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Reddito di Cittadinanza, nein danke?

L'introduzione del Reddito di Cittadinanza non migliora le condizioni degli altoatesini più deboli, già inseriti nel sistema di interventi sociali della Provincia.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Da quando, nel 1972, la Provincia Autonoma di Bolzano ha acquisito dallo Stato le competenze primarie nel campo dell’assistenza, si è fatta molta strada e nella direzione giusta. Passo, passo è stato costruito un sistema sociale e assistenziale “su misura” per la società altoatesina. Chi ci vive e ci è abituato forse non se ne accorge, ma basta un trasferimento in altre realtà, a livello nazionale e non, per valutare meglio quello che di buono con l’Autonomia ci siamo conquistati.
Già nel 1973, con legge provinciale, è stato introdotto il cosiddetto “Minimo vitale/Lebensminimum” per garantire ai cittadini più poveri un reddito dignitoso. Di seguito, la legge in favore dell’assistenza agli anziani, il “sussidio casa/Wohngeld”, l’assegno a favore dei nuclei familiari a basso reddito, la pensione alle casalinghe, il fondo per la non autosufficienza/Pflegesicherung, l’incentivo economico ai padri per i periodi di assenza per paternità, l’anticipazione dell’assegno di mantenimento a tutela del minore, ecc.ecc. Una serie di misure che creano un sistema organico di interventi a favore dei cittadini quando essi si trovano in condizioni di maggiore difficoltà. Solo grazie alla provincializzazione dell’assistenza, ed all’uso locale di buona parte delle imposte pagate dagli altoatesini, si è potuto legiferare in modo da dare risposte concrete.
Ora arriva il nuovo Reddito di Cittadinanza, norma nazionale, che scavalca il sistema locale ed avrà come destinatarie le stesse persone che già godono delle prestazioni provinciali. Tanto meglio per loro, si potrebbe pensare, più soldi non danno fastidio. Ma in definitiva non sarà così: il Reddito di Cittadinanza non ha nessuna logica all’interno del nostro sistema di sicurezza sociale fatto di provvedimenti coordinati tra loro e già sufficientemente generosi. Quello che è a rischio in questo caso non è il reddito dei cittadini più poveri (già oggetto delle provvidenze provinciali), ma la competenza autonoma locale primaria nel campo dell’assistenza. E’ opportuno che la Provincia si muova rapidamente verso il Governo centrale per salvaguardare il nostro sistema di Welfare ed evitare confusione e false aspettative tra gli altoatesini. Rafforziamolo noi, invece, il nostro Welfare.
Reddito di Cittadinanza? A Bolzano, anche no.
(www.albertostenico.it)