“La SVP deve imparare a perdere”

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Nadia Mazzardis Mo., 29.06.2015 - 13:45

Pasquali piagnucola, Stefanelli alza i tacchi, Pitarelli è pettinata perfettamente. Sono tre donne, tutte e tre su posizioni differenti che hanno dimostrato che, a dispetto di come vengono dipinte, in base ai soliti classici stereotipi, seguono una propria linea ed hanno una certa coerenza in più. Stefanelli, può essere stata tacciata di opportunismo, ma ha spiegato con tale chiarezza il suo obiettivo, che l'accusa si è smontata in breve. Pasquali ha deciso di non restare con il cerino in mano, dimostrandosi meno legata alla poltrona di altri suoi colleghi. E Pitarelli ha votato secondo la coerenza del suo programma e delle sue richieste di voto agli elettori. Alcune di loro sono inesperte? Ben venga l'inesperienza, anche in considerazione del fatto, che la ricerca dimostra che con più donne al potere, si ridurrebbe la corruzione. Quanto meno perchè inesperte nel traffico di influenze, dato che sono da troppo poco tempo in posti di governo. La politica deve misurarsi con un nuovo passo. Non basta più l'alleanza, la tattica, il patto pre-elettorale. Si deve tenere maggiormente in conto il voto d'opinione. Quello che le persone si formano stando in rete, producendo contenuti, aggiungendo punti di vista altri, rispetto ai media generalisti. In tutto questo le donne escono vincenti, perchè si ritagliano una voce propria. Abbiamo ovviamente ampi spazi di miglioramento nella gestione della leadership, visto che non abbiamo avuto grandi ruoli in tal senso. Ma impariamo in fretta!

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Palaia Renato Di., 30.06.2015 - 08:27

Nadia Mazzardis ha portato l'esempio di tre donne che hanno fatto scelte politiche, seppur diverse, molto coraggiose, dimostrando una propria personalità ed autonomia, che le distingue in maniera decisa dai prevalenti comportamenti maschili. Ad esse aggiungerei Liliana Di Fede per la grande dignità manifestata nel momento della sconfitta elettorale. Comunque le si giudichi dal punto di vista politico, queste donne si sono poste all'attenzione di tutti per il modo diverso di muoversi sulla scena politica, anche se rimangono ancora lontane da una capacità di forte condizionamento nella gestione del bene pubblico, in considerazione della limitata rappresentanza femminile negli organismi amministrativi. Pende su di loro la pesante spada di Damocle del modello maschile, che in altre sedi ha contaminato pesantemente la loro presenza nelle stanze del potere. E' determinante a mio avviso la posizione ideologica che esse assumono rispetto al tipo di società che aspirano a realizzare. Al di fuori di una visione progressista ovvero di maggiore giustizia sociale, non riesco ad intravvedere una loro funzione di positivo cambiamento della politica.

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