Aspiag: “ora possiamo ripartire”

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alfred frei Mi., 11.05.2016 - 16:25

Una volta si diceva che l'America nello sviluppo consumistico ci indicava
la strada 20 anni prima. Possiamo verificare se la cosa funziona ancora oggi con i prossimi Megastore in via Alto Adige – Kaufhaus-Signa- e via Buozzi – Aspiag.
Il cuore della cultura consumistica si trova in una fase di rottamazione (Renzi non c'entra) intitolava al riguardo la “Süddeutsche Zeitung” poco tempo fa in una corrispondenza dagli Stati Uniti.
E giù dati: fino al 2020 la metà dei centri commerciali (Shopping Malls) potrebbero chiudere. Fra il 1956 e il 2005 vennero aperte ben 1500 di queste isole della felicità creati per il tempo libero dei ceti medi e piccoli.
Adesso i frequentatori degli Shopping center sono calati da 35 miliardi (sic !) nel 2010 a 17,6 miliardi nell'anno scorso. Paritempo è esploso il commercio online.
Secondo l'agenzia internet Bussiness Insider il 15 per cento dei Centri chiuderanno nei prossimi anni o verranno destinati a uffici, chiese o Colleges. L'esperto in materia Davidowitz prevede in tempi brevi addirittura il fallimento della metà dei centri commerciali.
I vecchi templi di consumo chiusi hanno trovato già i loro estimatori: esiste addirittura una pagina internet deadmalls.com dove si possono ordinare T-Shirts con l'incisione “amo Malls defunti”.
Può darsi che la nostra autonomia possa prolungare eventualmente l'agonia. Che prospettiva: una nuova chiesa vicino alla stazione consacrata al Dio denaro > con Dante: L'amor che move il sole e l'altre stelle.

Mi., 11.05.2016 - 16:25 Permalink
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Andreas gugger Mi., 11.05.2016 - 16:48

In USA verwildern die Zentren ausserhalb der Städte und die Innenstädte erfinden sich neu. In Deutschland können wir ähnliche Anwandlungen beobachten. Südtirol könnte einen Schritt auslassen.

Mi., 11.05.2016 - 16:48 Permalink