Paolo Nori, parole come colori

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Gianluca Trotta Sa., 18.10.2014 - 22:09

Gabriele-der Stimmenimitator. Ovviamente, shame on all the people I know in Bolzano-Bozen-Bulsàn, che ci fosse stato un cane che m'avesse fatto una telefonata scritto una mail scritto un uozapp per dirmi che ci sarebbe stato. Vabbè, tu, almeno, ti sei fatto perdonare con questo bellissimo pezzo. Grazie.

Sa., 18.10.2014 - 22:09 Permalink
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Gianluca Trotta Sa., 18.10.2014 - 23:08

Eh, secondo me Paolo Nori è lo scrittore più tomasbernardiano che scrive in italiano. E infatti io non mi trovo d'accordo quando leggo che si dice che abbia uno stile che imita il parlato eccetera; a me lo stile di Nori sembra molto costruito, ben lontano dalla spontaneità del parlato, e, appunto, sarebbe come dire la stessa cosa di Bernhard, che, penso, nessuno lo direbbe, forse. Però poi Nori mi sembra molto diverso da Bernhard nel rapporto con il mondo: entrambi sono due splendidi anarchici, e viva l'anarchia e gli anarchici tutti; però tanto Bernhard è distruttivo e cupo (a parte, forse, quel gioiello di Wittgensteins Neffe), quanto Nori è, studiatamente, ingenuo e positivo. Un po' come se, leggendo Nori, leggessimo le parole di un bambino che scrive (da dio) e ci face vedere il mondo con i suoi occhi. E quella "aria frastornata" che hai notato tu, mi sembra lo sguardo trasognato di uno che stesse vedendo per la prima volta il mondo, e ce lo descrivesse con lo stupore della scoperta. Insomma, Nori mi piace parecchio, mi pare si sia capito. E, caro mio, il tuo tentativo di persuasione occulta pro Facebook non attechisce proprio, con me: procul, o procul este!

Sa., 18.10.2014 - 23:08 Permalink
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Gabriele Di Luca So., 19.10.2014 - 10:54

Antwort auf von Gianluca Trotta

E' vero. Ho scritto anch'io che imita il parlato, ma forse bisognerebbe dire che parte dal parlato, da una certa idea di parlato, e poi costruisce qualcosa che potrebbe sembrare vicino al parlato, ma che invece corrisponde a uno stile molto costruito, molto "ritmico" e quindi siamo assolutamente dalle parti di T. Bernhard (e hai ancora ragione tu a mettere in evidenza la loro differenza, anche se forse Bernhard non è proprio veramente distruttivo e cupo, cioè lo è, ma non veramente). Anche mi trovi d'accordo sullo stupore della scoperta del mondo. Ci piace un sacco, Paolo Nori. Peccato che questo nostro dialogo sia sempre il solito dialogo tra chi conosce già le cose e nessuno (come sembra, magari sembra solo, ma così sembra) scriva qui due righe per dire "caspita, Paolo Nori, non lo conoscevo mica, quasi quasi compro un libro, mi compro". Peccato che queste cose qui non capitino.

So., 19.10.2014 - 10:54 Permalink