Politik | Le trattative

Svp-Lega, la storia infinita

Otto ore di colloqui ma è ancora fumata nera. Il programma si vuole chiudere il 3 gennaio. Calderoli arriva il 5. Toponomastica e stranieri i punti divisivi.
Svp-Lega
Foto: Facebook

Proseguono a velocità da crociera le trattative fra la Svp e la Lega per dare vita al nuovo esecutivo provinciale. Ieri (27 dicembre) otto ore di colloquio fra le due delegazioni - per il Carroccio Massimo Bessone, Giuliano Vettorato, Carlo Vettori, Rita Mattei, il deputato Filippo Maturi e l’avvocato Angelo Polo e per la Svp Arno Kompatscher, Philipp Achammer, Waltraud Deeg, Karl Zeller, Angelika Wiedmer e Meinhard Durnwalder - non hanno fatto il miracolo: chiudere finalmente il programma dopo il gelo dei giorni scorsi. La crisi fra i due futuri partner di governo si era aperta dopo l’approvazione da parte della commissione Affari costituzionali del Senato, poco prima di Natale, del disegno di legge sul taglio dei parlamentari che porterebbe a una riduzione da undici e sette deputati e da sette a quattro senatori in regione. Ddl il cui relatore è l’ex ministro leghista Roberto Calderoli, incaricato dal vicepremier Matteo Salvini di seguire le trattative a Bolzano. E proprio Calderoli - con cui l’Obmann della Svp Philipp Achammer ha provveduto a ricucire - ha annunciato che arriverà nel capoluogo il 5 gennaio prossimo con una proposta risolutiva da sottoporre alla Volkspartei.  Nel frattempo, dato che sono giunte garanzie sul rispetto della procedura dell’intesa tra Stato e Provincia, i colloqui sono ripresi e due terzi del programma sono stati fissati, riferisce il governatore Arno Kompatscher. Il prossimo, decisivo, appuntamento è per il 3 gennaio quando l’accordo sul programma, secondo i piani, dovrebbe essere raggiunto, a prescindere quindi dall’arrivo di Calderoli. 

 

I nodi da sciogliere

 

Uno dei punti dibattuti è la questione degli stranieri per cui l’accesso alle prestazioni secondarie di welfare è vincolato, secondo la legge provinciale, alla frequentazione di corsi di lingua e alla partecipazione a iniziative di promozione all’integrazione. Tema su cui la Lega chiede più fermezza che si traduce in particolare nella verifica della frequentazione dei corsi e nel manifesto rispetto dei valori occidentali. Il Carroccio punta poi a far inserire un richiamo sulla “famiglia naturale” nel programma. Riguardo il capitolo “Europa, autonomia e convivenza”, che fu oggetto del tanto discusso preambolo, i tre punti resteranno all’inizio del testo del programma con la Lega che spinge per aggiungere un riferimento alle radici cristiane dell’Alto Adige. Sulla toponomastica per Kompatscher si deve ripartire dal testo elaborato dalla Commissione dei Sei che due anni fa aveva raggiunto un’intesa sulla relativa norma d’attuazione; è chiaro che la Svp non intende attendere la sentenza della Consulta, che con ogni probabilità boccerebbe la legge provinciale sulla toponomastica del 2012, e vorrebbe una nuova legge prima del pronunciamento della Corte Costituzionale. “Non parliamo di questioni che servono solo a creare divisioni fra i gruppi linguistici”, taglia corto il capodelegazione della Lega Massimo Bessone. Ma sui temi etnici la miccia potrebbe riaccendersi.

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Richter Peter Fr., 28.12.2018 - 14:35

Fermate questo inganno!!!! È un gioco di potere totalmente inutile per la nostra popolazione. Il futuro dell'Alto Adige è nell'Europa, nell'Euro, rispettando i valori civili occidentali. I fascistelli al governo NON CI SERVONO. Tantomeno quando producono solo danni, come abbiamo visto con la manovra, il decreto dignità e il decreto sicurezza. Basta, a casa Achhammer, Durnwalder e il Bauernbund!! L'Alto Adige moderata che guarda al futuro non si merita di essere ricattata con forze estremiste.

Fr., 28.12.2018 - 14:35 Permalink
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Hans Hanser Fr., 28.12.2018 - 16:31

Aber Herr Richter, lassen Sie doch die Politstrategen weiter herumwerkeln. Das ist der Anfang vom Ende! Wie kann eine Heirat mit einer Partei, die mit der deutschen AfD zu vergleichen ist, gut gehen? Auch wenn die Gier der Südtiroler Landwirte unerschöpflich ist, wird sich Südtirol international durch diese Heirat isolieren, internationale Partner werden beim geringsten Mucks, den Salvini und seine Mannen gegen Brüssel machen, auf Südtirol zeigen. AK und PA können sich dann jahrelang rausreden, dass sie zwar zu Europa stehen, aber in Bozen nun mal mit diesen Typen was machen mussten, weil die Italiener sie nun mal gewählt hätten und blablabla - das interessiert doch keinen Wirtschaftspartner! Interessant ist die Zukunftsperspektive und die ist bei Lega nicht gegeben. Wenn das das Edelweiß nicht einsehen will, öffnen sie lediglich die Tür für weitere Stimmenverluste.
Die Partei ist längst schon nicht mehr glaubwürdig, vor 6 Monaten mit dem PD, heute mit der Lega und in 5 Monaten mit Forza Italia. Alle 3 Bündnisse sind ein Fehler, der mit dem PD wäre der kleinste, hätte man nicht die 2 Walschen nach Südtirol geholt. Und jetzt muss man die Suppe auslöffeln. AK und PA tragen sich jetzt schon in die Geschichtsbücher ein, nämlich als das Duo, das den Karren an die Wand fährt.

Fr., 28.12.2018 - 16:31 Permalink