si può provare a trasformare un non luogo in un luogo di discussione per poterlo
trasferire nel “ formidable expansion des grands magasins sous le Second Empire qui cause la ruine des petits commerces”. e cosi evitare di "pensare solo a saziarsi come le bestie" ?
Schöne Annäherung an das Thema, ich selbst bin immer wieder erstaunt wenn Menschen auf die Frage nach ihrer aktuellen Betätigung "Shoppen" zur Antwort geben.
Im übrigen scheint Di Luca als Redakteur zurück zu sein, oder?
Das wäre sehr erfreulich.
Quanta retorica! Chissà Lei dove va ad acquistare un televisore, o un frigorifero. Oppure una maglietta per andare a correre. Scommetto che la spesa alimentare la farà in centro, che è il luogo (in contrapposizione al non luogo), così si salva la coscienza. E com'è bello essere diversi dal popolino! Sentirsi i migliori...
Fosse per me si potrebbe chiudere tutti i "non luoghi", evitare i mercatini, fermare la produzione di prodotti insulsi alla Thun, bloccare il caos di chi non vive come noi. E pazienza se l'economia s'impoverisce...inizieremmo a pagare i professori con pacche sulle spalle!
Di Luca acquisterà televisori, t-shirt e alimentari dove gli pare, come tutti, anche nei megastore, ma magari sempre più spesso, scomparsi i tradizionali negozi e negozietti, si rivolgerà forse - come già fanno molti - ad Amazon o Alibaba ecc., che almeno hanno il vantaggio di concedere una scelta infinita, prezzi ragionevoli, pratiche commerciali correttissime e di evitarci di percorrere chilometri per trascorrere poi ore nel caos scintillante e stordente di un gigantesco centro acquisti: i quali centri nel giro non molti anni, piaccia o non piaccia, dovranno arrendersi, a quanto par di capire, di fronte al commercio online. Quindi non demonizziamo i centri acquisti in sé, per carità; ma veramente a Bolzano ne serve un altro, in pieno centro, con tutti i vantaggi ma anche gli svantaggi connessi?
"non demonizziamo i centri acquisti in sé"? E cos'è altrimenti questo articolo se non una palese accusa al non luogo?
Per certe cose io mi rivolgo esclusivamente online. Ma non credo e non so quanto e quando questi centri commerciali spariranno (e con essi perderebbero il posto di lavoro parecchie persone...). Quindi, come dice Lei, non demonizziamo niente e nessuno, e già questo sarebbe un bel passo avanti, visto che qui non si parla del Kaufhaus ma del Twenty!
Invece alla domanda se serve (il Kaufhaus) le rispondo che nulla a questo mondo serve. Però:
a) si creano posti di lavoro (e lo so che non gliene frega nulla, visto che Lei un lavoro ce l'avrà già);
b) il comune avrebbe un saldo attivo di 70 milioni (settanta), e scusi se è poco...;
c) si ottengono strutture servizi con i soldi di un privato;
d) si da soldi alle imprese locali le quali danno lavoro a operai
e) si crea un offerta economia tale da attirare clienti esterni (Lei non sa quanta gente da Trento viene al Twenty!);
f) in sostanza si crea E C O N O M I A. che è quella parola brutta con al quale gira la nostra società. Con l'economia si pagano le tasse e con le tasse si tiene in piedi la sanità e la formazione scolastica. Oltre chiaramente allo stato sociale.
Concludo affermando che non mi interessa dove il Sig. Di Luca vada a fare i suoi acquisti. Il punto è che lo voglia o meno deve farli pure lui. Da questa cosa non scappa nessuno, per quanto intelligente uno sia.
der fiktive Uzustand (John Rawls)
.... zuerst kommt das Geschäft und in weiter Ferne bleibt die Gerechtigkeits- bzw. - Nützlichkeitstheorie (keine Zeit dafür);
am Ende der Wertschöpfungskette die bekannten negativen Folgen für die Menschen, die können aber in einer Volksbefragung über die künftige Ordnung (Entwicklung) der Stadt entscheiden, ohne zu wissen welchen Platz sie in dieser Ordnung einnehmen werden. Sie treffen eine Wahl, die konkreten
Folgen ihres Handelns für sie selbst bleiben, wie bei der Abstimmung, hinter einem Vorhang verborgen .....
