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Figli di un dio minore

Per Marco Giovannelli (ANSO) le testate digitali sono un “avamposto di innovazione”, anche se spesso bistrattate. E sulla riforma dell'editoria vogliono dire la loro.
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Foto: Pixabay

Occhi puntati sugli Stati generali dell’editoria convocati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Vito Crimi per discutere sul futuro dell’informazione. Oggi, 25 marzo, a Roma si è aperto il confronto, si tratta di quattro step in tutto che dovrebbero portare entro l’estate a delle proposte concrete, attraverso il dibattito in cinque macro aree: l’informazione primaria, i giornalisti e gli altri operatori, l’editoria, il mercato e i cittadini. È un momento importante, ha detto il premier Giuseppe Conte aprendo i lavori, “e tutti devono dare il loro contributo. Compete al governo esprimere un indirizzo politico, ma è da anni che se ne parla e da anni non si fa nulla. È un settore delicato per la democrazia. Sarà un percorso complesso ma incluso. Sarete chiamati a esprimere proposte speriamo innovative”. A settembre, infatti, il governo presenterà i disegni di legge sulla riforma dell’editoria. “Il nostro obiettivo è giungere a un sistema di informazione efficiente, rigoroso, equo e libero”, ha aggiunto il Primo ministro parlando di “percorso condiviso” per giungere alla tanto attesa riforma del settore. 

“Ben venga un percorso condiviso che mette al centro il pluralismo dell’informazione tenendo in considerazione i nuovi scenari introdotti dal digitale e gli assetti di mercato”, è il commento di Marco Giovannelli, presidente di ANSO, Associazione Nazionale Stampa Online, “noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

 

 

Il numero uno dell’ANSO nel suo intervento ha posto l’accento sulle piccole realtà native digitali, prevalentemente testate locali, “che hanno una vicinanza particolare con la vita delle comunità con la quale hanno un legame molto stretto” e che sono spesso considerate “figlie di un dio minore” pur svolgendo un “lavoro centrale: ed è un bene che ci sia questa occasione e questo percorso in quattro fasi per poter far sentire anche la voce delle piccole realtà. Si tenga conto - argomenta Giovannelli in una nota - che molte di queste hanno un aspetto occupazionale importante anche perché il tentativo fatto con gli ultimi 20 anni di lavoro è stato quello di rendere sempre più strutturate queste realtà e farle uscire da una dimensione che non sempre era regolare, sia per quanto riguarda la registrazione delle testate e sia perché non c’era attenzione ai rapporti di lavoro e alle caratteristiche del lavoro che svolgiamo. E parliamo di realtà che partivano da alcune situazioni di irregolarità mentre oggi non è più così”. 

ANSO si è attivata per delineare la situazione delle testate digitali e regolamentarla. “La collaborazione con Agcom, partita anche a Varese con il festival del giornalismo digitale Glocalnews - ha ricordato Giovannelli - ha portato ad un lavoro di censimento e misurazione delle testate digitali, un lavoro che fino ad oggi non era mai stato fatto se non parzialmente. Sarebbe già un primo successo far emergere queste realtà, sia per continuare a regolamentarle ancora meglio ma anche per dare valore ed evitare che queste realtà vengano associate alla cosiddetta “jungla del web” o alle ‘fake news’”. Le testate digitali sono però un “avamposto di innovazione. Si pensi ad esempio che le trasformazioni sono state enormi: oggi chi ci legge lo fa per il 75% dei casi con lo smartphone e questo cambia completamente il modo di fare il nostro lavoro. La verifica delle fonti e il lavoro sulla notizia - sostiene infine Giovannelli - devono essere gli stessi ma l’interazione con i lettori attraverso lo smartphone è completamente diverso. Complessivamente la rappresentanza di questi mondi porta a tanti milioni di cittadini raggiunti ogni giorno. Ed è importante dunque approfondire e far emergere tutto il panorama”.