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Kultur | Avvenne domani

Non solo vedova dell’eroe

Una biografia fa luce sulla figura di Ernesta Bittanti.

Il 15 marzo scorso, presso lo Spazio Resistenze di via Torino, l'ANPI di Bolzano ha organizzato la presentazione del libro dedicato dalla storica Beatrice Primerano, docente presso l'Università di Trento, alla figura di Ernesta Bittanti Battisti. È il punto d'arrivo ( per ora) di un lungo lavoro di ricerca che Primerano ha condotto da tempo sulla figura di una donna, intellettuale di alto livello, impegnata politicamente sino dagli anni giovanili trascorsi a Cremona e dagli studi universitari compiuti a Firenze. Una figura forse ingiustamente confinata nel ruolo forzato di "vedova dell'Eroe". Di seguito l'intervento introduttivo tenuto, in occasione della presentazione bolzanina, dallo storico Vincenzo Calì.

“Ernesta Bittanti Battisti, intellettuale antifascista”  il volume curato da Beatrice Primerano, presentato per iniziativa dell’Anpi a Trento, Cremona e Bolzano, accoglie  scritti editi e inediti  su temi che hanno avuto grande rilievo nella storia recente del nostro paese, a partire dall’infamia delle leggi razziali.  Di stretta attualità, il valore dell’antifascismo: richiamato nel titolo stesso dell’opera, va ribadito oggi che con eccessiva disinvoltura si tendono a sottolineare, anche da parte di alte cariche istituzionali, “le cose buone” fatte nel ventennio fascista. Il  profilo intellettuale di Ernesta Bittanti, donna impegnata in tutta la sua lunga vita nelle  battaglie in  difesa dei valori civili, sempre attenta a coniugare giustizia e libertà, una fra le figure che più hanno contribuito a dare dignità alla nostra identità nazionale. Identità che, minata fin dal primo dopoguerra, con un paese sull’orlo di una Guerra civile, lei seppe difendere ponendosi al di sopra delle fazioni in lotta. Durante la crisi diciannovista, durante la quale nell’entourage battistiano uscì confermato quel giudizio senza appello sul tramonto del socialismo della seconda Internazionale che i coniugi Battisti avevano preconizzato fin dal 1913, Ernesta Bittanti prese le distanze dal socialismo “ufficiale”, sempre più dilaniato da interne logiche correntizie, volgendo lo sguardo  verso quelle forze interclassiste, identificabili nel d’Annunzianesimo e nel Mussolinismo, uscite poi sonoramente sconfitte nelle elezioni del novembre 1919. Al precipitare degli eventi, con il dilagare della violenza squadrista e l’assassinio di Giacomo Matteotti, la Bittanti intese ancora salvaguardare l’unità nazionale col richiamo sul giornale “La Libertà” a  quell’ultimo   “viva l’Italia!” lanciato dal suo consorte Cesare Battisti sotto il capestro austriaco,. Fu fermissima nel condannare il regime fascista nella sua azione liberticida, nelle avventure coloniali , nella pugnalata alla schiena delle vicine democrazie  di Spagna e  Francia. Alla comunità ebraica travolta dalle leggi razziali espresse piena solidarietà e aiuto per quanto possibile, ed altrettanto fece nei riguardi della comunità sudtirolese, con il venir meno per essa nel secondo dopoguerra dei  fondamentali diritti spettanti ad una minoranza. Beatrice Primerano, che alla figura della Bittanti aveva già dedicato pagine importanti nella pubblicazione del diario “Israel-antisrael”, ricostruisce il profilo biografico del “personaggio Ernesta”sulla traccia di quanto sostenuto da Gaetano Salvemini in una “pagina di storia antica”e ne mette in evidenza la grande vitalità intellettuale, pubblicando e annotando i suoi scritti di varia natura e le lettere  al consorte del  drammatico periodo di Guerra".