Gesellschaft | Jahresrückblick

Salto in alto

Il contributo della community, costola essenziale del nostro portale, nell’anno che sta per chiudersi. Dalla Convenzione ai pesticidi. Appuntamento al 2018!
Jahresrückblick
Foto: upi

Se Salto è un organismo vivo, mobile e sfaccettato lo deve senza dubbio anche ai suoi blogger, commentatori, Kolumnisten, che con noi partecipano, sul ritmo dei fatti, alla sfida quotidiana delle domande, e danno nuove sfumature alla narrazione. Anche quest’anno la nostra community, con i suoi 334 post, si è imposta all’attenzione dei lettori in alcuni casi per il brillante piglio satirico dei suoi utenti smaliziati, in altri per le opinioni a tinte forti che stimolano l’interazione, in altri ancora semplicemente per aver offerto la sua personale Weltanschauung.

Fra i contributi più cliccati del 2017 spicca quello sul caso Disco Fix, il locale di Lasa che avrebbe rifiutato l'accesso ad alcune persone sulla base del colore della pelle. Die schwarzen schwalben, l’autore dell’articolo - che si distingue anche per un testo sull’opinabile necessità di kermesse come l’elezione di Miss Südtirol, il corpo delle donne e l’onda di giubilo progressista che tarda ad arrivare; e su Adan, il tredicenne curdo iracheno affetto da distrofia muscolare deceduto a Bolzano senza aver potuto usufruire di un’accoglienza dignitosa -, aveva infine lanciato un accorato appello ai gestori della struttura: “Wir fordern Disco Fix auf, seine menschenverachtenden Türregelung sofort abzuschaffen und allen Menschen, unabhängig von ihrem persönlichem Hintergrund die Chance zu geben zu feiern, zu tanzen und für ein paar Stunden vielleicht die Sorgen des Alltags hinter sich zu lassen”.

Un tema che ha occupato per diverso tempo le cronache dei quotidiani è stato quello della crisi del Pronto soccorso di Bolzano e del profondo malessere di quei medici che, date le difficili condizioni lavorative, si sono trasferiti altrove. Laura Ciccariello, dottoressa al Ps del capoluogo, porta la sua esperienza su salto.bz, raccontando la situazione nel “purgatorio” sanitario bolzanino, “il Pronto Soccorso rispecchia la realtà urbana e probabilmente Bolzano, per tanti motivi, ha cambiato connotati, non essendo più solo l'ordinatissima cittadina che vuole apparire”. Il suo momento di gloria, per numero di lettori, l’ha avuto anche uno dei nostri featured blog, “in collaborazione con Open Technologies”, che ci ha pazientemente ed esaustivamente spiegato cosa si intende per Internet delle cose (#nonsolopernerd) parlandoci, coerentemente, anche di futuro: “Unsere große Vision ist es eine ‘Machine Economy’ zu ermöglichen, wo sich Maschinen untereinander bezahlen und Ressourcen (Daten, Energie, Computation, Storage usw.) austauschen”.

Nell’angolo della polemica, poi, fa capolino la tradizionale ricorrenza di San Martino e il nome alternativo Festa delle Lanterne, che provoca ancora qualche alzata di sopracciglio. L’invito di Cornelia Brugger, insegnante di scuola d’infanzia ed ex esponente del Pd, è quello di uscire dai ristretti reticolati mentali: “Wenn die großen Besserwisser sich einmal ehrlich mit der Materie befassen würden, anstatt gebetsmühlenartig um ein paar Wählerstimmen zu ergattern von Natur aus und des Prinzips wegen herumzupolemisieren, würden sie draufkommen, dass der zusätzliche Name Laternenfest althergebracht ist”.

