Male la qualità di vita delle donne
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La provincia di Bolzano è 86esima in Italia per qualità della vita delle donne, la peggiore in tutto il Nord Italia. Il dato fornito dall’indagine del Sole 24 Ore, che ogni anno fotografa il benessere dei territori italiani, è in netto contrasto con il secondo posto per la qualità della vita generale. Gli indicatori scelti per stilare la classifica sono 15, quelli in cui l’Alto Adige ottiene il risultato peggiore riguardano le posizioni apicali per le donne. La provincia di Bolzano è al 101esimo posto per il numero di amministratirci di impresa sul totale degli amministratori e al 99esimo posto per le imprese femminili. “Fare impresa per una donna non è facile – commenta con sconforto Nadia Mazzardis, vicepresidente della Commissione provinciale per le pari opportunità – perché richiede tempo che le donne, a causa del lavoro di cura, non hanno. Anch’io ho un'impresa e quando vent'anni fa sono dovuta andare a firmare per il fido in banca è dovuto venire mio marito, perché di una donna non si fidavano”.
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Anche il dato sulle amministratrici comunali donne non è confortante, Bolzano è infatti al 68esimo posto in Italia. L’Alto Adige si classifica al 94esimo posto per il gender pay gap, ovvero la differenza percentuale di retribuzione media annua rispetto agli uomini dipendenti nel settore privato. Risultati analoghi per le giornate retribuite all’anno, ovvero quelle per le quali una donna riceve una retribuzione dal proprio datore di lavoro, includendo quindi le giornate lavorate, i giorni di ferie, i permessi retribuiti e le festività, in cui la provincia si classifica al 53esimo posto. Per Mazzardis, la mancanza di donne ai ruoli apicali della società sudtirolese parte dalla redistribuzione del lavoro di cura: “Serve sottrarre alle donne l’esclusiva della cura familiare, altrimenti continueranno a sentirsi socialmente le uniche responsabili, anche quando esistono strumenti e misure pensate per favorire una maggiore condivisione. E se continui a sentirti l’unica a dover gestire la famiglia, è evidente che il tempo per tutto il resto semplicemente non c’è: non hai modo di candidarti, di partecipare alle assemblee di partito o di fare rete nell’ambiente lavorativo per costruirti una carriera”.
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105esimo posto per il numero di laureate
I risultati sono deludenti anche per quanto riguarda la formazione. L’Alto Adige è al 105esimo posto per il numero di laureate, al terzultimo in Italia. Male anche i risultati sulla competenza numerica (55esimo posto) e competenza alfabetica non adeguata (79esimo posto). Negativi anche i dati sulla violenza sessuale, che portano l’Alto Adige al 68esimo posto della classifica. “La vita delle donne è scandita dalla mancanza di tempo. Servono più servizi e una reale condivisione familiare: non la solita ‘conciliazione lavoro - famiglia’, che ricade quasi sempre sulle donne, ma una corresponsabilità”, commenta Mazzardis.
Il problema, secondo la vicepresidente delle Pari opportunità, è diffuso e non riguarda solo i ruoli dati alle donne, ma anche i settori: “Una ricerca della CNA dell’anno scorso mostra che la maggior parte delle imprese femminili opera nei servizi — parrucchiere, estetiste — settori dove si guadagna meno, mentre la manifattura, più redditizia, è quasi esclusivamente in mano agli uomini. Quindi non è solo una questione di “impresa femminile”, ma della qualità e delle opportunità dei settori in cui le donne possono entrare”. Le note positive che alzano il punteggio dell’Alto Adige in classifica sono riconducili al primo posto per tasso di occupazione femminile, al quarto per speranza di vita alla nascita delle femmine e all’11esimo posto per l’occupazione di genere, ovvero la differenza percentuale tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile e al 12esimo per tasso di occupazione femminile.
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Rappresentazione, rappresentanza e lavori di cura
Per Mazzardis i temi centrali su cui lavorare restano sempre gli stessi: rappresentazione, rappresentanza e lavori di cura. “Non bisogna dimenticare il ruolo della questione culturale: esiste una radicata rappresentazione delle donne come inadatte a certi ruoli. Per cambiare le cose servono leggi, ma anche un’educazione scolastica che aiuti i bambini a capire questi meccanismi, invece di proporre ancora libri in cui la mamma è perfettamente in cucina e il papà è rappresentato come goffo e fuori posto. Senza questo, non ne usciamo. Viviamo ancora in una società dove se va bene per gli uomini va bene per tutti”, conclude Mazzardis.
