salvini_schenoni.jpg
Foto: da Youtube
Politik | Maltrattamenti

Un caso come questo

A Bressanone è stata pugnalata la verità e si è occultata l'incapacità di gestire con gli strumenti adeguati un delicato problema di accoglienza.

Il caso del richiedente asilo arrestato per violenza sessuale nei confronti di una operatrice attiva presso la caserma Schenoni di Bressanone – del quale si è già molto parlato, ma anche in modo molto inopportuno – interseca più piani di analisi e non merita di essere dimenticato. La prima cosa da rilevare è il modo con il quale la notizia, esasperata ad arte, anzi esplicitamente falsificata, ha raggiunto un grandissimo numero di persone. È stato il ministro dell'interno in persona, con un messaggio su Facebook, a diffonderla senza la minima cautela. Poche righe, nelle quali Matteo Salvini ha stigmatizzato “un caso come questo” e fatto scattare la gogna social delle contumelie che si sono infatti subito moltiplicate nei commenti, bollando l'uomo alla stregua di uno schifoso stupratore da espellere seduta stante dal territorio italiano.

A Bressanone non c'è stato alcun stupro

Risulta già sconcertante che una notizia di questo tipo – sempre a proposito di “un caso come questo” – venga diffusa dal titolare del Viminale con l'unico scopo di proferire un giudizio di inappellabile condanna e fare pubblicità al proprio decreto. Ma lo sconcerto diventa poi totale, accennavamo, una volta appresi i reali contorni dell'accaduto, che sono ben diversi da come li ha strumentalizzati Salvini. Innanzitutto: a Bressanone non c'è stato stupro. Bisogna ribadirlo perché altrimenti chi legge o ascolta superficialmente non capisce: A BRESSANONE NON C'È STATO ALCUN STUPRO. La vittima ha rilasciato numerose interviste per spiegarlo. Il ragazzo, psichicamente labile, e per questo già noto ai servizi sanitari locali, aveva commesso un piccolo furto in un supermercato vicino ed è stato duramente redarguito. Da qui la successiva colluttazione con la collaboratrice della struttura e quell'alzare le mani che ha fatto parlare di violenza "sessuale".

Servirebbero centri riabilitativi specializzati in psichiatria transculturale

Non dovrebbe essere difficile capire come all'interno di un Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) le condizioni generali impediscano di alloggiare nel modo più degno persone con problemi psichici. Esiste quindi una violenza di tipo istituzionale che precede e motiva (senza giustificarla, ma spiegandola) i possibili atti di violenza come quello in esame. La domanda allora diventa: qual è il modo migliore per evitare o circoscrivere una simile violenza? Il primario di psichiatria dell'ospedale di Bressanone, Roger Pycha, ha dichiarato: “Servirebbero dei centri riabilitativi specializzati in psichiatria transculturale, uno anche in Alto Adige, con strutturazione della giornata, atmosfera accogliente ed accompagnamento psicologico”. Ecco, insomma, come andrebbe trattato “un caso come questo”.

Per conoscere quanto siamo distanti da un corretto approccio, basta adesso rileggersi il becero post di Salvini e confrontarlo con il parere di Pycha, considerando anche che mentre le esternazioni del ministro fomentano a costo zero l'incrudelimento e il pressappochismo del discorso pubblico, i consigli dello specialista saranno liquidati opponendogli la mancanza di fondi e la miope voglia di affrontare con mezzi semplici i problemi complessi.

 

Bild
Profil für Benutzer Oskar Egger
Oskar Egger So., 18.11.2018 - 16:21

Psichiatria transculturale....ebbene sí, hanno fatto tanta fatica a partire dei servizi per pazienti del posto, per minorenni, per giovani in difficoltá....terapie non ancora scontate e non sempre soddisfacienti, e si parla di psichiatria transculturale...forse perché i soldi stanziati saranno di piú, come nelle scuole? Non certo per la grande prestazione professionale e le risorse che lasciano spazio per progetti del genere.

So., 18.11.2018 - 16:21 Permalink