Come dimenticare, poi, il “sacrilego” poster che imitava quelli del marketing turistico dell'Alto Adige, affisso a Monaco di Baviera dall'Umweltinstitut München e raffigurante un trattore che passa con il nebulizzatore attraverso i filari, con lo slogan “L’Alto Adige cerca aria pulita”. Del tema si è occupato anche Sigmund Kripp proponendo un curioso parallelo: “…mit dem Ausbringen von Pflanzenschutzmitteln ist es wie mit der Sexualität in der katholischen Kirche: jeder tut's – aber keiner darf darüber reden!”. 

Sulla scia dello scandalo Weinstein e della campagna #metoo contro le molestie sessuali diventata virale, dice la sua sull’argomento Silvia Rier, bacchettando il Sudtirolo per aver snobbato la questione: “#Aufschrei war gerade mal abgeklungen, da kam auch schon #metoo angerollt. Nur Südtirol schien von beiden Debatten gänzlich unberührt, und ungerührt, und ich denke nicht, dass diese Tatsache daher rührt, dass Sexismus hier kein Thema, oder besser: keine Realität ist”. Il prolifico Michil Costa tocca il delicato tema dell’immigrazione, del mantra dell’“Aiutarli a casa loro” e dell'inerzia di un sistema sbilenco, senza tralasciare una verità elementare: “Questa ‘invasione’ non si può certo fermare, checché ne dicano i nostri partiti xenofobi, perché la storia ce lo insegna: la disperazione è inarrestabile”. Dal globale al locale: l’associazione Antenne Migranti traccia il quadro dell’accoglienza nel capoluogo altoatesino, fra diritti di cartapesta e dimore a cielo aperto, e non ci gira intorno: “Bolzano è un territorio di confine e si troverà inevitabilmente ad essere coinvolto da queste dinamiche, come tutti gli altri territori di frontiera”.

Elektroautos haben sich bisher nur zögerlich auf dem Automobilmarkt durchgesetzt. Nun aber scheint eine Wende bevorzustehen”, ci aveva avvertito invece la blogger Monika Psenner introducendoci al sogno possibile dell’auto elettrica. La deplorevole vicenda del linciaggio verbale subito dalla consigliera provinciale Brigitte Foppa che aveva riportato al centro del dibattito pubblico il tema del crocifisso nelle scuole dà il la a Damian Foppa che stila una “hitparade” dei migliori - si fa per dire - commenti, ricordando nel contempo un “piccolo” particolare: “Liebe Christen, die Gesellschaft verändert sich. Noch sind auf dem Papier die meisten Südtiroler und Südtirolerinnen katholisch, aber es ist töricht zu denken, dass alle auch wirklich glauben”. E di hate speech, ma anche dello spazio di manovra concesso all’estrema destra e della necessità di depotenziare il messaggio fascista, discorre Gentiana Minga, perché “chi istiga all’odio e al razzismo non è solo poco istruito e psicologicamente disagiato. Così come non lo era chi ha permesso che si appendesse all’interno di una caserma dei carabinieri una bandiera del Reich”. 

I lavori del controverso Konvent per la riforma dello Statuto di autonomia sono al centro del ragionamento di Gianluca Battistel che critica la proposta del vescovo Ivo Muser di introdurre il riferimento alle radici cristiane nel documento, una richiesta “totalmente inaccoglibile sia sul piano del principio che su quello del merito”. La Convenzione e il suo presunto fallimento funge da stimolo anche per Luca Fazzi che la ritiene “uno dei molti esperimenti di democrazia partecipativa che vanno a ingrossare i manuali di scienza politica per dimostrare la fugacità e la superficialità con cui la politica cerca oggi di dirimere i propri problemi esistenziali”. 

Un anno, insomma, come si evince da questa rapida carrellata, corale e moltiplicatore di opinioni, che si prepara a prendere posto nello stoccaggio dei ricordi. La tela bianca ancora incontaminata del 2018 ce la mettiamo noi. A voi i pennelli. Con l’ottimismo che si concede a ogni nuovo inizio: the best is yet to come.