Wirtschaft | I dati IPL

Più soldi in busta paga?

I lavoratori dipendenti altoatesini ci credono poco. Le donne più pessimiste degli uomini. L'opinione diffusa è che il capo ha sempre il coltello dalla parte del manico
Soldi
Foto: Pixabay

Su dieci lavoratori altoatesini due (18%) si attendono un aumento dello stipendio nel 2019, due (20%) non sanno se ne riceveranno uno e i restanti sei (62%) non credono che la loro retribuzione migliorerà; gli uomini sono generalmente più ottimisti delle donne. Gran parte degli “ottimisti” proviene dall’edilizia e dal manifatturiero, due settori a forte presenza maschile. Inoltre sono più frequentemente i lavoratori dipendenti giovani ad aspettarsi un aumento salariale rispetto ai lavoratori più anziani. Questa la fotografia scattata dall’AFI-IPL, l’Istituto promozione lavoratori. 

 

Ottimisti e pessimisti

 

L’indagine invernale del Barometro IPL invernale si è innanzitutto concentrata sugli “ottimisti”, ovvero i lavoratori dipendenti intervistati che credono di poter realizzare un aumento salariale. I risultati sono stati non poco sorprendenti. 

Metà degli ottimisti si aspetta un aumento compreso tra il 2 e il 4%, un quarto confida in un miglioramento inferiore al 2% e un decimo (8%) tra il 4 e il 6%. Circa un quinto (18%) crede persino di riuscire a realizzare un aumento superiore al 6%. Da questo si evince un’altra caratteristica di questo gruppo: per una larga maggioranza (71%) l’aumento deriverà dalla contrattazione diretta con il proprio capo, solo un quarto è convinto che l’aumento di stipendio deriverà dalla contrattazione collettiva. Il 4% crede, invece, che riuscirà a migliorare la propria retribuzione cambiando lavoro. 

Il genere dei rispondenti appartenenti a questo gruppo di “ottimisti” assume un ruolo preponderante L’82% degli uomini crede nella contrattazione individuale e solo il 16% nella contrattazione collettiva. Invece solo metà delle donne ha fiducia nella contrattazione individuale, mentre ben il 40% crede nella contrattazione collettiva. Questo è in parte riconducibile anche alle differenti strutture occupazionali di appartenenza: in Alto Adige circa il 40% delle lavoratrici dipendenti lavora nel settore pubblico – un settore in cui la contrattazione individuale è molto difficile e che quindi influisce sulle risposte fornite.

 

Il coltello dalla parte del manico

 

Come si configura il quadro dei “pessimisti”, ossia quel gruppo (62%) di lavoratori dipendenti che non prospetta di ricevere un aumento nei prossimi 12 mesi? Il Barometro IPL invernale ha indagato la ragione di questa convinzione. La metà degli appartenenti a questo gruppo riferisce che il datore di lavoro ha semplicemente il coltello dalla parte del manico. Il 32% dei “pessimisti” argomenta con la situazione economica dell‘azienda che semplicemente non permetterebbe aumenti salariali e un quarto afferma che dall’ultimo aumento dello stipendio non è passato molto tempo. Il 16% dei “pessimisti” ritiene inoltre che la situazione economica generale in Alto Adige non sarebbe favorevole per un aumento. Per il 13% un aumento dello stipendio sarebbe fuori luogo perché si è in procinto di cambiare lavoro o perché il loro contratto è in scadenza.

“Da un lato - commenta i dati la presidente dell’IPL Christine Pichler - i lavoratori dipendenti affermano di contrattare individualmente il loro stipendio e dall’altra parte molti sono convinti che un aumento non sarà possibile perché il capo ha sempre il coltello dalla parte del manico. Sono segnali allarmanti. Noi sindacati, in quanto rappresentanti dei lavoratori dipendenti, siamo chiamati quindi a combattere in modo più energico al fine di ottenere stipendi più alti”.