Attenzione alla Papessa
Nell’edizione di martedì primo marzo, il quotidiano Alto Adige l’ha anticipato in coda a un trafiletto che non è però passato inosservato: “Il centrodestra – il virgolettato attribuiva la dichiarazione a Michaela Biancofiore, probabilmente il calco di un sms – deve andare tutto unito, dalla Lega a Fratelli d’Italia. Se faremo di tutto per dividerci, allora sarà giusto andare alla conta, e magari mi candiderò io stessa”. Una promessa o una minaccia?
In attesa del Papa (o della Papessa)
Prima di sentire dalla viva voce della stessa Biancofiore come si è giunti alla possibile vigilia di una svolta tanto clamorosa, occorre riavvolgere brevemente il nastro e avere presente il quadro della situazione, a tutt’oggi assai confuso e sicuramente più frammentato di quanto appaia guardando ai profili unitari esibiti nei giorni scorsi da Alessandro Urzì e Giorgio Holzmann, gli asimmetrici tessitori (il primo si è accontentato di svolgere il ruolo di regista, mentre il secondo – in qualità di candidato sindaco – figura tra i protagonisti) delle strategie politiche sinora emerse. La metafora del “Papa” è il filo conduttore che ci permette di cominciare a dipanare la matassa. Di questo “Papa”, peraltro, non si ha ancora notizia. Dalle stentate indiscrezioni che filtrano, la decisione dovrebbe essere presa entro sabato. Ma più passa il tempo, è chiaro, più s’ispessisce la sensazione che si tratti ormai di una mossa quasi disperata. E forse persino inutile, giacché né Carlo Vettori né Holzmann saranno facilmente disposti a ritirarsi in buon ordine sacrificando la visibilità ottenuta. Per questo Michaela Biancofiore, emarginata da tutte le ultime decisioni più rilevanti, si è adesso riaffacciata alla finestra con l’intenzione di scompigliare ancora una volta le carte e salvare almeno quello che continua a considerare il “suo” partito. Aspettando il Papa, potrebbe cioè spuntare la Papessa.
L’intervista
Salto.bz. Buongiorno Onorevole Biancofiore, con quale sentimento sta seguendo l’evoluzione della sua parte politica a Bolzano?
Michaela Biancofiore: Cosa vuole che le dica? Con molta, moltissima amarezza. Sono soprattutto rattristata per come Elisabetta Gardini si sia lasciata convincere a promuovere un cartello elettorale (ancora peraltro sprovvisto di nome, ndr.) che annulla Forza Italia e la condanna di fatto a sparire.
Ma lei non sente di avere alcuna responsabilità?
Assolutamente no. Mi sono sempre spesa per Elisabetta, che tuttora considero anche una mia amica personale e non solo una collega. E fui io stessa a proporla per riaccendere qui le speranze di una rinascita del nostro partito. Ora, mi dica lei se annullare il marchio di Forza Italia, scioglierlo dentro una coalizione orientata peraltro decisamente a destra, insieme a “Unitalia” e alla “Lega”, sia un passo in quella direzione o il suo esatto contrario.
Conservando un ruolo di preminenza, o almeno tornando ad essere visibile, a suo avviso Forza Italia avrebbe ancora la possibilità di aggregare gli elettori?
Guardi, di questo sono assolutamente convinta. Forza Italia esprime l’ancoraggio al centro e soltanto facendo perno sul centro sarebbe possibile costruire davvero quell’unità del centrodestra che adesso sembra invece più che mai una chimera.
Pensa che sia ancora possibile invertire la rotta?
Non lo so. Ho notizie che l’ultima riunione per cercare di tirar fuori questo benedetto personaggio in grado di esprimere una candidatura “di peso” si è risolta con un buco nell’acqua. Dal canto mio posso dire che ho già in tasca venti nomi spendibili per formare una lista e…
Formare una lista per sostenere chi?
Potrei scendere in campo io.
Sul serio? Ma a quali condizioni?
Se la situazione dovesse rivelarsi per quel che sembra, cioè con un Holzmann ancora deciso a non fare un passo indietro e con l’attuale cartello “unitario” incapace di esprimere un candidato che non sia quello proposto dalla Lega, è chiaro che anch’io potrei valutare l’ipotesi di aggiungere il mio nome alla rosa dei papabili. Così avremmo finalmente l’occasione di verificare da che parte sta il nostro elettorato.
Ma Berlusconi sarebbe d’accordo con questa sua eventuale ed estrema decisione?
Ci incontriamo giovedì e ne parleremo. Comunque non penso proprio che Berlusconi voglia la scomparsa di Forza Italia dalla faccia dell’Alto Adige. Come le ho già detto: mettere in piedi una lista per far sventolare ancora la sua bandiera non mi sarebbe difficile.
Paradossale però che, muovendo dall’intento di unire, si finisca poi in una guerra di tutti contro tutti…
Io sono la prima ad offrire la mano tesa, e se troviamo la quadra appoggerò senz’altro il progetto “unitario”, anche se è nato sotto i peggiori auspici. Altrimenti lancerò questa sfida unendola a un segno di distensione: mi piacerebbe che Elisabetta Gardini fosse capolista.
Uno scenario poco probabile.
E allora sarà come sarà. Non scordiamoci che tra i competitor del centrodestra c’è anche qualcuno che adesso non viene citato perché si è apparentato all’altra sponda.
Di chi sta parlando?
Di Elena Artioli. Il suo è un elettorato sostanzialmente di centrodestra. E lei è abilissima a condursi in una campagna elettorale.
Ma giusto a titolo di
Ma giusto a titolo di curiosità: in cosa forza italia è più a sinistra, o "verso il centro" per usare termini che la Bianocofiore teme meno, della lega?
Qua si parla sempre di persone, dei loro partitucoli ma mai di programmi ed idee.
Alla Biancofiore sarebbe
Alla Biancofiore sarebbe pericoloso affidare anche l'amministrazione di un condominio, alla luce della sua esperienza politica e della sua limitata credibilità. La "signora", conosciuta per il suo ruolo di passionaria alla corte di re Silvio, presume di poter fare leva alla sua indiscussa notorietà e visibilità. Ma non sono certo questi i requisiti necessari per assumere ipoteticamente il mandato di sindaco, anche nella prospettiva ineluttabile di un costante rapporto di potere con la Giunta Provinciale, ammesso e non concesso che lei abbia qualche minima chance di raggiungere l'obbiettivo massimo.