“L’arbitro sarà imparziale”
Alle ore 10 il giuramento nella brevissima formula di rito prevista da Costituzione.
“Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne la Costituzione”
A seguire il Capo dello Stato ha pronunciato un discorso di 30 minuti in cui è stato interrotto una quarantina di volte.
Particolarmente convinti gli applausi sono stati in occasione del ringraziamento sentito rivolto al presidente emerito Giorgio Napolitano, per la sostanza del suo lavoro ed anche per aver accettato di prolungarlo.
Tra le prime parole Mattarella ha voluto rivolgere “un pensiero di amicizia alle numerose comunità straniere presenti nel nostro paese”.
Nel discorso di Mattarella hanno fatto spesso capolino una vena di ironia e il sorriso che nei giorni scorsi la stampa aveva fatto fatica a reperire nelle immagini di repertorio. In particolare il presidente ha liquidato con una battuta il momento in cui ha dovuto fare i conti con la momentanea mancanza di un foglio del suo discorso.
“Era un foglio importante” ha detto in merito a braccio Mattarella, riprendendo subito il filo del discorso e manifestando il suo compiacimento per la composizione dell’attuale parlamento, caratterizzato dalla “più alta percentuale di donne e giovani”. “Un risultato prezioso che troppe volte la politica oscura dietro polemiche e conflitti” ha aggiunto il presidente.
Nel suo discorso Mattarella ha posto un accento forte e compiaciuto sul termine di ‘arbitro’ con il quale spesso viene definito il ruolo del Presidente della Repubblica. Mattarella ha garantito che l’arbitro “sarà imparziale”, auspicando che “i giocatori lo aiutino con la loro correttezza”.
Nelle sue parole Mattarella ha ricordato per primi i giovani e il loro “diritto allo studio, al lavoro e al futuro”. Spendendo parole forti anche per il “ripudio della guerra e la promozione della pace” ed auspicando che “ognuno concorra con lealtà alle spese della comunità nazionale”.
Ha ricordato le donne, affinché “non debbano avere paura di violenze e discriminazioni”, ed ha raccomandando che vengano “rimosse le barriere rispetto ai diritti delle persone con disabilità”.
Il presidente ha invitato a “sostenere la famiglia risorsa della società” ed a “garantire autonomia e pluralismo informazione presidio di democrazia”.
E’ stato accolto con molto calore il passo del discorso che Mattarella ha dedicato alla lotta delle mafie e alla corruzione. Il presidente della Repubblica ha ricordato Falcone e Borsellino, ma anche il bimbo Stefano Tachè, ucciso a due anni in sinagoga nell’82. “Un nostro bambino, un bambino italiano” ha specificato Mattarella.
Dopo aver auspicato il più ampio sforzo comune contro il terrorismo interazionale il Presidente ha ricordato l’esodo dei profughi, affermando che per “questa emergenza umanitaria occorre un’Europa attenta, impegnata e solidale”.
L’ultima parte del discorso di Mattarella, finalmente non interrotto dai parlamentari con gli applausi, è stato il più bello e commovente. Dedicato a ritrarre il volto reale degli italiani ed a cercare di riaffermare i motivi per cui i cittadini reali devono oggi, più ancora che nel passato, ritrovare le motivazioni per la propria unità come popolo, al di là delle tante individualità e differenze.
Onorevoli Parlamentari, Signori Delegati,
Per la nostra gente, il volto della Repubblica è quello che si presenta nella vita di tutti i giorni: l’ ospedale, il municipio, la scuola, il tribunale, il museo.
Mi auguro che negli uffici pubblici e nelle istituzioni possano riflettersi, con fiducia, i volti degli italiani:
il volto spensierato dei bambini, quello curioso dei ragazzi.
i volti preoccupati degli anziani soli e in difficoltà il volto di chi soffre, dei malati, e delle loro famiglie, che portano sulle spalle carichi pesanti.
Il volto dei giovani che cercano lavoro e quello di chi il lavoro lo ha perduto.
Il volto di chi ha dovuto chiudere l’impresa a causa della congiuntura economica e quello di chi continua a INVESTIRE nonostante la crisi.
Il volto di chi dona con generosità il proprio tempo agli altri.
Il volto di chi non si arrende alla sopraffazione, di chi lotta contro le ingiustizie e quello di chi cerca una via di riscatto.
Storie di donne e di uomini, di piccoli e di anziani, con differenti convinzioni politiche, culturali e religiose.
Questi volti e queste storie raccontano di un popolo che vogliamo sempre più libero, sicuro e solidale. Un popolo che si senta davvero comunità e che cammini con una nuova speranza verso un futuro di serenità e di pace.