Umwelt | Il caso

Nuovo inceneritore a Bolzano?

Al vaglio della Provincia l’ipotesi di un impianto di trattamento termico per i fanghi. Fattor (Eco-Center): “Costruirlo nel capoluogo non è la soluzione ideale”.
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Foto: Claudio Campedelli

Un termovalorizzatore per lo smaltimento dei fanghi a Bolzano. L’idea, già bocciata dal Comune oltre un anno fa e ancora prima da Termeno, individuato come possibile sito per la realizzazione dell’impianto, torna sul tavolo anatomico in seguito a un’interrogazione dei Verdi provinciali, Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hans Heiss.

 

Tutto in casa

 

La quantità di fanghi che vanno smaltiti - per via della presenza di sostanze contaminanti come ormoni, medicinali e fitofarmaci - è di circa 52.000 tonnellate all’anno, circa la metà al momento è trattata nell’impianto di Tobl in val Pusteria (San Lorenzo di Sebato) e il restante 50% esportato fuori provincia, soprattutto in Lombardia. Per chiudere il ciclo dello smaltimento dei fanghi all'interno del territorio altoatesino, soluzione ritenuta più consona dalla Provincia, e anche per valutare le tecnologie di recupero del fosforo (recupero peraltro citato nella raccomandazione dell’Unione europea sull’economia circolare), nutriente assai importante per l’agricoltura contenuto nei fanghi, l’Agenzia provinciale per l’ambiente ha lavorato in concerto con l’Università per le scienze agrarie di Vienna (BOKU). In base a questi studi, afferma l’assessore Richard Theiner nella risposta all’interrogazione dei Verdi, una serie di principi andranno seguiti:

  • Il sito per la realizzazione dell’impianto di smaltimento è indicativamente individuato nel comune di San Lorenzo (ARA Tobl), anche in base alla disponibilità manifestata dal Comune attraverso il suo Sindaco, qualora le analisi tecniche e tecnico-ambientali non dimostrino una eventuale incompatibilità; 
  • i processi per lo smaltimento devono lasciare aperti possibili scenari per il recupero di sostanze di valore (in particolare il fosforo) contenute nei fanghi; 
  • il trattamento dei fanghi deve avvenire in impianti destinati esclusivamente a questa tipologia di rifiuti e vanno evitati miscelamenti con altri tipi di rifiuto; 
  • va ulteriormente analizzato un possibile smaltimento attraverso cementifici al di fuori della Provincia; 
  • vanno considerati anche i possibili trasporti e le metodologie di trasporto; 
  • la tecnologia adottata e l’ottimizzazione dell’impianto centrale (impianto di smaltimento) determina l’eventuale realizzazione di impianti periferici (essiccatori in altri siti etc).
     

Una cosa insomma è certa: per la Provincia, che si è avvalsa anche di ulteriori analisi commissionate allo studio EBP AG di Zurigo, il modo migliore per “sbarazzarsi” di questi fanghi è un impianto di trattamento termico ad hoc.

 

E allora Bolzano?

 

A domanda diretta, ovvero se esiste la proposta di costruire un nuovo impianto di incenerimento dei fanghi a Bolzano, la Provincia risponde così: “È stato incaricato da parte di Eco-Center uno studio, che prevede la realizzazione di un impianto di trattamento termico dei fanghi, che dovrebbe integrarsi con l’attuale impianto di termovalorizzazione dei rifiuti di Bolzano. Gli obiettivi dello studio non sono concordati con lo studio strategico dell’Agenzia, che non è stato coinvolto nella programmazione dello studio”. Inoltre, sottolinea Theiner, non è ancora stata avanzata una vera proposta all'APPA e le valutazioni per siti concreti sul territorio di Bolzano sono documenti interni a Eco-Center.

Come spiega su salto.bz Stefano Fattor, presidente di Eco-Center, gli studi avviati prendono in considerazione diverse ipotesi, che vanno dal recupero del fosforo a monte del processo presso i depuratori, alla sinergia del calore gratuito comunque già prodotto dal termovalorizzatore (e altrimenti disperso in atmosfera) per essiccare i fanghi e, con carichi ridotti, consentire una riduzione dei trasporti del fango trattato eventualmente in val Pusteria, infine al trattamento dei fanghi stessi attraverso un gassificatore utilizzando le possibili sinergie offerte dai 22 impianti (termovalorizzatore, discarica di Varena, biofermentatore di Lana, 19 depuratori) gestiti da Eco-Center.

