Una volta si diceva che l'America nello sviluppo consumistico ci indicava
la strada 20 anni prima. Possiamo verificare se la cosa funziona ancora oggi con i prossimi Megastore in via Alto Adige – Kaufhaus-Signa- e via Buozzi – Aspiag.
Il cuore della cultura consumistica si trova in una fase di rottamazione (Renzi non c'entra) intitolava al riguardo la “Süddeutsche Zeitung” poco tempo fa in una corrispondenza dagli Stati Uniti.
E giù dati: fino al 2020 la metà dei centri commerciali (Shopping Malls) potrebbero chiudere. Fra il 1956 e il 2005 vennero aperte ben 1500 di queste isole della felicità creati per il tempo libero dei ceti medi e piccoli.
Adesso i frequentatori degli Shopping center sono calati da 35 miliardi (sic !) nel 2010 a 17,6 miliardi nell'anno scorso. Paritempo è esploso il commercio online.
Secondo l'agenzia internet Bussiness Insider il 15 per cento dei Centri chiuderanno nei prossimi anni o verranno destinati a uffici, chiese o Colleges. L'esperto in materia Davidowitz prevede in tempi brevi addirittura il fallimento della metà dei centri commerciali.
I vecchi templi di consumo chiusi hanno trovato già i loro estimatori: esiste addirittura una pagina internet deadmalls.com dove si possono ordinare T-Shirts con l'incisione “amo Malls defunti”.
Può darsi che la nostra autonomia possa prolungare eventualmente l'agonia. Che prospettiva: una nuova chiesa vicino alla stazione consacrata al Dio denaro > con Dante: L'amor che move il sole e l'altre stelle.
In USA verwildern die Zentren ausserhalb der Städte und die Innenstädte erfinden sich neu. In Deutschland können wir ähnliche Anwandlungen beobachten. Südtirol könnte einen Schritt auslassen.
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Speriamo bene.
Speriamo bene.
Una volta si diceva che l
Una volta si diceva che l'America nello sviluppo consumistico ci indicava
la strada 20 anni prima. Possiamo verificare se la cosa funziona ancora oggi con i prossimi Megastore in via Alto Adige – Kaufhaus-Signa- e via Buozzi – Aspiag.
Il cuore della cultura consumistica si trova in una fase di rottamazione (Renzi non c'entra) intitolava al riguardo la “Süddeutsche Zeitung” poco tempo fa in una corrispondenza dagli Stati Uniti.
E giù dati: fino al 2020 la metà dei centri commerciali (Shopping Malls) potrebbero chiudere. Fra il 1956 e il 2005 vennero aperte ben 1500 di queste isole della felicità creati per il tempo libero dei ceti medi e piccoli.
Adesso i frequentatori degli Shopping center sono calati da 35 miliardi (sic !) nel 2010 a 17,6 miliardi nell'anno scorso. Paritempo è esploso il commercio online.
Secondo l'agenzia internet Bussiness Insider il 15 per cento dei Centri chiuderanno nei prossimi anni o verranno destinati a uffici, chiese o Colleges. L'esperto in materia Davidowitz prevede in tempi brevi addirittura il fallimento della metà dei centri commerciali.
I vecchi templi di consumo chiusi hanno trovato già i loro estimatori: esiste addirittura una pagina internet deadmalls.com dove si possono ordinare T-Shirts con l'incisione “amo Malls defunti”.
Può darsi che la nostra autonomia possa prolungare eventualmente l'agonia. Che prospettiva: una nuova chiesa vicino alla stazione consacrata al Dio denaro > con Dante: L'amor che move il sole e l'altre stelle.
In USA verwildern die Zentren
In USA verwildern die Zentren ausserhalb der Städte und die Innenstädte erfinden sich neu. In Deutschland können wir ähnliche Anwandlungen beobachten. Südtirol könnte einen Schritt auslassen.