L'Europa vuole fermare le SLAPP
Il Parlamento Europeo ha approvato in Commissione giuridica la direttiva sulle azioni giudiziarie intimidatorie contro la libertà di espressione e la partecipazione pubblica, note con l’acronimo inglese di SLAPP, che toccano molto da vicino i giornalisti. Il testo, che contiene la posizione negoziale sulle norme atte a garantire ai giornalisti la protezione da azioni legali vessatorie, è stato approvato con 15 voti a favore, 1 contrario e 1 astensione. Per aumentare la protezione dell’UE, gli eurodeputati hanno esteso la definizione di tali azioni legali vessatorie anche ai casi transfrontalieri, per includere quelli in cui l’argomento è rilevante per più di un Paese. Gli eurodeputati esortano inoltre i Paesi UE ad attuare le raccomandazioni già espresse dalla Commissione per i casi inerenti ad un solo Paese. Il testo chiede che chi è preso di mira da SLAPP abbia la possibilità di richiedere l’archiviazione anticipata del loro caso se manifestamente infondato. Gli eurodeputati chiedono inoltre che i ricorrenti siano costretti a coprire tutti i costi del procedimento, mentre le vittime di cause vessatorie abbiano diritto al risarcimento dei danni connessi, compreso il danno alla reputazione. Il testo chiede infine che gli Stati membri forniscano un sostegno finanziario alle vittime di SLAPP e che si impegnino alla creazione di sportelli unici in ogni Paese che diano supporto legale alle vittime e raccolgano dati sulle decisioni dei Tribunali.
Il plauso dell'Ordine dei giornalisti
“Esprimo soddisfazione per questo primo passo avanti per una tutela efficace dei giornalisti e per la libertà di informazione. – commenta il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli – Le querele intimidatorie sono una spada di Damocle per i cronisti, soprattutto autonomi e freelance che non hanno la copertura di un editore per le ingenti spese legali.
Per il presidente dell’Ordine l’Italia non deve aspettare le direttive europee per tutela della libertà di stampa dalle azioni giudiziarie intimidatorie: “Sarebbe il momento che il Parlamento italiano, senza aspettare le direttive della UE, invertisse la rotta per la riforma della diffamazione a mezzo stampa – prosegue Bartoli – introducendo finalmente dei forti elementi di dissuasione contro chi utilizza lo strumento delle azioni giudiziarie al solo fine di limitare la libertà dei giornalisti. Chi sbaglia è giusto che paghi, vale anche per l’informazione professionale se si lede l’onorabilità di una persona; ma in Italia il novanta per cento dei procedimenti viene archiviato, e di quelli che vanno a giudizio l’85% finiscono in assoluzioni (come riporta l’Osservatorio Ossigeno informazione). E’ giunto il momento – conclude – di porre un freno a tutto questo, l’Europa lo sta già facendo.”
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