D'accordo Massimo, passiamo dai “rendering di Benko” al “catering delle idee”, senza demonizzare nessuno, s'intende. Se nulla a questo mondo serve, una cosa comunque la salviamo: la necessità di un confronto sulle cose; o no ?. Seguendo la sua scaletta >
a) proviamo a verificare quanti posti di lavoro si creano e quanti si perdono; nel commercio non esiste la moltiplicazione dei pani e dei pesci o il nulla si crea e nulla si distrugge;
b) e c) sul saldo attivo (70 milioni) e sulle strutture dei servizi con i soldi dei privati siamo ancora in attesa di un necessario esame costi-benefici dell'intera operazione, che forse il Commissario, dott. Penta, fornirà ancora prima del referendum;
d) con i soldi alle imprese locali si apre una domanda: perche nell'aggiornamento del progetto è stata inserita una clausola al riguardo, forse non fidarsi è meglio ?
e) si tratta di un sacrosanto invito alla Kaufhaus-Signa tutto da sottoscrivere : vediamo che tipo di offerta strutturale e di prezzi si tratta e quale di conseguenza sarà il ritorno sui “clienti esterni”;
f) l'ECONOMIA con la quale gira la nostra società mi pare abbia bisogno di essere fortemente rivista se non vogliamo finire tutti sotto il carro di un liberalismo sfrenato che sempre di più si sta rilevando una specie di vaso di Pandora, che dopo la sua apertura il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale simile ad un deserto.
Riflettiamo insieme Massimo, che uniti siamo forti.
La ringrazio per avermi risposto. Il problema però io credo non sono le idee bensì una visione del mondo differente tra Lei e me. Potrei infatti dirLe che non è quantificabile un saldo dei posti di lavoro. Però possiamo dire che realtà come Innsbruck e Trento non se la passano poi così male. C'è un articolo su SALTO dove si afferma che il Twenty non abbia penalizzato le zone limitrofe (http://www.salto.bz/article/05022016/il-twenty-penalizza-di-piu-il-cent…). E comunque, creando un ulteriore luogo di commercio, nasce finalmente un' alternativa a chi vuole aprire un'attività centralmente, senza sottostare alle richieste assurde dei proprietari dei negozi, vera piaga di questa città. Sul punto b) e c) invece non transigo. O ci si fida dei tecnici comunali oppure mandiamoli tutti a casa. (io personalmente mi fido). Sul punto e) ammetto che sia un'incognita. Di certo però EATALY non esiste nelle zone limitrofe e sarebbe una cosa esclusiva. Ma è sul punto f) che veramente si palesa questa visione differente del mondo tra Lei e me. Lei mi parla di liberismo e io parlo di una semplice riqualificazione a spese di un privato di una piccola parte della città. Una città, tra l'altro, in cui sono presenti sostanzialmente 3 famiglie, e vi sono tante, troppe opere incompiute, ma di cui nessuno dice nulla (in compenso "Benko compra cose"). A tutti sta bene così. Cosa centra il liberismo con una mera riqualificazione? Che fa il pari con il suo amico Scolari che rivendica la "città slow". Qui c'è gente che lavora 8 ore chiusa in un ufficio, che si alza la mattina, che porta a scuola i figli e li va a riprendere. Che magari sbarca il lunario e sogna di scappare. Certo questa non è la vita migliore ma è migliore di parecchie vite di esseri umani nel mondo. E se un giorno decidessimo di fare ciò che ci pare, se vincesse veramente l'anarchia totale, allora quel giorno non esisterebbe più l'assistenza ospedaliera e la formazione scolastica, oltre che il welfare. E tante altre cose....