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Se le donne vogliono…
Se le donne vogliono cambiare questa situazione, c'è una soluzione semplice: possono recarsi alla Camera di Commercio e fondare più aziende. Niente le ferma, anzi.
Però ci vuole coraggio, lavoro sodo, tolleranza del rischio e altro. La soluzione di Mazzardis è naturalmente più comoda, perché metterebbe le donne in queste posizioni senza dover meritarselo.
Antwort auf Se le donne vogliono… von Missian
Wem dient diese…
Wem dient diese MissianÜberzeugung?
Müssen Sie mit diesem Kommentar, sich selbst bzw. Männer aufwerten und so das Patriarchat aufrechterhalten? - Also, ein festhalten wollen an der "patriarchen Dividende"?
--Der Begriff der „patriarchalen Dividende“ beschreibt den grundlegenden Vorteil, den Männer als Gruppe durch die Aufrechterhaltung einer geschlechterhierarchischen Gesellschaft haben, nicht durch individuelle Taten, sondern als systemische Folge."
Das aufbrechen patriarchaler Denkweisen und patriarchaler Strukturen liegt in gesamtgesellschaftlicher Verantwortung und käme vielen Männern und Frauen zugute.
Antwort auf Wem dient diese… von Herta Abram
Wie patriarchal kann eine…
Wie patriarchal kann eine Welt sein, in der Männer folgende "Nachteile" haben?
- deutlich kürzere Lebenserwartung
- Höhere Suizidraten
- Mehr tödliche Arbeitsunfälle
- Höherer Alkohol- und Drogenmissbrauch
- Mehr Risikoarbeitsplätze
- Höhere Obdachlosigkeit
- Schlechtere Schulnoten
- weniger Schulabschlüsse
- Höhere Schulabbruchquoten
- Geringerer Hochschulabschlussanteil
- Geringere Chancen auf alleiniges Sorgerecht
- Höhere Opferquote bei Gewalt (v. a. öffentlich)
- Höhere Inhaftierungsraten
-Tendenziell härtere Strafen bei gleichen Delikten
Was ich damit sagen will: es bringt nichts, gesellschaftliches "Opferlimbo" zu spielen, indem sich jede Subgruppe darüber lamentiert, wie arm und benachteiligt sie doch sei.
Besser wäre es, sich zu fragen was man selbst im konkreten Leben ändern könnte, um die Situation zu verbessern.
Bei Frauen würde das z.B. heißen, öfter nein zu sagen und sich nicht mehr so leicht ausbeuten zu lassen.
Antwort auf Wie patriarchal kann eine… von Oliver Hopfgartner
Genau, patriarchales Denken…
Genau, patriarchales Denken muss dringend durchbrochen werden....
Antwort auf Genau, patriarchales Denken… von Herta Abram
Mit Verlaub, das ist Unsinn…
Mit Verlaub, das ist Unsinn. Wenn sowohl Männer als auch Frauen unter gewissen Zuständen/Mechanismen leiden, ist es völlig unsinnig, diesen Zustand als "männlich" zu labeln, indem man ihn "Patriarchat" nennt. Damit schafft man einen Sündenbock, der von den eigentlichen Problemen ablenkt.
Außerdem spaltet man so, anstatt Synergien zu suchen.
Antwort auf Mit Verlaub, das ist Unsinn… von Oliver Hopfgartner
Männlichkeitskonstruktion…
Männlichkeitskonstruktion bezieht sich auf die sozial und kulturell geformten Vorstellungen und Rollenbilder von Männlichkeit. Männlichkeitskonstruktion und Patriarchat sind eng verbunden, - ob Sies OH, nun verstehen oder nicht, oder als Unsinn abtun wollen, spielt keine Rolle....
Antwort auf Männlichkeitskonstruktion… von Herta Abram
Das Patriarchat ist wirklich…
Das Patriarchat ist wirklich ein Konstrukt - ein Konstrukt das hauptsächlich in den Köpfen von "leidenden" Frauen konstruiert wird und dort seine Wirkung entfaltet. Dieses Konstrukt ist der perfekte Strohmann, der Ausreden für fast alle Probleme im eigenen Leben liefert, sodass man nicht an sich selbst arbeiten braucht, sondern die "Schuld" woanders suchen kann.
Antwort auf Das Patriarchat ist wirklich… von Oliver Hopfgartner
Bravo, - die Einfalt !
Bravo, - die Einfalt !
