Gesellschaft | Südtirol

Ascensore (sociale) non per tutti

Il mancato bilinguismo fa la differenza in tema di mobilità sociale. Ma di chi è la responsabilità?
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Il Festival dell’Economia di Trento si concentra quest’anno sul tema della insufficiente mobilità sociale e sulle conseguenti disparità tra i cittadini. Se la condizione economica e sociale rimane la stessa per tutta la vita e non ci sono attese di cambiamento, ne soffre la democrazia ed anche la prospettiva di sviluppo della società tutta, come sostiene l’economista Tito Boeri, animatore del Festival.

A ben vedere, la società altoatesina soffre dello stesso male: non dà le stesse opportunità di mobilitá sociale a tutti i suoi abitanti. Mi riferisco in particolare alle nuove generazioni di giovani di madrelingua italiana, i quali mancano generalmente di alcuni fattori indispensabili per poter salire sull’ascensore sociale. Ai più manca il patrimonio immobiliare di famiglia, l’azienda o lo studio professionale dei genitori nel quale subentrare, le “referenze” o le “relazioni” giuste per essere riconosciuti ed accettati nel contesto locale.

Ma spesso purtroppo manca anche la chiave decisiva per la mobilità sociale in Alto Adige: un perfetto bilinguismo italiano/tedesco. Senza di quello, niente promozione né economica, né professionale. I responsabili? Noi stessi, italiani dell’Alto Adige, ed un sistema scolastico pubblico che non è riuscito in settant’anni a formare generazioni di cittadini adeguatamente bilingui.

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Martin Federspieler So., 31.05.2015 - 21:51

Zu erwarten, dass die schule perfekt zweisprachige Schüler liefern kann, ist naiv. Ich habe nach zwölf Jahren italienischunterricht kaum einen Satz schreiben können (geschweige reden), und ich hatte durchwegs gute Lehrer. Sobald ich reden musste, ging es dann sehr schnell.
Ich denke also, dass die schule den Schülern einen Grundstock an Grammatik und Vokabeln beizubringen hat. Basta.
Dann liegt es an den Schülern und deren Umfeld, was sie daraus machen.

So., 31.05.2015 - 21:51 Permalink
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Martin B. Mo., 01.06.2015 - 00:18

Antwort auf von Martin Federspieler

Zutreffender Kommentar: ich bin auch überzeugt nicht die Schule, sondern a) die Einstellung eines jeden Schülers (direkt in Zusammenhang mit Eltern und Umfeld) und b) der konstruktiv/praktische Druck eine Sprache zumindest mündlich einsetzen zu müssen, ist entscheided für die Sprachkompetenz.

Mo., 01.06.2015 - 00:18 Permalink
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Massimo Mollica So., 31.05.2015 - 22:54

Più che il sistema scolastico, che a mio avviso è migliorato parecchio, sono quei partiti che si sono opposti alla convivenza che hanno rovinato generazioni intere. Per fortuna molto è cambiato e lo si vedrà nei prossimi anni, non per tutti, ma per alcuni...

So., 31.05.2015 - 22:54 Permalink
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Hubert Frasnelli Mo., 01.06.2015 - 11:08

die schule kann nicht das leisten, was das elternhaus versäumt. solange kindern (gilt für "beide" seiten) allzu häufig schon im zartesten alter das gift der üblichen vorurteile eingeträufelt wird, bleibt die tür für neugierde, interesse ja vielleicht freude am erlernen der "anderen" sprache weitgehend verschlossen. dies präjudiziert dann entscheidend erfolgreiches erlernen von sprachen in der schule.

Mo., 01.06.2015 - 11:08 Permalink