 

 

“Mai studio è stato realizzato per ipotizzare l’incenerimento dei fanghi né presso il termovalorizzatore dei rifiuti né tantomeno presso un monoinceneritore per fanghi. Questi studi sono compatibili peraltro agli scenari che l’Agenzia per l’Ambiente ha, attraverso apposita deliberazione, deciso di confrontare”, chiarisce Fattor non ritenendo l’ipotesi di un inceneritore per i fanghi a Bolzano una soluzione ideale, dato l'ampio ventaglio di alternative. 

Mai studio è stato realizzato per ipotizzare l’incenerimento dei fanghi né presso il termovalorizzatore dei rifiuti né tantomeno presso un monoinceneritore per fanghi

Tre sono gli obiettivi perseguiti nel corso delle indagini condotte dalla società guidata da Fattor: la massima riduzione delle emissioni rispetto a qualsiasi altra soluzione tecnica; la minimizzazione dei trasporti al fine di consentire la massima riduzione del traffico e dunque dell'inquinamento; la riduzione dei costi di gestione e di conseguenza delle tariffe dei cittadini. “Gli studi conclusi sono già stati consegnati alla Provincia, quelli in corso verranno messi a disposizione della Agenzia per l’Ambiente appena verranno conclusi, onde consentire a quest’ultima (che è il decisore unico e ultimo delle strategie e della pianificazione ambientale su tutto il territorio provinciale) di disporre di dati completi oltre a quelli che già possiede (e che riguardano bacini di utenza non afferenti ad Eco-Center) per poter prendere la decisione nell’ottica di dati aggiornati e completi. Sarà ovviamente facoltà e competenza della Provincia valutare l’utilità del contributo tecnico fornito da Eco-Center”, riassume Fattor. 

 

Il ruolo di Caramaschi

 

Secondo quanto riferisce la Provincia Eco-Center ha informato l’APPA di avere iniziato le proprie valutazioni su indicazione diretta del Sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi. Affermazione sulla quale urge una precisazione, sostiene Fattor: “Il maggiore azionista di Eco-Center è il Comune di Bolzano (43% dell’azionariato) e il Sindaco è il suo rappresentante. La comunicazione tra Comune e società, che in quanto tale mantiene la sua autonomia gestionale sulle questioni tecniche, è ovviamente costante. In quest’ottica il Sindaco, che giuridicamente è tra l’altro il responsabile della salute pubblica, ha espresso l’esigenza di conoscere gli studi di Eco-Center per fare eventualmente delle valutazioni informate e consapevoli nel momento in cui la Provincia renderà note le sue valutazioni strategiche per l’applicazione del nuovo Piano Gestione Rifiuti Speciali recentemente approvato”. Piano che sarà aggiornato una volta che, a metà ottobre, l’APPA fornirà i documenti preparatori. Dopodiché si inizierà con la progettazione e la realizzazione dell’impianto che sarà in esercizio non prima del 2020-2021.

Update:

Il sindaco Caramaschi precisa di aver richiesto “a puro titolo informativo” nell’aprile scorso a Eco-Center tramite lettera scritta, un approfondimento sulla questione, in particolare rispetto alle modalità di estrazione del fosforo dal trattamento dei fanghi. Caramaschi sottolinea che della possibile realizzazione di un simile impianto a Bolzano, “non si è mai, nè accennato, né tantomeno discusso, posto che a suo tempo il Comune si era già espresso in maniera contraria”. Pertanto il tema di un possibile nuovo impianto di questo genere nel capoluogo “non è stato trattato né in giunta, né in altra sede comunale”, anche in considerazione del fatto che, come da indicazioni della Provincia, sostiene il primo cittadino, “sarà realizzato a San Lorenzo di Sebato”. 
Ma sulla collocazione ancora non ci sono certezze.