Chronik | Relazione 2018

Emergenza casa

Sono gli alloggi il punto debole dell’Alto Adige. “Affitti troppo alti, il lavoro non basta” denuncia la Caritas. “Colpiti giovani e stranieri, la popolazione ci aiuti”.
Caritas Bolzano Alto Adige diocesi relazione 2018
Foto: Caritas Bz

La casa, tallone d’Achille del benessere altoatesino. Un’emergenza, soprattutto per i giovani e per gli ex richiedenti asilo che escono dall’accoglienza. Ma non solo, anche per la popolazione in generale. Perché non basta più avere un lavoro per poter accedere agli alloggi offerti sul mercato a prezzi sempre più alti, fino ad essere inaccessibili. “Sono proprio i problemi abitativi che abbiamo riscontrato in maniera evidente nei nostri diversi servizi” afferma Paolo Valente, direttore della Caritas della provincia di Bolzano, presentando la relazione 2018 dell’ente diocesano.

Quando lo stipendio non basta

Avere un impiego non basta a trovare una sistemazione a prezzo accettabile. È il problema che mina la qualità della vita della provincia di Bolzano e che rappresenta anche un ostacolo all’ulteriore crescita, visto che l’alto livello dei prezzi immobiliari costituisce un freno per l’attrazione di lavoratori qualificati. Si tratta però anche un fenomeno che colpisce gli strati più esposti della popolazione locale.

Ci sono abbastanza opportunità di lavoro, ma non per tutti è facile trovare un alloggio. Questa è l’altra faccia della nostra provincia, l’altro Alto Adige (Paolo Valente, direttore Caritas)

Ci sono abbastanza opportunità di lavoro, ma non per tutti è facile trovare un alloggio. Questa è l’altra faccia della nostra provincia, l’altro Alto Adige”, prosegue Valente. I prezzi degli affitti, spiega, spesso sono fuori dalla portata di chi deve affrontare altre spese, oppure per i separati o le persone sole. Per gli individui di origine straniera “è ancora più difficile, anche se hanno un posto a tempo indeterminato” aggiunge il direttore.

Pernottamenti saliti del 6%

Il fabbisogno è in crescita, dicono dall’ente. E si accentua anche la drammaticità dei vissuti perché le persone in emergenza abitativa rischiano di perdere il lavoro, scivolare nell’isolamento, abbandonarsi alle dipendenze. Un dramma per i singoli, con un risvolto sociale. “Sempre più uomini e donne con un lavoro precario ci hanno chiesto un riparo, compreso chi ha perso la casa per uno sfratto forzato” dice Danilo Tucconi, responsabile dell’area Abitare della Caritas. Dati alla mano, l’ente nel 2018 ha fornito un tetto a 828 individui, 596 maschi e 232 femmine. Tra loro 59 bambini e giovani sotto i 18 anni. Il numero di pernottamenti è aumentato del 6% rispetto al 2017.

Sempre più persone con un lavoro precario ci hanno chiesto un riparo, compreso chi ha perso la casa per uno sfratto forzato (Danilo Tucconi)

Conferma Matteo Contegiacomo, coordinatore di Casa Freinademetz, struttura di accoglienza a Bolzano. “Nel 2018 le domande sono aumentate di molto, soprattutto da persone che hanno un lavoro ma con un salario basso e che non trovano alloggio altrove. Su 200 domande abbiamo potuto accettarne solo 41. E più dell’80% dei nostri ospiti è occupato”.

Nel 2018 le domande alla Casa Freinademetz sono aumentate di molto, soprattutto da persone che hanno un lavoro ma con un salario basso e che non trovano alloggio altrove (Matteo Contegiacomo)

Appello ai proprietari: fidatevi

La Caritas si è attivata per aiutare la ricerca di alloggi. Dato che i requisiti per le case pubbliche Ipes sono alti, e considerato che i cittadini extra-Ue possono accedervi dimostrando di aver avuto un lavoro per almeno tre degli ultimi cinque anni di permanenza in Alto Adige, l’ente punta sull’aiuto della popolazione. “I proprietari cercano naturalmente inquilini che paghino con regolarità e non creino problemi. La Caritas però accompagna e segue le persone assistite con costanza”, dice Ruth Hartmann, collaboratrice dell’ente. 

I proprietari cercano naturalmente inquilini che paghino con regolarità e non creino problemi. La Caritas però accompagna e segue le persone assistite con costanza (Ruth Hartmann)

Sempre l’organismo diocesano ha sostenuto gli inquilini con 94.060 euro totali, il 17% in più rispetto al 2017, per affitti arretrati, spese condominiali e bollette. Complessivamente, i donatori tra la popolazione altoatesina sono stati 6.570: il ricavato è stato destinato per 700.000 euro agli aiuti ai poveri nel Sudtirolo e per 1,8 milioni ai progetti fuori provincia.