"Qui c'è gente che lavora 8 ore chiusa in un ufficio, che si alza la mattina, che porta a scuola i figli e li va a riprendere. Che magari sbarca il lunario e sogna di scappare. Certo questa non è la vita migliore ma è migliore di parecchie vite di esseri umani nel mondo." Se non è la vita migliore vediamo allora almeno di migliorarla, in modo che la gente non pensi di scappare proprio dalla città in cui si vive meglio in Italia (ci sarà almeno una parte di vero in queste ricerche demografiche...); cosa che può avvenire solo grazie alla creazione, favorita dall’impostazione fornita dalla scuola, di posti di lavoro orientati alle professioni del futuro (quelle basate sulla conoscenza e sull’aggiornamento, soprattutto nel campo dell’e-technology e dell’i-technology , campo in cui la LUB sta lavorando bene e in cui i posti di lavoro sono in continua crescita); grazie alla tutela delle professioni tradizionali che danno reddito, contatti umani e soddisfazione personale, come l'artigianato; grazie al turismo, agli effetti del quale possedere uno, due o tre centri acquisti può fare più male che bene, perché appiattisce l’immagine che la città si era faticosamente procacciata sin dai tempi del sindaco Perathoner, un secolo fa, e alla quale stava ritornando; grazie all’intrattenimento “alto”nel campo dello spettacolo - e non grazie all'edilizia, che non può espandersi all'infinito e crea sì lavoro – per qualche mese o qualche anno al massimo - ma anche edifici superflui se non inutili o dannosi, e nemmeno grazie al commercio, trainato dalla creazione di falsi bisogni e basata sul culto del cattivo gusto, commercio al quale in ogni caso provvederà sempre più il web. Più che Kaufhäuser a Bolzano occorrerebbero più cultura, più tempo libero, più verde dove manca, più bellezza, più rapporti col mondo (evviva l'aeroporto - ecco dove investire), più apertura, più calore umano, meno traffico, meno inquinamento, meno rumore in Centro. Si parla di una “zona degradata” a Bolzano Centro da riqualificare: ma favorire l'afflusso di centinaia di auto nei parcheggi previsti significa degradare, non riqualificare (a parte il fatto che i bolzanini, spero, sanno bene che cos'è nel sentire comune mondiale un quartiere degradato, e quello si cui si parla non lo è). In che cosa consisterebbero i vantaggi del progetto Kaufhaus per gli abitanti? Siamo così certi che i prezzi delle merci essenziali e vitali calerebbero? Si tratta di un'ipotesi tutta da verificare. E poi d'accordo, i famosi 70 milioni potrebbero essere utilissimi, magari proprio per attenuare i lati negativi del progetto Benko che spero tutti vedano, accanto a quelli positivi - che i più onesti (io, ad esempio) riconoscono; ma esistono progetti in questa direzione? Sorgerà, fra qualche mese, un'amministrazione che sappia utilizzarli in questo senso e non disperderli malamente? Dei tecnici comunali mi fido anch’io, come posso però fidarmi anche della scelte di sindaco e consiglieri che ancora non esistono? Per concludere, credo che i due schieramenti dovrebbero poter contare su una pronunciamento preciso del nuovo Comune in fieri sull’uso previsto per la somma introitata, e solo poi assumere una decisione definitiva sul progetto, soprattutto se si tiene conto che il progetto stesso Kaufhaus era stato bocciato, una sera del luglio 2015, da una votazione del Consiglio Comunale sulla cui validità non è ancora stata fatta completa chiarezza.
Grazie sig. Cumer, il suo contributo offre la possibilità per proseguire un confronto sereno e approfondito, culturalmente valido, sul tema. La premessa per consentire alle persone di scegliere nel referendum con giudizio, senza pregiudizio.
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E ora ne arriva un altro.
E ora ne arriva un altro. Sono ridotto a sperare nella saggezza dei sedicenni...
si può provare a trasformare
si può provare a trasformare un non luogo in un luogo di discussione per poterlo
trasferire nel “ formidable expansion des grands magasins sous le Second Empire qui cause la ruine des petits commerces”. e cosi evitare di "pensare solo a saziarsi come le bestie" ?
