shining.jpg
Foto: commons.wikimedia.org
Gesellschaft | Maltrattamenti

Rinnovando gli auguri

Brindisi di fine anno con felice consuntivo del “secolo lungo”, tanti bei sorrisi dall'Overlook Hotel, meno dalle acque del futuro non ancora intiepidite per tutti.

Prima di partire per le brevi vacanze natalizie che mi sono concesso nella mia città di origine, ho fatto in tempo a partecipare alla presentazione di un libro che rievoca i cento anni di appartenenza del Sudtirolo all'Italia. La presentazione era veramente eccellente, sia nei modi che nei toni. Patrick Rina, Ulrike Kindl e Tiziano Rosani i curatori del volume – sono stati molto bravi nel definire lo spirito dell'opera e il senso dei principali contributi. Volendo condensare il messaggio complessivo dei testi, si potrebbe dire che la formula si è ormai assestata a prova di scossa tellurica o vulcanica: l'annessione fu un'ingiustizia, una cosa sbagliata, ne abbiamo sofferto tutti, sebbene non tutti contemporaneamente, ma in fondo ci è andata bene e potrebbe persino andarci meglio, se solo sapessimo sfruttare certe potenzialità ancora inespresse. Intendiamoci, non si tratta di un consuntivo inedito. A parte il solito discorso del bicchiere metà pieno e metà vuoto (nella variante specifica: il bicchiere è più pieno che vuoto, anche se spesso a qualcuno conviene fare finta che sia il contrario), a parte questo discorso che facciamo o potremmo fare tutti per ogni cosa, non è male che in sede di ripasso generale delle nostre note vicende le facce siano state quelle sorridenti della sala del caminetto del Laurin, dove si è svolta la presentazione. Un po' per l'ambiente, un po' per l'impressione di festa mondana (o di festa prima delle feste), a me sono tornate in mente le sequenze che il regista Stanley Kubrick girò per documentare la vita dell'Overlook Hotel negli anni Venti del secolo XX.

Così mi sono messo a cercare il barista di nome Lloyd, al quale anch'io avrei sempre voluto dire “che ho due pezzi da venti e due da dieci, qui nel mio portafogli, e temevo che ci rimanessero fino all’aprile prossimo. Allora facciamo una cosa: tu mi passi una bottiglia di bourbon, con del ghiaccio e un bicchierino. Che dici, ci riesci, Lloyd? Non è che hai troppo da fare?”. Sovrapposizioni curiose: non è forse vero che Magnago assomigliasse un po' al guardiano Delbert Grady, quello che sterminò la famiglia a colpi d'ascia? Il padre dell'autonomia non perse la gamba, poveretto, mentre recitava il mantra All work and no play makes Jack a dull boy? Dalla storia locale, per fortuna, è evaporato tutto l'odio, come alla fine riconobbe persino Sebastiano Vassalli, e si è dissolta ogni nebbia di sangue e il senso di stupore ubriaco che genera l'ematocrito del “secolo lungo”. È questa la cosa che dobbiamo salutare con favore, brindando alla salute di ogni colendissimo ospite su questa bella imbarcazione addobbata che naviga placida già verso il prossimo anno, il 2019, in acque tranquille e intiepidite dal surriscaldamento climatico. Ah, ovviamente fuori dalla barca, al freddo, ché anche il surriscaldamento è roba da radical chic, sappiamo benissimo chi continuerà a starci. Ma non c'è dubbio, vedrete. Rinnovando gli auguri, continueremo a parlarne senza concludere molto, nei mesi che ci attendono, al margine di qualche foto di pastasciutte e di panini imbrattati di Nutella mangiati in diretta al Viminale, per la gioia e per il dolore di quanti sono collegati con noi in questo momento di vivissima e vibrante partecipazione.