Società | L’annuncio

Mancano volontari, si ferma Playground

Stop per il festival hip hop a Bolzano. Troppo poche le forze. Mattion (La Strada): “Dai giovani altri interessi”. Rebo: “Spazio a qualcos’altro”. Evento rap alternativo.
Playground
Foto: Playground

“Dopo 15 bellissimi anni di Playground l’organizzazione si vede costretta fermarsi”. Davide Zanon, in arte Rebo, affida alla pagina facebook del festival bolzanino i motivi dello stop per la manifestazione che solo l’anno scorso ha portato più di duemila persone in riva al Talvera, grazie al rap e al basket di strada. E che in 15 edizioni - la prima a Villa delle Rose, 13 in piazza Tribunale, l’ultima ai Giardini - ha “dato spazio ad artisti che poi sono diventati grandi: da Ghemon - ricorda sempre Rebo - ai Club Dogo, da Frah Quintale a Clementino, da Kaos One a Bassi Maestro, da Tormento ai Colle der Fomento e molti altri”. 

Stop inatteso

Non ci sarà dunque l’edizione 2019, programmata per sabato 22 e domenica 23 giugno, anche se è pronto l’evento alternativo, sempre hip hop, a cui lavorano l’associazione Bolzano Massive e il Vox Hole collettive che fanno parte del team di Playground. Ma cos’è successo? Il tempo, a quanto pare, è passato e non ha risparmiato la squadra di organizzatori della manifestazione, nata da un’idea portata da Zanon e altri amici nel centro giovanile Villa delle Rose di Bolzano. 

 

Per l’evento, riepiloga l’artista, sono cresciuti “di anno in anno il livello di difficoltà e il costo economico, ma non abbiamo mai mollato”. “Però - prosegue - i volontari crescono, hanno le proprie vite e se non c’è ricambio il lavoro ricade su sempre meno persone e forse la gente dava per scontato ormai che Playground ci fosse per sempre”. “Un errore…” continua il post che ha ricevuto l’interessamento dell’assessore comunale Angelo Gennaccaro, il quale ha poi coinvolto il collega in Provincia Giuliano Vettorato (“Ci sentiamo lunedì” ha risposto il vicepresidente).

Mattion e Rebo

“Eravamo già partiti con la pianificazione della prossima edizione” spiega Manuel Mattion, dell’associazione La Strada che gestisce i centri giovani Villa delle Rose e Apollo Brown di Bolzano e il Tilt di Merano. “Ci siamo trovati il mese scorso ma eravamo rimasti in pochi, io, Rebo e David Stefani di Bolzano Massive. C’era qualche altro ragazzo, ma nessuno che potesse portare avanti un compito burocratico e organizzativo. Abbiamo quindi deciso di prendere una pausa di riflessione”. Mattion parla da operatore dell’associazione: “Noi non siamo organizzatori di eventi, ma favoriamo l’iniziativa giovanile. Devo ammettere che hip hop e street basket oggi non vanno per la maggiore tra i ragazzi che frequentano i centri”.

Rebo, dj attivo nella scena hip hop e r&b, in parte concorda.  “Il gruppo si è assottigliato negli anni e d’altro canto sono cresciute nel tempo le cose da fare, anche a livello burocratico, per cui i nuovi ingressi non hanno fatto fronte a questa complessità. Non so se è vero che l’interesse è calato, perché il festival era sempre molto partecipato, ma evidentemente non appassionava più un giovane a tal punto da dare una mano ad organizzarlo. Quindici anni sono tanti: se un ragazzo non lo sente suo è giusto fare spazio a qualcosa di nuovo”.

Stefani: “Un’altra serata rap”

L’evento si è fermato. Gli accordi preventivi con i big musicali - il produttore americano Apollo Brown e Inoki, storico Mc italiano - sono stati disdetti. Tuttavia c’è chi pensa già a qualcosa di sostituivo. “In tre da soli non potevamo farci carico della complessa burocrazia, ad esempio per i permessi della sicurezza degli eventi sportivi” dice Stefani, attivo sia per Bolzano Massive sia per il Vox Hole collettive, che per il 6 aprile organizza il concerto con Ketama126 al Pippo. “Ma posso annunciare che in quel weekend di giugno si farà una serata sempre di hip hop, con Inoki. E che nel 2020 ci sarà sicuramente qualcosa”.