Schöne Annäherung an das
Schöne Annäherung an das Thema, ich selbst bin immer wieder erstaunt wenn Menschen auf die Frage nach ihrer aktuellen Betätigung "Shoppen" zur Antwort geben.
Im übrigen scheint Di Luca als Redakteur zurück zu sein, oder?
Das wäre sehr erfreulich.
Quanta retorica! Chissà Lei
Quanta retorica! Chissà Lei dove va ad acquistare un televisore, o un frigorifero. Oppure una maglietta per andare a correre. Scommetto che la spesa alimentare la farà in centro, che è il luogo (in contrapposizione al non luogo), così si salva la coscienza. E com'è bello essere diversi dal popolino! Sentirsi i migliori...
Fosse per me si potrebbe chiudere tutti i "non luoghi", evitare i mercatini, fermare la produzione di prodotti insulsi alla Thun, bloccare il caos di chi non vive come noi. E pazienza se l'economia s'impoverisce...inizieremmo a pagare i professori con pacche sulle spalle!
Antwort auf Quanta retorica! Chissà Lei von Massimo Mollica
Di Luca acquisterà televisori
Di Luca acquisterà televisori, t-shirt e alimentari dove gli pare, come tutti, anche nei megastore, ma magari sempre più spesso, scomparsi i tradizionali negozi e negozietti, si rivolgerà forse - come già fanno molti - ad Amazon o Alibaba ecc., che almeno hanno il vantaggio di concedere una scelta infinita, prezzi ragionevoli, pratiche commerciali correttissime e di evitarci di percorrere chilometri per trascorrere poi ore nel caos scintillante e stordente di un gigantesco centro acquisti: i quali centri nel giro non molti anni, piaccia o non piaccia, dovranno arrendersi, a quanto par di capire, di fronte al commercio online. Quindi non demonizziamo i centri acquisti in sé, per carità; ma veramente a Bolzano ne serve un altro, in pieno centro, con tutti i vantaggi ma anche gli svantaggi connessi?
Antwort auf Di Luca acquisterà televisori von Ferruccio Cumer
"non demonizziamo i centri
"non demonizziamo i centri acquisti in sé"? E cos'è altrimenti questo articolo se non una palese accusa al non luogo?
Per certe cose io mi rivolgo esclusivamente online. Ma non credo e non so quanto e quando questi centri commerciali spariranno (e con essi perderebbero il posto di lavoro parecchie persone...). Quindi, come dice Lei, non demonizziamo niente e nessuno, e già questo sarebbe un bel passo avanti, visto che qui non si parla del Kaufhaus ma del Twenty!
Invece alla domanda se serve (il Kaufhaus) le rispondo che nulla a questo mondo serve. Però:
a) si creano posti di lavoro (e lo so che non gliene frega nulla, visto che Lei un lavoro ce l'avrà già);
b) il comune avrebbe un saldo attivo di 70 milioni (settanta), e scusi se è poco...;
c) si ottengono strutture servizi con i soldi di un privato;
d) si da soldi alle imprese locali le quali danno lavoro a operai
e) si crea un offerta economia tale da attirare clienti esterni (Lei non sa quanta gente da Trento viene al Twenty!);
f) in sostanza si crea E C O N O M I A. che è quella parola brutta con al quale gira la nostra società. Con l'economia si pagano le tasse e con le tasse si tiene in piedi la sanità e la formazione scolastica. Oltre chiaramente allo stato sociale.
Concludo affermando che non mi interessa dove il Sig. Di Luca vada a fare i suoi acquisti. Il punto è che lo voglia o meno deve farli pure lui. Da questa cosa non scappa nessuno, per quanto intelligente uno sia.
der fiktive Uzustand (John
der fiktive Uzustand (John Rawls)
.... zuerst kommt das Geschäft und in weiter Ferne bleibt die Gerechtigkeits- bzw. - Nützlichkeitstheorie (keine Zeit dafür);
am Ende der Wertschöpfungskette die bekannten negativen Folgen für die Menschen, die können aber in einer Volksbefragung über die künftige Ordnung (Entwicklung) der Stadt entscheiden, ohne zu wissen welchen Platz sie in dieser Ordnung einnehmen werden. Sie treffen eine Wahl, die konkreten
Folgen ihres Handelns für sie selbst bleiben, wie bei der Abstimmung, hinter einem Vorhang verborgen .....
