Politica | Retribuzioni

“È ora di alzare gli stipendi”

Cresce il divario fra poveri e ricchi. Le contromisure dei Verdi: salario minimo e contratti integrativi territoriali. “Dov'è il lavoro nel programma di governo?”.
Dello Sbarba, Foppa, Staffler
Foto: Salto.bz

È il lavoro il tema di stringente priorità per questa provincia. Ne sono convinti i consiglieri provinciali dei Verdi Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba e Hanspeter Staffler che hanno elaborato due mozioni, una riguardante il settore pubblico e una quello privato, che saranno discusse nella sessione di marzo del consiglio.

“Nel programma elettorale di governo l’argomento è praticamente inesistente - osserva Foppa -, la Lega non spende una parola sul lavoro né sul ‘buon lavoro’ e la questione sociale ruota tutta intorno alla solita caccia all’immigrato, la Svp invece accenna solo agli stipendi equi, ma il discorso da fare qui è molto più ampio”. In Alto Adige, le fa eco Staffler, “il costo della vita è più alto del 20% della media italiana, mentre salari e stipendi superano solo del 6% la media nazionale”. Va da sé, dunque, che pianificare il futuro diventa per molti un’impresa sempre più ardua. 

 

Pubblico e privato

 

Per quel che concerne il settore pubblico il punto fondamentale della mozione si basa sulla richiesta, indirizzata alla Provincia, di aprire immediatamente le trattative per il rinnovo del contratto di intercomparto. Contratto che, di fatto non ha tenuto il passo, sia dal punto di vista economico sia normativo, con il cambiamento progressivo della società da 15 anni a questa parte.

Lo scopo, per gli ambientalisti, è ottenere entro la fine del 2019 un significativo miglioramento sul versante economico, tradotto: un aumento di almeno il 10% dello stipendio base, spiega Staffler, per tutte le qualifiche funzionali. Come mai proprio il 10%? Il parametro corrisponde alla perdita di potere d’acquisto che non è ancora stata compensata dagli aumenti salariali nel periodo 2009-2016. 

Ma se il panorama nel comparto pubblico non è roseo, il settore privato non se la passa meglio, basti pensare che tra il 2011 e il 2016 le retribuzioni lorde annue al netto dell’inflazione sono diminuite dello 0,8%. I più penalizzati sono i dipendenti che lavorano a termine o a tempo parziale e la paga cala in tutte le fasce d’età, la più colpita quella dei 50-54enni che accusano una perdita del 3,5%.

In parallelo il 17% della popolazione è a rischio povertà, parliamo di 35mila famiglie in cui vivono perlopiù 87mila persone. “E la situazione non migliora nonostante l’andamento dell’economia in Alto Adige, i ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri e la classe media perde posizione” certifica Dello Sbarba.

Nel 2017 solo il 3,1% dei contribuenti ha dichiarato redditi superiori a 75mila euro, mentre il 27,6% ha dichiarato meno di 10mila euro. Altro dato degno di nota riguarda le imprese altoatesine che, sommate le riduzioni di Irap e Ires, pagheranno nel 2018 144 milioni di euro in meno rispetto al 2012 (riduzione del 20%), di contro il gettito dell’Irpef sul lavoro dipendente aumenterà di ben 231 milioni di euro (+14%). 

Perché la ricchezza venga re-distribuita adeguatamente i Verdi chiedono alla Provincia di convocare un tavolo con le parti sociali per stipulare un accordo quadro che preveda di fissare un “minimo salariale orario altoatesino” che permetta ai lavoratori di arrivare dignitosamente alla fine del mese; di aprire trattative per contratti integrativi territoriali (finora poco attuati in Alto Adige) che migliorino le condizioni economiche dei dipendenti e infine di premiare le aziende che stipulano questo tipo di contratti e rispettano il già citato minimo salariale, e di disincentivare quelle che invece non applicano tali misure. “La giunta - conclude Dello Sbarba - non può più chiamarsi fuori, un riequilibrio delle condizioni economiche è indispensabile”.