Politik | Profughi

Maledetto silenzio

Rompere il silenzio intorno alla verità sull'Africa straziata da conflitti e miseria, è nostro dovere e l'unico modo per risvegliare la solidarietà.
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Uganda
Foto: elide mussner pizzinini

“Bisogna aiutarli là”. Che sciocchezza. Prima di dire certe idiozie sarebbe meglio avere un quadro preciso di cosa sta avvenendo là, in Africa, e non da oggi. Bisognerebbe sapere che nel Sud Sudan, il più giovane stato del Continente, una guerra civile ha causato almeno trecentomila morti e messo milioni di persone in fuga. Nel Sudan c’è un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur. In Somalia una guerra interna dura da oltre trent’anni; milioni sono i rifugiati all’interno e all’esterno del paese. In Eritrea, uno dei regimi più oppressivi al mondo ha provocato centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa. In Centrafrica, a causa di una guerra civile che non sembra finire mai, succede altrettanto. Nella zona saheliana che va dal Ciad al Mali potenti gruppi jihadisti si stanno costituendo in un nuovo Califfato dell’Africa nera. In Libia, di cui parliamo tanto e quasi sempre a sproposito, è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi. In Congo, da dove provengono i nostri minerali più preziosi, accadono fatti gravissimi di cui nessuno parla. In Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU sta mettendo oltre trenta milioni di persone a rischio fame. Infine, i cambiamenti climatici renderanno il territorio dell’Africa a fine secolo per tre quarti non abitabile. Ecco, quando sento dire “aiutiamoli a casa loro” mi vengono i brividi, perché dichiarazioni simili o celano un’ignoranza totale su ciò che realmente accade nel nostro povero mondo, o sono dette in malafede. Dopo aver saccheggiato l’Africa per secoli, noi che diciamo “aiutiamoli a casa loro” ecco cosa facciamo (e parlo solo dell’Italia): solo l’anno scorso abbiamo esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro. Armi che servono a incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. Ecco come noi li aiutiamo là… 

Tutte queste tristi cose nessuno le dice, meno che mai giornali e tv, tranne alcune persone che in Africa vivono e s’impegnano da un mucchio di anni, come Padre Alex Zanotelli. Il suo appello in cui invita tutti noi a rompere il silenzio che c’è intorno alla verità (e da cui ho tratto gran parte dei dati raccolti) è uno dei rari esempi d’informazione vera sulle condizioni reali del continente africano. Ecco perché milioni di persone cercano una via di fuga disperata. E questa ‘invasione’ non si può certo fermare, checché ne dicano i nostri partiti xenofobi, perché la storia ce lo insegna: la disperazione è inarrestabile. Quello che va cambiato è il sistema economico-finanziario, di cui facciamo parte, che trae enormi profitti da queste orribili situazioni. Quello che possiamo fare è rompere il muro di omertà alimentato dal silenzio di stampa e tv rendendoci innanzitutto consapevoli di ciò che realmente accade intorno a noi. Prima di parlare, spesso a vanvera, sarebbe meglio sapere. È dalla conoscenza che dobbiamo partire per ipotizzare un cambiamento. Una corretta informazione è l’unica arma (pacifica) che ci possiamo e dobbiamo permettere. Tacere di fronte alle ingiustizie, ci rende complici delle stesse. La verità non è una sola, sono tante le verità, è nostro dovere conoscerle, cercare di capirle, prendere coscienza di quella che è una fuga disperata, da situazioni politiche che vanno ben oltre il precario. “Nulla al mondo è più pericoloso di un’ignoranza sincera e una stupidità coscienziosa.”, così ammoniva Martin Luther King, lui che ci ha insegnato a rompere il silenzio. Seguiamo il suo esempio, siamo tutti quanti responsabili di ciò che accade nel mondo. 

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Paul Schöpfer Do., 17.08.2017 - 20:57

Ach so... und die Lösung des Problems wäre, dass wir diejenigen, die sich die Schlepper leisten können, hier bedingungslos aufnehmen.

Vielleicht noch zu erwähnen, dass die Mehrheit der in Italien anlandenen Immigranten nicht aus genannten Gebieten kommen.

Die Aussagen des Herrn Costa sind ja vollkommen korrekt, aber warum kümmern sich die Grünen nicht darum diese Sauereien aufzudecken und zu bekämpfen, anstatt Propaganda für die Wirtschaftsflüchtlinge zu machen?

Do., 17.08.2017 - 20:57 Permalink