D'accordo Massimo, passiamo
D'accordo Massimo, passiamo dai “rendering di Benko” al “catering delle idee”, senza demonizzare nessuno, s'intende. Se nulla a questo mondo serve, una cosa comunque la salviamo: la necessità di un confronto sulle cose; o no ?. Seguendo la sua scaletta >
a) proviamo a verificare quanti posti di lavoro si creano e quanti si perdono; nel commercio non esiste la moltiplicazione dei pani e dei pesci o il nulla si crea e nulla si distrugge;
b) e c) sul saldo attivo (70 milioni) e sulle strutture dei servizi con i soldi dei privati siamo ancora in attesa di un necessario esame costi-benefici dell'intera operazione, che forse il Commissario, dott. Penta, fornirà ancora prima del referendum;
d) con i soldi alle imprese locali si apre una domanda: perche nell'aggiornamento del progetto è stata inserita una clausola al riguardo, forse non fidarsi è meglio ?
e) si tratta di un sacrosanto invito alla Kaufhaus-Signa tutto da sottoscrivere : vediamo che tipo di offerta strutturale e di prezzi si tratta e quale di conseguenza sarà il ritorno sui “clienti esterni”;
f) l'ECONOMIA con la quale gira la nostra società mi pare abbia bisogno di essere fortemente rivista se non vogliamo finire tutti sotto il carro di un liberalismo sfrenato che sempre di più si sta rilevando una specie di vaso di Pandora, che dopo la sua apertura il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale simile ad un deserto.
Riflettiamo insieme Massimo, che uniti siamo forti.
Antwort auf D'accordo Massimo, passiamo von alfred frei
La ringrazio per avermi
La ringrazio per avermi risposto. Il problema però io credo non sono le idee bensì una visione del mondo differente tra Lei e me. Potrei infatti dirLe che non è quantificabile un saldo dei posti di lavoro. Però possiamo dire che realtà come Innsbruck e Trento non se la passano poi così male. C'è un articolo su SALTO dove si afferma che il Twenty non abbia penalizzato le zone limitrofe (http://www.salto.bz/article/05022016/il-twenty-penalizza-di-piu-il-cent…). E comunque, creando un ulteriore luogo di commercio, nasce finalmente un' alternativa a chi vuole aprire un'attività centralmente, senza sottostare alle richieste assurde dei proprietari dei negozi, vera piaga di questa città. Sul punto b) e c) invece non transigo. O ci si fida dei tecnici comunali oppure mandiamoli tutti a casa. (io personalmente mi fido). Sul punto e) ammetto che sia un'incognita. Di certo però EATALY non esiste nelle zone limitrofe e sarebbe una cosa esclusiva. Ma è sul punto f) che veramente si palesa questa visione differente del mondo tra Lei e me. Lei mi parla di liberismo e io parlo di una semplice riqualificazione a spese di un privato di una piccola parte della città. Una città, tra l'altro, in cui sono presenti sostanzialmente 3 famiglie, e vi sono tante, troppe opere incompiute, ma di cui nessuno dice nulla (in compenso "Benko compra cose"). A tutti sta bene così. Cosa centra il liberismo con una mera riqualificazione? Che fa il pari con il suo amico Scolari che rivendica la "città slow". Qui c'è gente che lavora 8 ore chiusa in un ufficio, che si alza la mattina, che porta a scuola i figli e li va a riprendere. Che magari sbarca il lunario e sogna di scappare. Certo questa non è la vita migliore ma è migliore di parecchie vite di esseri umani nel mondo. E se un giorno decidessimo di fare ciò che ci pare, se vincesse veramente l'anarchia totale, allora quel giorno non esisterebbe più l'assistenza ospedaliera e la formazione scolastica, oltre che il welfare. E tante altre cose....
