Politik | Elezioni

Köllensperger & Salvini

La lista dell'ex 5Stelle asfalta la destra sudtirolese e la Lega conquista consensi ovunque.

Wahlnacht bei Team Köllensperger
Foto: Salto.bz

La Suedtiroler Volkspartei barcolla ma non crolla, esplode come una supernova il fenomeno Paul Köllensperger, la Lega incassa oltre ogni previsione l'effetto Salvini, i Freiheitlichen e la Südtiroler Freiheit si ritrovano ridotti a quei partitini di opposizione che furono un tempo, il PD subisce un'altra durissima batosta. Anche i Verdi pagano dazio ai nuovi arrivati, ma, forse sulle ali del successo bavarese, contengono le perdite e a conservano i loro tre seggi. Alessandro Urzì riesce per un soffio a rientrare in consiglio, davanti alle cui porte si ferma bruscamente la corsa solitaria di Roberto Bizzo e di Andreas Pöder.

La SVP, tra le cui file, sia pur con qualche affanno, il candidato presidente Kompatscher riesce a tenere abbastanza lontano lo sfidante occulto Philipp Achammer, riesce a mettere le mani su 15 seggi e di tre, dunque, avrà bisogno per mettere assieme una sia pur risicata maggioranza. Alla sua porta bussa la Lega di Bessone che ha addirittura quattro consiglieri. Ancora di più, sei, ne avrebbe in saccoccia Paul Köllensperger, ma qui, a far da muro, c'è l'antico anatema contro l'ingresso in giunta di un tedesco che non abbia le stelle alpine sul bavero della giacca. Il vecchio alleato, il PD, ridotto ai minimi termini, da solo non basterà stavolta a far quadrare i conti. Da oggi cominciano le grandi manovre.

Queste, in sintesi estrema, le prime impressioni che maturano davanti al quadro dei risultati definitivi. Un'analisi appena un po' più approfondita non può non iniziare, tuttavia, da qualche considerazione sull'affluenza al voto.

Al voto? No grazie!

Cinque anni fa, nel 2013, che fu il clamoroso crollo delle presenze italiane nei seggi elettorali. Furono migliaia di elettori che, poco convinti delle proposte politiche che venivano loro sciorinate davanti in particolare della diaspora nel centrodestra, decisero di rimanere a casa. Il buon afflusso dell'elettorato tedesco contribuì così a disegnare un consiglio provinciale largamente sbilanciato, dal punto di vista etnico, a favore dei sudtirolesi. Furono cinque i seggi occupati da consiglieri italiani sui 35 a disposizione.

Ci si poteva ragionevolmente attendere, ieri, che una parte almeno di quegli elettori italiani, se non altro sulla spinta dei successi di Lega e Movimento 5S, tornassero a impugnare, nel segreto dell'urna, la matita copiativa ed infatti questo è avvenuto. Numeri piccoli, sia chiaro, ma da Bolzano a Laives e a Merano gli elettori sono cresciuti. Meno prevedibile, invece, è ciò che è avvenuto in tutta la periferia, dove l'elettorato, ormai, è quasi tutto di lingua tedesca. Rispetto a cinque anni fa il calo complessivo è stato di settemila votanti, pari a circa un 4%. Numeri grossi, che testimoniano di una disaffezione abbastanza generalizzata. Il risultato di questo fenomeno, assieme ovviamente alle scelte politiche fatte dagli elettori, è quello di aver ristabilito un rapporto tra i gruppi linguistici all'interno del consiglio più vicino alla reale ripartizione dei gruppi in provincia. Questa volta gli italiani sono otto su 35 e questo potrebbe avere degli effetti anche sulla composizione della giunta provinciale.

Il fenomeno Köllensperger

Ben quattro dei sei consiglieri che entreranno in aula per la lista di Paul Köllensperger avranno portato via il loro seggio ad uno dei partiti della destra sudtirolese. Due ai Freiheitlichen uno alla StF ed uno, l'unico, alla Bürgerunion di Pöder. E questo, comunque si guardino le cose, il dato di maggior peso politico che emerge da queste elezioni. Certo anche la SVP ha devoluto a Köllensperger due seggi, ma il calo, per il partito di raccolta, era abbondantemente previsto ed anzi, in via Brennero, si temevano sfracelli di ben maggiori proporzioni.

