera), è scritta secondo la parlata comune degli afro-americani appartenenti alla sua classe sociale, una parlata ricca di abbreviazioni, errori di pronuncia o grammaticali, anche se un po’ più grammaticalmente corretta. La parte di Minny, anche lei cameriera afro-americana, è scritta in slang afro-americano. Skeeter (nomignolo di Eugenia Phelan) tornata a casa dopo essersi laureata, non trova la sua vecchia cameriera Constantine, che si era occupata di lei fin dall’infanzia, e sua madre (che crede che la sua laurea sia inutile e che dovrebbe solo pensare a sposarsi) le dice che si è trasferita a Chicago da parenti. Questo la rende molto sospettosa, perché essendo lei legata a Costantine, non crede che se ne sarebbe andata senza dirle nulla, anche perché nella sua ultima lettera le aveva detto che aveva una buona notizia da riferirle appena sarebbe tornata a casa. Ciò la porta a voler scrivere un romanzo per denunciare la situazione delle cameriere nere, trattate come esseri inferiori, come del resto la maggior parte degli afro-americani. Una dimostrazione di questo è una delle iniziative promosse da Hilly Holbrook, amica d’infanzia di Skeeter e figlia di Mrs. Walters, donna da cui era impiegata Minny e che lei aveva licenziato. Hilly crede che la cosa migliore per tutti sia che le cameriere abbiano un bagno separato all’esterno della casa, altrimenti potrebbero infettare il bagno dei bianchi con una delle loro malattie da neri. Aibileen Clark è una cameriera afro-americana impiegata nella casa di un’altra amica d’infanzia di Skeeter: Elizabeth Leefolt. Si occupa di ogni faccenda domestica e di Mae Mobley, la figlia dei Leefolt. Dalla morte di suo figlio Treelore in un incidente sul lavoro, vive sola. La donna accetta di raccontare la sua storia a Skeeter, non avendo nulla da perdere, e successivamente si impegna a cercare altre cameriere disposte a fare la stessa cosa, inclusa la sua cara amica Minny. Minny Jackson è una cameriera afro-americana molto sfrontata ed impulsiva, difetto che la porta a perdere più volte il lavoro. Dopo essere stata licenziata per l’ennesima volta, riesce a trovare lavoro presso la casa di Celia Foote. Donna sola, esclusa dalla vita cittadina da Hilly, perché sposata al suo ex-fidanzato, Johnny Foote. Minny viene inizialmente assunta in segreto, perché Celia vuole far credere al marito di saper gestire la casa da sola. Anche lei decide di raccontare la sua esperienza a Skeeter, pur avendo cinque figli ed un marito di cui prendersi cura. È un libro scritto in modo scorrevole anche se affronta tematiche pesanti, catapulta il lettore nella cittadina di Jackson negli anni Sessanta grazie alla sua autenticità. Racconta storie drammaticamente vere sulla situazione degli afro-americani in un periodo estremamente recente. Aiuta ad aprire gli occhi a chiunque lo legga, perché parla di persone come Hilly, che non si ritengono razziste, benché aborrano la possibilità di condividere qualunque cosa con una persona di colore. Grazie a questo romanzo si può riflettere sul vero significato del razzismo e su come esso sia distorto a seconda di ciò che conviene all’uomo bianco: come l’odierno pensiero che il movimento “Black Lives Matter” (“le vite dei neri contano”) sia del tutto inutile e che si dovrebbe invece dire “All Lives Matter” (“tutte le vite contano”). Consiglio caldamente questo libro, penso che leggerlo possa aiutarci ad ampliare il nostro campo visivo in modo da migliorare la nostra società.

ELENA SUCCI