Antwort auf La ringrazio per avermi von Massimo Mollica
"Qui c'è gente che lavora 8
"Qui c'è gente che lavora 8 ore chiusa in un ufficio, che si alza la mattina, che porta a scuola i figli e li va a riprendere. Che magari sbarca il lunario e sogna di scappare. Certo questa non è la vita migliore ma è migliore di parecchie vite di esseri umani nel mondo." Se non è la vita migliore vediamo allora almeno di migliorarla, in modo che la gente non pensi di scappare proprio dalla città in cui si vive meglio in Italia (ci sarà almeno una parte di vero in queste ricerche demografiche...); cosa che può avvenire solo grazie alla creazione, favorita dall’impostazione fornita dalla scuola, di posti di lavoro orientati alle professioni del futuro (quelle basate sulla conoscenza e sull’aggiornamento, soprattutto nel campo dell’e-technology e dell’i-technology , campo in cui la LUB sta lavorando bene e in cui i posti di lavoro sono in continua crescita); grazie alla tutela delle professioni tradizionali che danno reddito, contatti umani e soddisfazione personale, come l'artigianato; grazie al turismo, agli effetti del quale possedere uno, due o tre centri acquisti può fare più male che bene, perché appiattisce l’immagine che la città si era faticosamente procacciata sin dai tempi del sindaco Perathoner, un secolo fa, e alla quale stava ritornando; grazie all’intrattenimento “alto”nel campo dello spettacolo - e non grazie all'edilizia, che non può espandersi all'infinito e crea sì lavoro – per qualche mese o qualche anno al massimo - ma anche edifici superflui se non inutili o dannosi, e nemmeno grazie al commercio, trainato dalla creazione di falsi bisogni e basata sul culto del cattivo gusto, commercio al quale in ogni caso provvederà sempre più il web. Più che Kaufhäuser a Bolzano occorrerebbero più cultura, più tempo libero, più verde dove manca, più bellezza, più rapporti col mondo (evviva l'aeroporto - ecco dove investire), più apertura, più calore umano, meno traffico, meno inquinamento, meno rumore in Centro. Si parla di una “zona degradata” a Bolzano Centro da riqualificare: ma favorire l'afflusso di centinaia di auto nei parcheggi previsti significa degradare, non riqualificare (a parte il fatto che i bolzanini, spero, sanno bene che cos'è nel sentire comune mondiale un quartiere degradato, e quello si cui si parla non lo è). In che cosa consisterebbero i vantaggi del progetto Kaufhaus per gli abitanti? Siamo così certi che i prezzi delle merci essenziali e vitali calerebbero? Si tratta di un'ipotesi tutta da verificare. E poi d'accordo, i famosi 70 milioni potrebbero essere utilissimi, magari proprio per attenuare i lati negativi del progetto Benko che spero tutti vedano, accanto a quelli positivi - che i più onesti (io, ad esempio) riconoscono; ma esistono progetti in questa direzione? Sorgerà, fra qualche mese, un'amministrazione che sappia utilizzarli in questo senso e non disperderli malamente? Dei tecnici comunali mi fido anch’io, come posso però fidarmi anche della scelte di sindaco e consiglieri che ancora non esistono? Per concludere, credo che i due schieramenti dovrebbero poter contare su una pronunciamento preciso del nuovo Comune in fieri sull’uso previsto per la somma introitata, e solo poi assumere una decisione definitiva sul progetto, soprattutto se si tiene conto che il progetto stesso Kaufhaus era stato bocciato, una sera del luglio 2015, da una votazione del Consiglio Comunale sulla cui validità non è ancora stata fatta completa chiarezza.
Grazie sig. Cumer, il suo
Grazie sig. Cumer, il suo contributo offre la possibilità per proseguire un confronto sereno e approfondito, culturalmente valido, sul tema. La premessa per consentire alle persone di scegliere nel referendum con giudizio, senza pregiudizio.
Antwort auf Grazie sig. Cumer, il suo von alfred frei
Lo stesso vale per Lei, caro
Lo stesso vale per Lei, caro Frei. Un saluto.