“Nulla da verificare”

Con buona pace di Alessandro Urzì il consiglio provinciale ha oggi (12 settembre) respinto con 4 sì e ben 18 no, più 7 astensioni, la richiesta dell’esponente dell’Alto Adige nel cuore di istituire una commissione speciale per valutare la regolarità delle procedure concorsuali e di nomina della senatrice Francesca Puglisi (a lungo nell’occhio del ciclone) per la gestione del progetto “Operazione simpatia”, il famoso incarico per “rivitalizzare” l’immagine dell’Alto Adige nel resto d'Italia. Non solo. La commissione era stata invocata anche per stabilire il presunto stato di lottizzazione politica attuale del sistema della pubblica amministrazione con particolare riguardo a sanità e servizi sociali, le Ripartizioni Musei e Beni culturali e l’equilibrata rappresentatività dei diversi gruppi linguistici nei ruoli chiave e dirigenziale in questi settori della PA.
A favore della richiesta, o di parti di essa, si sono espressi Gruppo Verde, Freiheitliche e BürgerUnion; contro, la SVP e la giunta provinciale. La Südtiroler Freiheit ha annunciato astensione.
Incassa con amarezza Urzì: “L’Alto Adige è avvertito: dichiarare che gli Italiani non hanno diritto di ottenere alcuni incarichi di vertice in alcuni uffici della pubblica amministrazione o che la Svp rivendica il diritto di assumere il comando dell’ospedale di Bolzano, perché le cose andavano male causa gli… Italiani, è legittimo e normale. Così come non si deve indagare sui sospetti di lottizzazione dalla pubblica amministrazione dopo le assunzioni da parte della Provincia e nei Servizi sociali della ex senatrice Puglisi del Pd e dell’ex segretaria politica del Pd Liliana Di Fede (nominata direttrice generale dell'Assb lo scorso giugno, ndr)”.
Oltre alle affermazioni - definite “discriminatorie” dal consigliere provinciale del centrodestra -, del presidente Arno Kompatscher sulla gestione dell’ospedale di Bolzano, non sono piaciute a Urzì nemmeno quelle del capogruppo della Svp Oswald Schiefer, in quanto “espressione di un sentimento incomprensibilmente restio a concedere pari dignità dei diversi gruppi linguistici nelle funzioni chiave in Alto Adige: ‘È impensabile - aveva detto Schiefer - che un italiano possa essere al vertice della Soprintendenza ai beni culturali”, ribadendo la prerogativa che alcuni uffici strategici della Provincia debbano restare in mano tedesca e/o preferibilmente Svp”.
La maggioranza dell’Aula ha oggi sentenziato che non c’è nulla da verificare, “si può insultare gli Italiani e dare l’idea di assumere secondo le regole della lottizzazione, da oggi ufficialmente. Senza doverne rispondere”, conclude Urzì.