I sindaci ribelli
"Non solo gli ospedali di Silandro, San Candido e Vipiteno devono continuare ad essere sostenuti per un’operativià 24 ore 24 e per 7 giorni su 7, ma devono addirittura essere potenziati attraverso il rafforzamento ulteriore dei loro reparti specializzati."
I primi cittadini dei tre comuni non hanno dubbi ed hanno deciso di parlare con una voce unica, per lanciare a cittadini e colleghi politici provinciali un messagio forte e chiaro: la questione è tale da non può essere affrontata attraverso gli strumenti del passato, e cioè l’interessamento di qualche consigliere ed assessore proveniente dal territorio, più o meno influente.
I sindaci Dieter Pinggera (Silandro), Werner Tschurtschenthaler (San Candido) e Fritz Karl Messner (Vipiteno) si sono incontrati giovedì scorso con i gruppi di lavoro locali di partito per discutere della riforma sanitaria in vista del termine del 24 novembre entro il quale l’assessora provinciale Martha Stocker attende considerazioni e proposte per il da farsi.
“Non è solo una questione legata ai reparti di maternità, è l’efficenza in generale del servizio sanitario ospedaliero che, attraverso la riforma paventata, verrebbe messo in crisi”, sostengono i tre sindaci ricordando che, d’altronde, nel patto di coalizione del governo provinciale si è sempre parlato di ‘7 ospedali’ e non di 4 ospedali e 3 day hospital.
I sindaci di Silandro, Vipiteno e San Candido ritengono che il depotenziamento avrebbe inoltre conseguenze negative non solo per i cittadini residenti nei singoli comprensori interessanti, ma anche per tutti gli altri residenti in provincia. Un esempio su tutti: l’aumento dei tempi d’attesa per visite ambulatoriali ed interventi chirurgici.
Pinggera, Tschurtschenthaler e Messner contano di riuscire a convincere l’assessora Stocker che la via imboccata non è quella giusta. Ed anzi puntano addirittura ad avere garanzie che per i prossimi 10/20 anni della questione non venga più posta in discussione.
Muro contro muro, insomma.