“...ma si lamentano se decidiamo noi”
La notizia che la Provincia entro pochi giorni deve individuare altri 700 posti per migranti richiedenti asilo ha messo in fibrillazione Comuni e Comunità Comprensoriali ai quali sono state assegnate precise quote. Stiamo parlando di 153 in Pusteria, 139 in Val d’Isarco, 102 nel Burgraviato, 91 a Salto Sciliar e 54 in Venosta. Con la maggior quota di ‘nuovi posti’ che dovrà comunque essere individuata nell’Oltradige / Bassa Atesina (161). Mentre sia Bolzano che Val d’Isarco saranno per questa volta esentati, perché ‘hanno già dato’.
L’assessora provinciale competente Martha Stocker ha riferito che metà dei 700 posti sono stati grosso modo individuati e che, ora, è partita la corsa contro il tempo per individuare i restanti posti. Che, comunque, la Provincia dovrà garantire se entro il 17 maggio comuni e comprensori non avranno fatto le loro proposte in merito.
La notizia, naturalmente, ha suscitato aspre critiche da parte delle forze politiche d’opposizione che da sempre cavalcano il malcontento nelle valli. Su tutti i Freiheitlichen dove una rediviva Ulli Mair (forse sulla scia del recente rafforzamento del partito gemello austriaco) si è detta “sgomenta” e certa che per il territorio altoatesino “700 profughi aggiuntivi non sono sostenibili”. I Freiheitlichen hanno colto l’occasione per sferrare un durissimo attacco alla giunta provinciale Kompatscher e la sua politica, definita senza mezzi termini “fallimentare e contro la popolazione locale”.
Ma qual è la situazione attuale per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi in Alto Adige? Per chiarirci le idee ci siamo messi in contatto con il direttore della ripartizione Politiche Sociali della Provincia Luca Critelli, che abbiamo intervistato.
salto.bz: Chi sono questi 700 ‘nuovi profughi’ in arrivo? Persone che hanno già ottenuto l’asilo in Italia?
Luca Critelli - No, sono né più e né meno come quelli che sono arrivati finora nell’ambito delle quote statali. Si tratta di persone che hanno presentato domanda di asilo in Italia e che vengono ripartite nella varie regioni italiane sulla base di quello che è il noto parametro di distribuzione legato alla popolazione.
Arriveranno tutti in un colpo?
No, e anche in questo caso è molto importante precisare affinché non si faccia confusione. Si tratta di ‘posti’ non di persone. Luoghi che noi cerchiamo in via preventiva e che cerchiamo per essere pronti in caso di eventuali assegnazioni. Un ‘posto’ non si realizza dall’oggi al domani e quindi non possiamo trovarci impreparati nel prossimo futuro. Lo ripeto: non si tratta di 700 persone che arriveranno nell’imminenza.
Abbiamo fatto anche un calcolo: più o meno è lo stesso numero di posti che abbiamo incrementato nel 2015. Pensiamo che la situazione quest’anno potrà essere più o meno analoga all’anno scorso e allora ci prepariamo in questo senso.
I profughi che si trovano già sul territorio della Provincia di Bolzano invece chi sono e quanti sono?
Quelli accolti nelle strutture per richiedenti asilo sono soprattutto giovani adulti maschi tra i 20 e i 35 anni, anche se ci sono alcune famiglie e donne singole. Le provenienze principali sono dall’Africa Centrale con qualche gruppo anche abbastanza consistente da Afghanistan, Irak, Pakistan e Bangladesh. In tutto al momento sono circa 900.
Quindi entro il 2016 i numero richiedenti asilo in Alto Adige potrebbe salire fino ad un massimo 1600 unità, in sostanza.
Ci si predispone rispetto a questo. Nessuno ha la sfera di cristallo: la stima potrebbe essere in eccesso ma potremmo anche scoprire a seconda dell’evolversi degli eventi che invece si tratta di numeri in difetto. A mio avviso si tratta di una stima piuttosto prudente.
In Alto Adige ci sono anche migranti che hanno già ottenuto l’asilo in Italia?
La decisione in Italia avviene alla fine di una procedura che purtroppo ha tempi eccessivamente lunghi: si parla anche di 15/20 mesi. Al momento in Alto Adige il numero delle situazioni effettivamente decise è molto basso. Si tratta di casi isolati.
Per quanto riguarda l’identificazione dei 700 alloggi nel territorio si parla di tempi molto stretti: entro il 17 maggio comprensori e comuni dovranno fare le loro proposte altrimenti poi sarà comunque la Provincia a decidere.
Io sono ottimista, mettiamola così. E di questa situazione va un po’ capita la storia. In realtà la Provincia già nel 2015 per due volte aveva fatto la richiesta a comuni e comprensori di proporre soluzioni e siti adeguati. All’epoca i riscontri furono abbastanza scarsi, motivo per il quale poi la Provincia ha direttamente individuato alcuni siti che poi nel corso dell’anno sono stati attivati.
Ci troviamo però sempre nella brutta situazione in cui da un lato i comuni non propongono nulla e dall’altro quando poi è la Provincia ad individuare la struttura si lamentano di mancato coinvolgimento e informazione. Per evitare un po’ questo giochino spiacevole questa volta abbiamo calcolato chiaramente la quota che spetta ad ogni comprensorio così non si può nemmeno sperare che ad esempio sia un comprensorio vicino a farsi carico della cosa. Abbiamo poi detto di nuovo chiaramente: “questa è l’ultima possibilità che avete”. Anche a loro deve essere chiaro che è molto meglio se si arriva ad una soluzione consensuale in cui tutti sono convinti che il sito individuato sia quello giusto e vada bene.
Questo è un periodo di campagne elettorali. Ma solo in 4 comuni, in realtà.
Le elezioni contano poco. I sindaci pensano che questa cosa dai cittadini viene vista in un modo sicuramente non positivo. E questa cosa è abbastanza comprensibile. Non è la prima volta che si verificano queste dinamiche, all’interno di una sorta di gioco delle parti.
Penso che stiamo giocando col
Penso che stiamo giocando col fuoco. La guerra in Bosnia iniziò con qualche decina di migliaia di gente che non aveva nulla da perdere, con semplici armi leggere. Un'altra caratteristica comune nello scenario di riferimento era la "dispersione" degli armati.
LEZIONI DALLA STORIA
"In decine di migliaia premono alla frontiera. Fuggono dalla guerra e dalla fame, sono pronti a lavorare nei campi, far gli operai, pulire le case, badare agli anziani."
http://salto.bz/node/37722