Wirtschaft | Prowinter 2018

“Sci a noleggio, un cambiamento epocale”

Alfredo Tradati coordina il Prowinter LAB alla Fiera di Bolzano. “In Italia settore raddoppiato in 5 anni. Chi viaggia in aereo sceglie la comodità”.
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Rental
Foto: ©Marco Parisi

Noleggiare sci, scarponi e tutto quello che occorre per gli sport invernali, senza dover portare l’attrezzatura nei viaggi – soprattutto in aereo – e potendo approfittare di materiale nuovo o comunque ben mantenuto. Il rental applicato al turismo invernale è un fenomeno in grande ascesa, come spiega Alfredo Tradati, maestro di sci, ex allenatore delle squadre nazionali di sci, giornalista specializzato nel settore, ideatore di Outdoortest, guida online per l’acquisto di attrezzature sportive. Tradati è anche responsabile qualità per la catena Rent and Go e coordinatore di Prowinter lab, l’osservatorio sul noleggio di Prowinter, la kermesse che mette assieme gli operatori della montagna, aziende del mondo della neve e degli sport alpini, atleti professionisti, negozianti, addetti ai lavori dal 10 al 12 aprile alla Fiera di Bolzano. Per l’11 aprile, alle 14 nella Sala Cevedale, Prowinter LAB organizza il primo Ski Rental Summit a cui partecipano tutti gli attori del noleggio, per fare il punto di uno scenario in rapido cambiamento e trovare una direzione di sviluppo comune.

 

 

salto.bz: Cos’è esattamente Prowinter LAB?
Alfredo Tradati: Un vero e proprio “think tank” dove i protagonisti dei vari settori si incontrano, si scambiano informazioni e esperienze, raccolgono e elaborano dati, studiano dinamiche e creano strategie. Il primo ambito in cui il laboratorio si è mosso e sta progredendo è quello del noleggio delle attrezzature sportive, in particolare dello sci. Prowinter, infatti, è nata 17 anni or sono proprio come salone dedicato al noleggio e ai servizi per le scuole di sci e da allora ha monitorato l’andamento del settore, sempre in costante e rapida crescita, talvolta fuori controllo. Da qui l’idea di costituire un “Osservatorio” permanente sul noleggio delle attrezzature sportive. Un organismo dinamico capace di studiare a fondo ogni problema inerente le parti in gioco, in particolare le aziende produttrici da un lato, gli imprenditori del noleggio dall’altro.

 

Come si presenta lo Ski Rental Summit?
Sarà il primo appuntamento pubblico dell’osservatorio. Una tavola rotonda con esperti che avrà come obiettivo primario la sensibilizzazione verso un noleggio responsabile. Le finalità del settore devono essere la sicurezza degli utenti, la qualità del servizio e del prodotto e la formazione del personale. Il settore del noleggio sta crescendo decisamente in tutto il mondo e anche in Italia, dove è partito in sordina ma si sta rapidamente adeguando al resto del mondo.

 

 

Si possono dare alcuni dati per inquadrare l’incremento del noleggio in Italia?
Partirei da alcuni numeri di base. Gli sciatori nel nostro Paese, secondo una stima internazionale, sono 4,9 milioni, l’8% della popolazione, ai quali si aggiungono 2,6 milioni di stranieri ogni stagione. Gli utenti del noleggio, stando allo studio Dimark srl per Assosport, sono 4,4 milioni a stagione, che vuol dire il 58% del totale degli sciatori presenti sulle nostre piste. Una quota molto alta, che riflette la tendenza internazionale. I noleggi censiti allo stato attuale sono 851, di cui 196 in Alto Adige, il 23% del totale.

 

Quanto è aumentato il rental nello specifico?
Nell’arco degli ultimi 5-7 anni il noleggio nel nostro Paese è quasi raddoppiato, dal 25% rispetto alla totalità di sciatori sulle piste italiane a oltre il 50%. Un’accelerazione innegabile.