In realtà, in questa domenica 21 ottobre, è emerso un fatto completamente nuovo, che cambia il panorama politico altoatesino per certi versi sclerotizzato da decenni. A Paul Köllensperger va riconosciuto il merito di aver intuito che nel mondo sudtirolese si era aperto uno spazio enorme per una forza politica diversa dalla vecchia SVP, ma lontana, nel contempo, anche dagli schemi dei partiti della destra secessionista. Partito dal nulla, a poche settimane dal voto, Köllensperger pareva destinato a schiantarsi come prima di lui avevano fatto altri e più illustri competitori. Ed invece è riuscito a mettere assieme una squadra di tutto rispetto e ad arrivare a raccogliere voti sin nei più sperduti seggi della periferia. Non ha vinto, ha stravinto, ma ora ovviamente inizia la parte difficile del tutto, ovverossia dare a questo progetto politico basi solide e durature. Una nota a margine sulla caratteristica interetniche della lista. La base, come prevedibile, è soprattutto tedesca. La meranese Francesca Schir è la prima dei non eletti.

Con il fenomeno Köllensperger dovrà misurarsi sin d'ora una SVP che esce acciaccata ma non distrutta dalla giornata elettorale. Ad una prima, sommaria analisi la distribuzione delle preferenze, con il delfino Achammer in forte crescita ma non in grado di impensierire il Presidente, conferma una sostanziale fiducia ai membri della giunta uscente e questo dovrebbe essere garanzia di stabilità, ma tutto evidentemente è ancora da decidere.

Anche i Verdi, con ogni probabilità, regalano qualche voto a Köllensperger, ma molto meno degli altri partiti e riescono quindi a conservare i loro tre consiglieri, a confermare Foppa e Dello Sbarba cui si aggiunge Hanspeter Staffler. Anche loro però dovranno fare i conti con una realtà molto diversa da quella del passato.

Dei partiti della destra sudtirolese si è sostanzialmente già detto. Escono da queste elezioni con le ossa rotte. Durissima in particolare la batosta per i Freiheitlichen cui non ha portato evidentemente fortuna l'endorsement del vice cancelliere austriaco Strache.

Lega über alles

Il fatto che il successo della Lega salviniana fosse abbondantemente atteso, non deve sminuire per nulla le dimensioni di questo fenomeno. Nella Bolzano italiana, a Laives, a Merano la Lega conferma ed anzi migliora il già notevolissimo risultato delle politiche di marzo, e, del capoluogo, è il primo partito in assoluto, raccogliendo in pieno l'eredità missina di un tempo. Salvini, tuttavia, raccoglie voti anche in periferia, è, ad esempio, il terzo partito, dopo la SVP e il team Köllensperger, nelle valli ladine. È un consenso diffuso, decisivo probabilmente nel garantire alla lista guidata da Bessone il quarto consigliere. Per quel che riguarda le preferenze, da rilevare l'inserimento del bolzanino Vettori e di Vettorato di Laives a scompaginare la terna di capilista fissata dai vertici.

Anche quello della Lega è un fenomeno che viene a cambiare radicalmente il panorama politico altoatesino, se solo si pensa che, cinque anni or sono, il Carroccio, come del resto Forza Italia, non era nemmeno presente alle provinciali con una propria lista, avendo deciso di devolvere graziosamente voti e simbolo ad Elena Artioli. L'altro centrodestra, quello che più strettamente si richiama alla tradizione di una rigida difesa degli italiani, resta presente in consiglio con Alessandro Urzì, che sconta ovviamente gli effetti dei nuovi equilibri politici, ma che riesce, con una campagna elettorale frenetica, ad acchiappare l'ultimo seggio con i resti.

Ridotti, come prevedibile, ruolo di semplice testimonianza politica, i risultati di Forza Italia, Casapound e Sinistra Unita, non resta, per concludere, per l'analisi del voto nel centro e nel centro sinistra italiani.

