Umwelt | La legge

“Un atto di inciviltà giuridica”

Stop alla proroga degli incentivi per le biomasse, 15 impianti rischiano la chiusura. Schullian (Svp): “Danno per l’ambiente, le imprese e i lavoratori”.
Manfred Schullian
Foto: Salto.bz

15 impianti a biomasse, biogas e bioliquidi rischiano di chiudere dopo lo stop alla proroga degli incentivi. “Una scelta irresponsabile” che causerà “enormi danni ambientali, economici e occupazionali” ha tuonato Francesco Boccia, deputato Pd, ieri (12 marzo) alla Camera. Secondo l’esponente del Partito democratico fra i 15 impianti ci sarebbe anche la Centrale termoelettrica Dobbiaco-San Candido - FTI.

 

Un passo indietro

 

Stando alla legge di Bilancio 2016 agli impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da biomasse, biogas e bioliquidi sostenibili che hanno cessato al 1 gennaio 2016, o avrebbero cessato entro il 31 dicembre 2018, di beneficiare di incentivi sull’energia prodotta, veniva accordato il diritto di usufruire di un incentivo fino al 31 dicembre 2021 o per cinque anni dal rientro in esercizio degli impianti. 15 sono stati gli stabilimenti che al 31 dicembre avevano chiesto al Ministero dello Sviluppo economico di far ripartire gli impianti o di potenziarli e che ora potrebbero essere chiusi o ridimensionati. Un emendamento alla legge Ue a firma della presidente della commissione Ambiente al Senato, Vilma Moronese (M5s), approvato a dicembre, cambia le carte in tavola.

Cambiare le regole del gioco a partita in corso è una palese violazione delle più elementari regole del diritto, oltre ad essere un danno per l’ambiente, per le imprese ed i lavoratori

Dura la presa di posizione della Svp, che condivide la linea del Pd: “L’abrogazione degli incentivi agli impianti a biogas, biomasse e bioliquidi previsto dalla Legge Europea è un atto di inciviltà giuridica - sostiene il presidente del gruppo Misto alla Camera, Manfred Schullian -. Cambiare le regole del gioco a partita in corso è una palese violazione delle più elementari regole del diritto, oltre ad essere un danno per l’ambiente, per le imprese ed i lavoratori. L’approvazione di questa norma - spiega Schullian - danneggia la competitività dell’Italia sul piano internazionale, perché ben difficilmente gli investitori esteri finanziano progetti in stati dove la certezza del diritto viene violata così palesemente”.