Kultur | giovani critici

Grandi ospiti all'Auditorium

Dalla pianista Rana al direttore Rustioni il palco si è rinnovato per una sera con l'Orchestra della Toscana
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Foto: Orchestra Haydn

Martedì 15 maggio l'auditorium Haydn ha avuto il piacere di ospitare l'Orchestra della Toscana. Nata a Firenze nel 1980, oggi è composta da 44 musicisti che l'altra sera sono stati diretti da Daniele Rustioni, giovane direttore milanese.

La serata si è aperta con il Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in re minore di Johannes Brahms, la cui solista è stata la giovanissima Beatrice Rana, che, nonostante i suoi 25 anni, spicca già nel panorama musicale internazionale. Il suono tuonante dei timpani ha scosso il pubblico dando inizio al Maestoso. Alle note impetuose degli archi rispondevano energicamente i fiati, conferendo alla sala un'atmosfera drammatica, enfatizzata ulteriormente dagli interventi dei timpani e dei corni. L'orchestra pian piano si è placata, lasciando entrare il pianoforte nel brano, che Beatrice Rana ha saputo eseguire con grazia nei momenti più dolci e allo stesso tempo con energia e potenza nelle parti più intense. Se verso la fine del primo movimento pianoforte e corno hanno intrapreso un nuovo tema, sempre più lontano dalla tragicità iniziale, la ripresa del tema principale ha risvegliato la sala dal clima sognante, catapultandola nuovamente in un’atmosfera drammatica. Vero protagonista dell'Adagio è stato il pianoforte, che nonostante sia sempre stato accompagnato dalle note compiacenti degli strumenti dell'orchestra, ha dominato l'esecuzione in modo dolce e sereno, rilassando e facendo nuovamente respirare gli spettatori. Al secondo movimento si è contrapposto un Rondò caratterizzato da una spiccata ritmicità, lasciando il pubblico entusiasta, tanto che il direttore Rustioni e la solista hanno eseguito a quattromani al pianoforte la famosa Danza Ungherese n.5, restando in tema brahmsiano. Rana è stata impeccabile e col suo abito rosso fuoco ha saputo scaldare, grazie alla sua musicalità, il cuore degli ascoltatori. La teatralità di Rustioni, se nell'esecuzione di questo brano sarebbe stato meglio incanalarla nella voce dello strumento, nella direzione dell'orchestra ha ipnotizzato la platea.

Dopo l’intervallo è stato il momento della celebre Sinfonia n.6 in fa maggiore “Pastorale” di Beethoven. L'Allegro ma non troppo, attraverso la melodia leggera e cantabile interpretata dagli archi e dai fiati, ha trasportato fin dall'inizio la sala nella campagna che Beethoven ha cercato di riprodurre musicalmente. Nell'Andante molto mosso il suono di ogni singolo arco si è confuso in un insieme di note estremamente coeso che ha trasportato gli ascoltatori nel vortice magnetico della melodia, facendo perdere la cognizione del tempo. Il tema del terzo movimento, l'Allegro, introdotto dagli archi e ripreso dai fiati giocosamente e spensieratamente, grazie all'interpretazione dell'orchestra ha fatto davvero venire in mente i passi saltellanti di una danza contadina, che Beethoven è riuscito a tradurre in musica. L'atmosfera festosa si è incupita però con il quarto movimento, che ha segnato l'arrivo della tempesta. La crescente tensione è stata scandita dal ritmo incalzante delle percussioni e la cadenza concitata degli archi, che gradualmente si è esaurita fino ad arrivare all'Allegretto, connotato dalla tranquillità e dalla gioia peculiari dell'ambiente pastorale.

Riuscitissima quindi l’idea di ospitare un’orchestra proveniente da fuori regione e, in questo caso, l'Orchestra della Toscana ha saputo superare le aspettative del pubblico.

Il prossimo appuntamento, il 5 giugno, sarà l'ultima data della stagione sinfonica. Per l’occasione George Pehlivanian dirigerà l'Orchestra Haydn, i cui ospiti solisti saranno Ivan Mancinelli alla marimba e Domenico Cagnacci ai timpani. Un programma incentrato sulle vivacità e sul carattere istrionico delle percussioni.

Sarah Fistill, Sara Raffaelli

Liceo Pascoli classe 5M - indirizzo musicale