 

Perché questo incremento in un Paese che tradizionalmente, a partire dalla casa, ama i beni e le attrezzature di proprietà?
Certamente in Italia il noleggio fino a poco tempo fa era una modalità meno frequente rispetto ad altri Paesi. Per motivi culturali, innanzitutto. “L’italiano è innamorato dei propri prodotti, vuole possederli”, si diceva. Questo almeno è stato per molto tempo lo scudo delle case produttrici di sci che, così pensando, hanno tardato a comprendere il fenomeno rental. Ma, l’esperienza ci insegna, il consumatore italiano alla fine fa quello che fa il resto del mondo, solo qualche anno più tardi. Un esempio? Con i telefonini eravamo parecchio indietro, poi rapidamente abbiamo superato tutti gli altri.

 

Ci sono delle tendenze di fondo?
L’afflusso di turismo straniero nelle nostre montagne, sempre più significativo ed in crescita, ha dato una forte spinta al fenomeno. Primo, i turisti dall’estero hanno già un’abitudine al noleggio. Secondo, ci sono delle esigenze pratiche di chi viaggia in aereo e  preferisce spostarsi senza un bagaglio eccessivo. Inoltre, ha pesato la congiuntura economica. La crisi della vendita di sci nuovi in Italia: in 15 anni siamo passati da 370.000 sci venduti a 170.000, nei quali ci sono anche quelli destinati al noleggio, (circa 25.000, forse sottostimati). La crisi si spiega anche con la crescita, in questo frangente temporale, delle spese alternative delle famiglie, soprattutto per gli smartphone e la tecnologia in genere, fattori che a loro volta hanno dato impulso ad altre voci di spesa come, ad esempio, la prenotazione di viaggi low cost. Ne consegue che il budget a disposizione per le attività come lo sci (che comunque resta uno sport costoso) è drasticamente diminuito. In pratica, sono cambiate le abitudini.

 

Quindi il noleggio va considerato come una forma di risparmio per lo sciatore?
Direi che bisogna ragionare in termini di servizio, più che di costo. Trovare l’attrezzatura nel luogo di destinazione senza dover portare tutto con sé è senza dubbio una comodità invitante. L’importante è che sci e scarponi noleggiati siano di qualità e ben mantenuti. Parliamo sempre di noleggio qualitativo, il low cost in questo settore non è da prendere in considerazione per gli evidenti rischi per la sicurezza.

 

 

Ma quanto costa noleggiare l’attrezzatura per una giornata sulle piste?
Escluso il citato low cost, si va in base alla categorizzazione. Rent and Go utilizza le stelle, altre aziende soluzioni diverse. Comunque, la base di partenza per sci e scarponi di livello principiante, per una giornata, è di circa 20 euro. Poi si sale fino alle 6 stelle, il materiale più prestigioso, con costi attorno ai 50 euro. Il vantaggio economico ovviamente è nella lunga durata, noleggiare l’attrezzatura per più giorni, il periodo della vacanza.

 

Ci sono dei conflitti con le case produttrici dell’attrezzatura?
Il rapporto tra i due mondi, aziende di produzione e del noleggio, si è sviluppato in forma anarchica, senza strategie comuni e, soprattutto, con obiettivi apparentemente divergenti. Le aziende dello sci, in maniera oggi non omogenea tra loro, hanno sovente indicato nella crescita del noleggio la responsabilità del drammatico calo di vendite subito da 15 anni a questa parte (-55%), come dicevo poc’anzi. I noleggiatori dal canto loro dichiarano come inesorabile e inarrestabile la crescita del proprio servizio grazie a un’utenza internazionale sempre più abituata a fruirne ovunque, e non solo per ciò che riguarda le attrezzature sportive.

 

Tornando a Prowinter e a Prowinter LAB, la finalità è dare uno sguardo complessivo sui fenomeni in atto per trovare assieme direzioni per uno sviluppo armonico del turismo invernale?
Sì. Prowinter è tornata da due anni a questa parte al suo heritage, il suo cuore che è quello di essere l’unica fiera in Europa e forse al mondo per tutto ciò che ruota attorno al noleggio e ai servizi per lo sci. La Fiera vuole diventare il punto di incontro privilegiato per tutti i professionisti dello sci. Un appuntamento irrinunciabile di fine stagione dove potersi confrontare, dialogare, scambiare esperienze e respirare le tendenze in atto.