Gesellschaft | L'iniziativa

Nel nome di Antonio

Radio Erasmus, il rettore dell’Unitn coinvolge gli altri Atenei. Gli amici di Megalizzi: “Perché solo ora?”. Morto anche Bartek, era con Antonio la sera della strage.
Antonio Megalizzi
Foto: upi

Una radio studentesca per raccontare l’Europa, il desiderio di Antonio Megalizzi, il giornalista trentino deceduto venerdì pomeriggio per le ferite riportate nell’attentato di Strasburgo, viene accolto dal mondo universitario. “Alla prossima Conferenza nazionale dei rettori proporrò di unire le forze per far nascere una radio europea di studenti universitari che quotidianamente raccontino nelle varie lingue che cosa è l’Europa”, ad annunciarlo il rettore dell'Università di Trento, Paolo Collini, dalle pagine del quotidiano La Repubblica. Non senza qualche critica di ritorno: “[La radio] non serve, c’è già ed è EuroPhonica. Perché non ha supportato Antonio quando glielo aveva chiesto?”, si chiedono gli amici del giovane giornalista riferendosi al Rettore.

L’iniziativa di una “Radio Erasmus”, tuttavia, ha già incassato il sostegno del presidente della Camera Roberto Fico che nel corso del talk show, ½ h in più, condotto da Lucia Annunziata, ha detto: “È una bella proposta quella dell’Università di Trento e credo che tutti i rettori degli Atenei italiani accetteranno, e le Istituzioni, in questo percorso, saranno presenti al 100%”. Nel frattempo ieri, 16 dicembre, nel suo intervento in aula in occasione del concerto di Natale a palazzo Madama la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha rivolto “un pensiero commosso” alla famiglia Megalizzi.

Oggi ci sarà l’autopsia sulla salma del reporter trentino, i funerali, che si terranno probabilmente mercoledì o giovedì, saranno celebrati nel Duomo dal vescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi. Intanto sale a cinque il bilancio delle vittime dell’attentato di martedì scorso nella città francese: è morto ieri pomeriggio Barto Pedro Orent-Niedzielski, detto Bartek, 35 anni, di origini franco-polacche, fino a ieri in coma profondo. Il giovane strasburghese era insieme ad Antonio ai mercatini di Natale la sera dell’11 dicembre e anche lui era stato colpito alla testa da un proiettile sparato dall’attentatore, Cherif Chekatt. Bartek, giornalista come Antonio, condivideva con lui la passione per la radio e per l’Europa, gli amici lo descrivono come un “cittadino del mondo”. A Strasburgo Antonio aveva trovato alloggio proprio a casa di Barto.