Antwort auf Wie patriarchal kann eine… von Oliver Hopfgartner
"Wie patriarchal kann eine…
"Wie patriarchal kann eine Welt sein, in der Männer folgende "Nachteile" haben?....."
Eine Runde Mitleid. Hommmmmmm
Alle Ihre aufgeführten "Nachteile" zeugen von einem gewissen Draufgängertum und sind zu 99 % selbst verschuldet.
Antwort auf "Wie patriarchal kann eine… von Stefan S
Wie aus meiner Bemerkung…
Wie aus meiner Bemerkung nach der Auflistung hervorgeht, halte ich nicht viel von Opfergehabe und Mitleid-Suhlen.
Wenn es so ist, wie du hier schreibst und die aufgelisteten "Nachteile" selbst verschuldet sind, müsste man dieselbe Argumentation auch auf viele "Nachteile" von Frauen anwenden: Wenn eine Frau für einen niedrigeren Stundensatz als ein Mann arbeitet, ist doch auch nicht der Mann oder ein angebliches "Patriarchat" "Schuld" daran, sondern es liegt doch letztlich an der Frau, die einen solchen Vertrag unterschreibt. Wenn eine Frau einen rosaroten Rasierer kauft, obwohl er 20% teurer als ein blauer Rasierer ist, sollte sie sich auch nicht über eine Pink Tax beschweren, denn sie hat sich aus völlig freien Stücken zum Erwerb dieses Produktes entschieden.
Antwort auf Wie aus meiner Bemerkung… von Oliver Hopfgartner
OH bevor Sie wieder das…
OH bevor Sie wieder das Thema verwässern, anbei genau die Erklärung zu "Ihrer" Auflistung, von: Boris von Heesen "Was Männer kosten. Der hohe Preis des Patriarchats".
Als Wirtschaftswissenschaftler bedient er sich der Sprache des Kapitalismus, in der Hoffnung, dass auch Männer endlich erkennen, wie über Jahrhunderte eingeübte stereotype Rollenbilder der Gesellschaft schaden:
https://www.ndr.de/kultur/kulturdebatte/Was-Maenner-kosten-Boris-von-He…
Vorsicht! die Auflistung ist Ihrer sehr ähnlich, die Erkenntnis Heesens daraus, ist halt 180Grad anders.
Antwort auf OH bevor Sie wieder das… von Herta Abram
Behrens benennt das Problem…
Behrens benennt das Problem einfach falsch. Die sowohl von ihm als auch von mir als negativ beschriebenen Phänomene bei Männern sowie die negativen Phänomene bei Frauen sind nämlich auf individueller Ebene durch bewusster Auseinandersetzung mit irrationalen Mustern behebbar und keinesfalls auf eine nicht existente, erfundene unsichtbare Macht zurückzuführen, die noch dazu in polemischer Manier als "männlich" deklariert wird, indem man sie "Patriarchat" nennt.
Es ist bekannt und auch gut…
Es ist bekannt und auch gut erforscht, dass der Gender-Paygap in Ländern und Regionen am größten ist, wo mehr Frauen erwerbstätig sind.
Die Daten zu den Studienabschlüssen würde ich auch mal unter die Lupe nehmen, bevor wir uns wieder einmal auf der Grundlage falscher Daten unterhalten. Höchstwahrscheinlich werden da nur Abschlüsse berücksichtigt, die in Italien erworben wurden, ggf. noch die, die von den Inhaberinnen zur Anerkennung vorgelegt wurden. Insbesondere in Südtirol fallen da viele raus.
Ich will mit diesem Kommentar keineswegs leugnen, dass extrem viel Handlungsbedarf besteht. Aber eine gute Diagnose ist für die Therapie unerlässlich.
Antwort auf Es ist bekannt und auch gut… von pérvasion
"Es ist bekannt und auch gut…
"Es ist bekannt und auch gut erforscht, dass der Gender-Paygap in Ländern und Regionen am größten ist, wo mehr Frauen erwerbstätig sind."
Gründe dafür sind ja im Beitrag aufgelistet:
- Geschlechtsspezifische Arbeitsmarktsegmentierung.
- Selbst bei vergleichbaren Positionen und Qualifikationen bestehen Lohnunterschiede.
- Stereotypen in Bildung, Arbeitswelt und Familie tragen zur wirtschaftlichen Ungleichheit bei.
Wenn Frauen wirklich für die…
Wenn Frauen wirklich für die gleiche Arbeit weniger bezahlt würden, würde der Markt dies sofort korrigieren.
