Politik | Sicurezza

Se l’esercito in città (non) serve

Il ministro Pinotti apre alla richiesta del sindaco di Milano di impiegare militari per le strade del capoluogo. Il dibattito coinvolge anche Bolzano. Ma è una soluzione?
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Foto: Esercito italiano

Il tema, mai sopito, dell’impiego dell’esercito nelle strade cittadine è tornato, negli ultimi tempi, alla ribalta delle cronache in seguito ad alcune dichiarazioni del sindaco di Milano Giuseppe Sala che avrebbe invocato il ritorno dei militari nel capoluogo lombardo. Casus belli: la morte di un uomo di origini dominicane accoltellato e colpito da un proiettile in via Padova, a Milano, ma il primo cittadino prudentemente precisa: “Non ho mai associato i militari a via Padova”. La risposta, immediata, è arrivata dal ministro della Difesa Roberta Pinotti: “Siamo pronti a rispondere all’appello di Milano”, ha detto, confermando la disponibilità ad inviare un contingente dell’operazione “strade sicure” (voluta dall’allora responsabile del dicastero della Difesa Ignazio La Russa e iniziata nel 2008). Anche in Alto Adige, come noto, a chiedere a gran voce un giro di vite sulle misure per la sicurezza a Bolzano (aka Beirut, come la definì tempo fa il leader della Lega Nord Matteo Salvini) e sul territorio altoatesino attraverso l’intervento dell’esercito, era stata Elena Artioli durante la scorsa campagna elettorale per le amministrative. Il climax fu raggiunto da un’iconografia inevitabilmente memorabile: un poster ritraeva l’allora candidata sindaca in sella a un cavallo con la spada sguainata. Decisamente permeabile al desiderio di sguinzagliare soldati che perlustrino le strade del capoluogo è Carlo Vettori, alfiere della Lega Nord che su Facebook striglia il sindaco Renzo Caramaschi e il suo presunto lassismo.

A mettere in fila un po’ di dati e tesi sull’effettiva utilità dell’impiego delle mimetiche nelle città come supporto alle forze dell’ordine, valutando nel contempo anche quanto venga di fatto accuratamente infilato sotto il tappeto della propaganda, è Gianluca Di Feo sul quotidiano La Repubblica. “Che siano efficienti - scrive il giornalista - nessuno lo mette in dubbio. Ma sono anche efficaci? Perché quando si cerca di misurare i risultati ottenuti con lo schieramento dei soldati nelle città, ci si trova di fronte a tanti pareri e pochi punti fermi. Una certezza in realtà c’è: fanti, alpini e parà possono influire pochissimo sulla sicurezza globale, visto che la loro attività ha una rilevanza statistica minima. Oggi gli uomini e le donne dell’Esercito in servizio nelle strade sono 7000 – il record numerico assoluto – contro gli oltre 250 mila tra carabinieri, poliziotti e finanzieri a cui vanno sommati i corpi di polizia locale, i vigili urbani di una volta, e una moltitudine di guardie private. Insomma, i soldati sono troppo pochi per pesare nella battaglia contro il crimine. Tanto che la Corte dei Conti non ha potuto verificare le prestazioni dei militari perché la ‘percentuale di risultati è estremamente ridotta rispetto a quelli delle forze dell’ordine’”.

Lo spettro del populismo resta in agguato: “Certo - prosegue Di Feo - invocare l'Esercito è uno slogan ad alto impatto e basso costo. Con un'importante valenza politica, esplicitata lunedì scorso dal primo cittadino milanese Giuseppe Sala: ‘Non voglio lasciare il tema della sicurezza in appalto alla destra’. E' una questione che da oltre un decennio tormenta i sindaci di sinistra, spesso costretti a improvvisarsi ‘sceriffi democratici’ senza mai riuscire a elaborare una ricetta vincente per il controllo delle città”.

E c’è poi da considerare il fatto che l’operazione Strade sicure sarebbe dovuta servire a coprire il mancato turnover degli agenti delle forze dell’ordine. Fra il 2008 e il 2012 vennero sì recuperati dai presidi fissi 1.568 unità rimpiazzate da 2.000 militari ma 8.722 di queste unità, nello stesso periodo, sono scomparse dagli organici senza essere sostituite, come spiega la Corte dei Conti. Diverse, inoltre, sono le situazioni in cui i militari non possono intervenire, la contestazione del reato, ad esempio, spetta a un agente delle forze dell’ordine con cui spesso si accompagnano. Una “convivenza obbligata” che ha “depotenziato gli effetti sul campo”, riflette Di Feo. Secondo quanto riporta la Corte dei Conti, infatti, nel 2012 occorrevano 300 agenti per garantire circa 300 pattuglie al giorno, risorse (ben 220) tolte dai servizi di controllo del territorio. L’assenza di elementi chiari non aiuta a comprendere dunque pienamente gli effetti della misura in questione, senza contare che mancano anche le statistiche sulla prevenzione. Non ci sono numeri che attestino che un qualsivoglia reato sia stato evitato grazie al presidio dei soldati, malgrado ciò che ha affermato il ministro Pinotti (“riduzione del 30 per cento dei reati a Roma”), in quanto difficilmente riscontrabile. Ma del resto siamo ormai entrati, in scivolata, nell’epoca della post-verità.

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Mensch Ärgerdi… Do., 17.11.2016 - 12:44

Se i militari hanno prestato un giuramento e se è stato possibile per il Corpo Forestale dello Stato, allora non dovrebbe essere troppo difficile accorpare parti delle forze militari alle forze dell'ordine. Fra l'altro le stesse forze dell'ordine ed i ministeri competenti si ostinano a rimanere divisi in tre grandi organi, con i conseguenti doppioni e sprechi immensi. Sarebbe ora di abolire la Guardia di Finanza assieme ai Carabinieri e di fonderli in un unico corpo di polizia sotto il solo ministero dell'interno. Il problema è che in tal caso verrebbe a mancare la legittimazione per molti generali, sottosegretari ministeriali & co. e quindi lo spreco continua. Alla faccia della riforma costituzionale.

Do., 17.11.2016 - 12:44 Permalink
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Massimo Mollica Do., 17.11.2016 - 13:13

La risposta alla domanda posta nel titolo è NO, non servono!
Basterebbe eliminare il contante e utilizzare un canale telematico dedicato e gestito a calcolatori e tutto si risolverebbe.

Do., 17.11.2016 - 13:13 Permalink
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Mensch Ärgerdi… Do., 17.11.2016 - 13:41

Antwort auf von Massimo Mollica

Si certo! Così oltre a lasciare in mano tutto il nostro denaro alle oneste e simpatiche banche, i ladri smetteranno di rubare telefoni, Ipad, gioielli, biciclette sportive, auto, scooter e chi più ne ha più ne metta.
Basterebbe avere forze di polizia in numero adeguato, illuminazione stradale decente, accorgimenti antiscasso agli edifici e telecamere nei posti giusti.

Do., 17.11.2016 - 13:41 Permalink