Il voto degli italiani
Come sarà il voto degli altoatesini, vale a dire dei cittadini di madrelingua italiana della provincia di Bolzano? Dopo la ricognizione offertaci da Gernot Gruber (Gruber & Partner) e Hermann Atz (apollis), l'abbiamo chiesto a Toni Serafini, segretario generale Uil/Sgk dell'Alto Adige e osservatore di lungo corso delle vicende politiche che riguardano la nostra provincia, in particolare per quanto riguarda il gruppo linguistico italiano.
salto.bz: Prendiamola larga. In assenza di partiti “italiani” di peso, negli anni scorsi non pochi italiani hanno addirittura dato la loro preferenza a Luis Durwalder, e dunque alla Svp. Crede che questa tendenza verrà confermata anche con Arno Kompatscher?
Toni Serafini: Non imposterei il discorso in questi termini. In altre parole, il problema non è se Kompatscher sia abbastanza appetibile per gli italiani che hanno votato in precedenza SVP, ma se quegli italiani (secondo le mie stime non più di 2.700 - 3.000) troveranno in altre liste una sponda alle loro esigenze. Solo la campagna elettorale saprà dare una risposta positiva o negativa. Intanto è possibile dire che la SVP ha già fatto un autogol sulla toponomastica, questione gestita a mio avviso in modo pessimo. Questo potrebbe influire negativamente sulla percezione che gli italiani hanno del partito di raccolta.
Tra le novità proposte al voto italiano c'è il tandem Biancofiore-Artioli, ovvero l'alleanza Forza Alto Adige-Lega Nord-Team Autonomie. Ritiene che questa unione sia stata una mossa vincente?
L'elettorato di destra potrebbe apprezzare l'unione tra Forza Alto Adige e Lega Nord. Qualcuno ha accusato Elena Artioli di opportunismo e persino di trasformismo. A me pare invece un buon accordo e elettorale, e la capolista Artioli ne potrebbe approfittare.
E gli altri esponenti di destra o di centrodestra? Ce la faranno a centrare l'obiettivo di piazzare almeno i loro candidati di punta in Consiglio provinciale?
La frammentazione della destra (ex MSI ed poi ex AN) è una novità assoluta. Gli elettori dovranno scegliere tra quattro liste (La Destra, Fratelli d'Italia, Alto Adige nel cuore, Unitalia) che sono il risultato di scontri personali. A dir la verità, qui Unitalia rappresenta un po' un'eccezione, perché nata nel 1996 su un altro progetto politico. Solo questa lista rappresenta oggettivamente la “destra vera”. Dubito comunque che gli altri riusciranno a centrare l'obiettivo di un seggio pieno, quindi entreranno in ballo i resti. Almeno sulla carta, la lista che è "messa meglio" è Alto Adige nel cuore.
Molti partiti cercano di accreditarsi come liste “interetniche” e candidano uno o più "tedeschi". Si tratta di un'operazione di facciata?
La scelta politica di un partito a vocazione democratica non può che essere quella di parlare a tutti i cittadini, al di là del gruppo linguistico o delle singole appartenenze. Si tratta cioè di disegnare un futuro per questa provincia che vada oltre le divisioni dei suoi gruppi storici. Il vero problema è il radicamento sul territorio delle liste, e quindi la capacità di intercettare consenso.
A proposito di partiti “a vocazione democratica”, come se la caverà il Pd? L'aver fatto parte del Governo provinciale lo avvantaggerà?
Il PD penso che confermerà i suoi due consiglieri, anche a causa della debolezza degli altri.
Scelta Civica potrebbe scompigliare un po' le carte e proporsi come valida alternativa di governo?
Scelta Civica penso che riuscirà a fare un consigliere, ma deve ancora consolidare la sua struttura territoriale: oggi mi pare più che altro una compagine formata da reduci di altri partiti o liste civiche sparpagliate, con qualche innesto nuovo.
E i “grillini”? Riusciranno a superare le ultime vicende conflittuali, legate alla formazione della lista, e a proporsi come novità interessante?
Alle elezioni politiche i “grillini” hanno avuto un enorme successo anche da noi, e se riuscissero a bissare questo risultato alla fine di ottobre avrebbero ben tre consiglieri. Penso tuttavia che non andrà così, ed è invece possibile che si ripeta quanto accaduto nelle elezioni in Friuli Venezia Giulia. In realtà il loro successo è dovuto al fatto che le altre liste e gli altri partiti non offrono una risposta politica soddisfacente. Al di là delle polemiche interne e ai limiti manifestati nella composizione della lista, è probabile che riusciranno a intercettare il voto di protesta, ma in misura decisamente inferiore alle loro aspettative.
L'astensionismo crescerà?
Dal mio osservatorio di sindacalista ritengo di sì, ma anche qui si tratta di vedere come si svilupperà la campagna elettorale. Nelle ultime tre elezioni l'astensionismo, soprattutto fra gli italiani, è aumento moltissimo.