Wenn Frauen die gleiche Arbeit für 10 % weniger Gehalt leisten würden, würden Unternehmen darum Kämpfen, so viele Frauen wie möglich einzustellen.
Ihre Antwort darauf lautet wahrscheinlich, dass Unternehmen so sehr darauf bedacht sind, Männer zu beschäftigen, dass ihnen 10 % höhere Personalkosten egal sind.
Doch wenn das wirklich der Fall wäre, müssten Frauenunternehmen die erfolgreichsten überhaupt sein, da sie Produkte zu 10 % günstigeren Arbeitskosten produzieren könnten und so die patriarchal geprägten Unternehmen ausstechen würden.
Zu den anderen Aufzählungen: Wenn Frauen sich aufgrund subjektiver Probleme wie "Stereotypen" oder "Arbeitsmarksegmentierung" davon abhalten lassen, bestimmte Positionen einzunehmen, sind sie selbst schuld. Wenn ein Mann gerne Kindergartenbetreuer werden würde, es aber wegen "Stereotypen" oder "Arbeitsmarksegmentierung" nicht tut, machen wir auch kein Drama daraus und ändern keine Gesetze. Wichtig ist, dass die Tür für beide Geschlechter offen steht, was sie auch tut. Wenn sie nicht den Mut haben, einzutreten, ist das ihr Problem.
E se continui a sentirti l…
E se continui a sentirti l’unica a dover gestire la famiglia, è evidente che il tempo per tutto il resto semplicemente non c’è
Ma non può essere invece che è così perché in realtà la famiglia è considerata l'istituzione più importante della società ed quella in cui vale la pena investire i propri sforzi?
Se il tempo per un lavoro più impegnativo manca, significa che si dà più priorità alla famiglia, no? In fin dei conti, non è meglio guadagnare meno ed avere una famiglia felice e ben gestita, che guadagnare di più ma con una gestione della famiglia trascurata e figli lasciati a se stessi?
Vorbehalt: Diese Anmerkungen…
Vorbehalt: Diese Anmerkungen basieren auf einer schnellen Sichtung der Daten. Alle Angaben sind ohne Gewähr, und die folgenden Annahmen sind als Arbeitshypothesen zu verstehen.
a) Laureate : Der Wert könnte deshalb niedrig ausfallen, weil eine beträchtliche Anzahl junger Menschen im Ausland studiert und nach Studienabschluss dort verbleibt.
b) Imprese femminili (Unternehmen in Frauenhand): Die höchsten entsprechenden Werte weisen Regionen in Süditalien auf. Ich nehme hier zwei Ursachen an: Mangel an wirtschaftlichen Alternativen; das Phänomen der „Strohfrauen“ (Frauen, die formal als Geschäftsführerinnen eingesetzt werden, während die Kontrolle beim Mann liegt, von dem angenommen werden kann, dass er nicht entsprechend rechtsfähig ist). Ähnliche Überlegungen gelten für den Anteil der amministratori donna (weibliche Führungskräfte/Verwaltungsräte): auch hier dominieren süditalienische Regionen.
c) Gender Pay Gap (Geschlechtsspezifisches Lohngefälle): Der Lohnunterschied ist tendenziell umso höher, je höher die Erwerbsbeteiligung von Frauen insgesamt ist.
Fazit:
Besteht Handlungsbedarf? Ja, unzweifelhaft. Ich vermute, dass vor allem jene Frauen aus Südtirol abwandern, die mit unseren traditionellen kulturellen Besonderheiten nicht gut zurechtkommen. Ob diese spezifische Gruppe allerdings nach Süditalien abwandert, halte ich für zweifelhaft.
Antwort auf Vorbehalt: Diese Anmerkungen… von WerPram
Vielleicht sichten Sie die…
Vielleicht sichten Sie die Daten nochmal ein bisschen besser, bevor Sie hier schreiben, dass die Männer in Süditalien "nicht entsprechend rechtsfähig" sind. Man könnte Sie des Rassismus bezichtigen. Beispiel gefällig? Wenn die Leute nach dem Studium im Ausland nicht zurück kommen, dann müsste die Aire Quote entsprechend hoch sein, es sei denn die haben alle den Wohnsitz nicht abgemeldet um GIS zu "vermeiden".
Süditalien hat andere…
Süditalien hat andere Spielregeln. Steuertricks gibt es genug, vorausgesetzt, mann hat einen guten Wirtschaftsberater. Ausgerechnet Italien soll in diesem Punkt vorbildlich sein?