Il Partito Democratico incassa, a livello provinciale, l'ennesima dura batosta. Perde, rispetto a cinque anni fa, quasi la metà dei voti e, di conseguenza, uno dei due seggi con i quali era riuscito a mantenere l'alleanza di governo con la SVP. Anche l'alleanza, stretta in extremis, con il gruppo meranese di Balzarini e Casolari, non è riuscita a compensare gli effetti di una generale perdita di contatto con l'elettorato, in particolare, della defezione del gruppo facente capo a Roberto Bizzo. Di ben misera consolazione, per gli uomini del PD, il fatto che anche quest'ultimo abbia fallito, con la sua lista Noi per l'Alto Adige, l'assalto ad un seggio consiliare. Abbastanza clamoroso, infine, il fatto che il capolista PD e vicepresidente uscente della Giunta, Christian Tommasini, abbia dovuto cedere le armi all'assessore bolzanino Sandro Repetto che sarà l'unico eletto del partito in consiglio provinciale. Tommasini ha perso i due terzi delle preferenze conquistate sei anni fa, vittima di quella legge non scritta della politica per la quale per affrontare indenni la terza legislatura consecutiva occorre avere spalle molto ma molto robuste.

Ultima nota quella riguardante il Movimento 5Stelle che, rispetto alle provinciali del 2013, mantiene quasi lo stesso numero di voti e conferma il suo seggio, mostrando di avere un elettorato fedele, ad onta della repentina uscita di Köllensperger. Rispetto alle politiche di marzo, però, mentre l'altro grande partito vincitore della consultazione, la Lega, incrementa addirittura i consensi, i 5S mostrano una enorme difficoltà a trasferire sul piano locale i voti ottenuti su quello nazionale.

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Massimo Mollica Mo., 22.10.2018 - 08:52

Come sempre un'analisi ineccepibile di Maurizio Ferrandi! Personalmente aggiungo che:
1) La SVP ha perso esattamente il numero di voti pari all' astensione. Sono certo che non perderanno occasione per cercare di capire cosa non vada. Di certo il doppio passaporto non interessa la comunità di lingua tedesca e forse nemmeno la paura del lupo come testimonia le defezioni di Schuler. E' vero che Arno abbia perso 10 preferenze ma secondo me ha retto, nonostante la lotta interna. Anche grazie alla stima e al supporto di molti italiani. Ora ha un bivio, o mettersi con la Lega oppure collaborare con partiti più istituzionali come VERDI e PD. (io spero la seconda ipotesi)
2) La LEGA avrebbe potuto presentare i pupazzi del muppets show e avrebbe preso lo stesso numero di voti. Io la chiamere la lista Salvini perché gli italiani (e in minima parte quelli di lingua tedesca) hanno votato lui, la sua rappresentanza al governo e in TV. Per tutta questa gente Salvini è l'uomo che fa, l'uomo d'azione. (Non si sa bene cosa ma fa). E' un voto slegato dalla realtà provinciale, a sottolineare quanto poco autonomi si sentano gli italiani in Alto Adige (stesso discorso per i passdaran dei grillini). Bisogna vedere se governano e se Salvini ci sarà fra 5 anni.
3) il team Köllensperger dimostra quanta voglia ci sia di cambiare in Südtirolo. E anche più democrazia diretta. Non si può paragonare al movimento 5 stelle perché non parla di scie chimiche o altre amenità. (non penso che siano contro il tunnel del Brennero). E secondo me hanno portato via voti alle destre tedesche. Bisogna capire cosa diventerà questo movimento: un partito vero oppure una moda passeggera.
4) Il PD esce con le ossa rotte ed era prevedibile. Certo è curioso che se PD e NOI si fossero presentati insieme forse ora avremmo due seggi. Comunque rimangono briciole. In una situazione normale chi è al timone dovrebbe dimettersi ma del resto siamo 4 gatti quindi non rimarrebbe nessuno. Se si fosse incultata più autonomia e nel partito e nella gente ora saremme un pò meno influenzati dall'effetto nazionale. Ma nel partito di autonomo c'è ben poco. Chissà se si farà questo benedetto congresso, chissà se ci si potrà veramente confrontare. Chissà se finalmente avrem,o una realtà simile a quella della SVP ma in salsa italian. Chissà...

Mo., 22.10.2018 - 08:52 Permalink