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Edilizia agevolata. Ripensare il sistema

In Provincia di Bolzano anche per limiti oggettivi l’offerta di case è limitata, mentre la domanda continua ad essere sostenuta anche grazie ai contributi pubblici.
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Foto: Fabio Petrini

Dopo l’esito del voto nazionale, che ha modificato radicalmente il quadro politico, si pone ora il problema dei futuri rapporti tra Roma e Bolzano e all’interno della nostra Regione. Lo spostamento del voto popolare verso la Lega e il movimento 5 Stelle è innegabile e a Trento ha addirittura del clamoroso.

Questo terremoto inciderà pure sulla fase politica locale in vista delle elezioni provinciali. In questo nuova fase politica, che ci porterà alle provinciali, si collocano due proposte di legge “pesanti”, come l’urbanistica e la tutela del paesaggio e quella sull’edilizia agevolata. La necessità di una razionalizzazione delle normative in materia è innegabile. Si tratta però di temi che coinvolgono molti soggetti, per cui le opinioni contrastanti sono inevitabili, vista l’importanza economica, ambientale e sociale dell’edilizia. Fare la sintesi tra la scarsità di aree edificabili, i costi dei terreni e il bisogno di abitazioni a prezzi accessibili in un sistema di libero di mercato, ove prevale il gioco della domanda e dell’offerta, non è semplice. A questo si aggiunge il bisogno di zone produttive per l’economia, che rappresenta un fattore di competitività da non sottovalutare e la necessità di collegamenti e di infrastrutture che guardano al domani. Nonostante anni di confronti e discussioni la proposta di legge in Commissione legislativa ha già provocato malumori a livello politico. Oltre alla tutela dell’ambiente, che rappresenta un valore comune e la creazione di posti di lavoro, al sindacato interessano ovviamente in particolare maniera il costo della casa, che in alcune zone dell’Alto Adige ha raggiunto livelli insopportabili. Ovviamente la legge sull’urbanistica da sola non potrà garantire un minor esborso per le famiglie per le abitazioni. Essa potrà incidere sul fronte dell’offerta, tenendo ovviamente conto dei limiti paesaggistici del nostro territorio. Per questo deve comunque andare di pari passo con la legge sull’edilizia agevolata, che può invece incidere sul fronte della domanda.

I contributi pubblici, che in passato hanno avuto un effetto positivo sul patrimonio delle famiglie – oltre l’80% ha la propria abitazione in proprietà – ha negli ultimi tempi anche favorito la rincorsa dei prezzi per l’acquisto e per gli affitti degli appartamenti. Va inoltre riequilibrata la percentuale tra le case in proprietà e quelle in affitto a favore di quest’ultime. Il mondo del lavoro sempre più flessibile, sia come tempi, ma anche come spazi, richiede il potenziamento del mercato degli affitti perché l’acquisto rappresenta un vincolo difficilmente conciliabile con le esigenze del mercato del lavoro. Trovare soluzioni eque, che non dividono i cittadini tra chi ha avuto e chi è tagliato fuori, non è semplice, ne sarebbe sostenibile, perché rappresenterebbe un’ingiustizia soprattutto per i giovani, che non possono avere come unica prospettiva una futura eredità.

Ultimo accenno. Il contributo sul plusvalore dei terreni resi edificabili da scelte politico-amministrative ai comuni non va messo in discussione, anche per motivi di equità. Perché il proprietario di un terreno, per una semplice scelta dell’ente pubblico può incassare un importo molto più alto in caso di vendita rispetto al suo vicino che magari confina, ma che continua a possedere un terreno a vocazione agricola? Non voglio poi entrare in merito alla polemica sugli effetti di detto contributo sui costi finali delle case, perché esse da tempo non rispecchiano i costi e il valore reale della costruzione, ma sono affidati alle dinamiche del mercato, che vede un’offerta carente e una domanda sostenuta.

Noi rimaniamo comunque perplessi sulla reale possibilità di chiudere queste partite entro questa legislatura. Non vogliamo certamente discutere sui tempi della politica, ma ci preme evidenziare che sono argomenti che in dettaglio sono poi affidati comunque alla futura Giunta. E soprattutto su questi chiediamo poi un confronto trasparente e vero tra politica e parti sociali.