Ontologico Schullian
Intervistato da Repubblica TV, l'onorevole Manfred Schullian difende l'autonomia ("che non è un privilegio", dichiara) anche nei suoi aspetti più discutibili, come per esempio la norma che nega il diritto di voto alle elezioni comunali e provinciali a chi non risiede in Sudtirolo da almeno quattro anni. La domanda posta dal giornalista è secca: "Non pensa che si tratti di discriminazione?". "Assolutamente no", risponde Schullian, "perché ci sono ragioni storiche e anche ontologiche". Ontologiche? Ma l'onorevole Schullian conosce il significato del termine "ontologia"? Presumo di no, magari se l'è scordato, e siccome presumo che sfugga anche a molte altre persone - bisogna aver masticato un po' di filosofia per capire che cos'è l'ontologia -, è bene fare un po' di chiarezza.
Usiamo per comodità Wikipedia, che va sembre bene per cominciare almeno a capire ciò di cui si sta parlando: "Per ontologia si intende, in un'accezione ristretta, lo studio dell'essere come insieme degli enti, limitatamente a ciò che sembra esistere in concreto o risultare anche solo pensabile, dunque secondo quanto sembrerebbe attestato dai sensi o dalla psiche. In un'accezione più estesa, si intende un'indagine sull'essere al di là degli enti attraverso i quali esso ci si manifesta nelle apparenze e nei fenomeni: la ricerca dell'Essere o del loro fondamento ultimo". Sfido l'onorevole Schullian a dimostrarci cosa ci combina la difesa di una norma francamente obsoleta con "un'indagine sull'essere al di là degli enti attraverso i quali esso ci si manifesta nelle apparenze e nei fenomeni". Dai...
Adesso però mi viene un dubbio. Forse l'onorevole Schullian, tutt'altro che ignaro di essere incappato in un argomento all'apparenza sproporzionato rispetto a quello che voleva davvero dire, forse intendeva essere ironico (e magari anche un po' maieutico). Rileggiamo la parte finale della definizione citata: "Ontologia è la la ricerca dell'Essere o del loro [dei fenomeni] fondamento ultimo". Caspiterina. Il metodo classico usato dai filosofi per discernere il piano "ontico" - inerente cioè i fenomeni che non permangono - da quello "ontologico" - relativo a una stabilità permanente, ipotizzabile come "fondamento ultimo" - è quello di isolare un ambito sottratto alla labilità fenomenica. Platone aveva ipotizzato il cosiddetto regno delle "Idee", altri hanno pensato ai numeri. Heidegger, uno degli ultimi filosofi a proporci una sua ambiziosa e nazionalsocialistica ontologia, riteneva invece che si trattasse dell'Essere che non può mai essere ridotto ad ente (per questo motivo l'ho barrato, come faceva lui, suggerendo di non pensarlo a nessun costo come qualcosa di definito ma come la condizione di possibilità di ogni possibile definizione). Per Schullian, evidentemente, solo i sudtirolesi residenti da più di 4 anni possono partecipare di questa dimensione "ontologica" (un po' come se Platone avesse trattato dell'idea iperuranica di "sudtirolesità"), mentre gli altri, indipendentemente dal fatto che abitino qui, paghino le tasse e quindi siano in fondo cittadini al pari degli altri, è bene si accontentino della loro natura di epifenomeni, misere creature dalla consistenza esistenziale un po' sbiadita, e comunque indegni di far parte del cerchio di quegli esseri eletti dotati di diritto di voto a prescindere.
Hai capito Schullian! Sembrava non sapesse, sembrava scherzasse, e invece voleva semplicemente fornire una dimostrazione metafisica di una norma altrimenti da cestinare al più presto possibile. Detto con Aristotele (Metafisica IV 2, 1003 a, 32-34) : "C'è una scienza che studia l'essere in quanto essere ... Il termine essere è usato in molte accezioni, ma si riferisce in ogni caso a una realtà sola e ad un'unica natura". L'essere sudtirolese - sola realtà ed unica natura concepita da Schullian - prevede che nulla possa cambiare perché la storicità del piano normativo (dunque posta a un livello meramente "ontico") riposa sul basamento inscalfibile di un'ontologia difesa con le unghie e coi denti. Niente male per un tizio spedito a Roma grazie a una legge chiamata Porcellum.
Forse intendeva concetto?
Forse intendeva concetto? penso comunque che il Sig. Schullian farebbe bene a lasciare i concetti giuridici/filosofici/metafisici in mano agli esperti!
Giá nell' ambito delle proprie competenze é difficile assecondare il principio del neminem laedere....
Gracias sig. De Luca .Bello
Gracias sig. De Luca .Bello da leggere.
La modifica della legge
La modifica della legge regionale che permette la candidatura alla carica di sindaco a tutti cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali a prescindere dal periodi di residenza in regione, ha riportato alla ribalta anche il tema dell’elettorato attivo per i cittadini italiani e comunitari provenienti da comuni italiani fuori regione.
Con l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2015 delle nuove modalità di comunicazione telematica tra i i comuni in materia elettorale e l’abolizione del fascicolo cartaceo che conteneva i documenti che comprovavano il periodo residenziale nei precedenti comuni la materia si è complicata maggiormente, con una più complessa e dispendiosa prassi applicativa.
Per questa tornata elettorale è oramai troppo tardi per modificare questa norma di rango costituzionale, ma sarebbe il caso di riprenderla in mano senza pregiudizi, ci aveva provato l’allora presidente del Consiglio Prodi ma dopo la caduta del suo governo nessuno ci ha più messo mano (gli elettori iscritti nelle liste elettorali aggiunte sono circa l’ 1,5%).
Storicamente la norma era senz’altro giusta, ma oramai sarebbe il caso di aggiornarla ad esempio:
“dopo un anno di residenza in regione (così come in parte in Trentino ed in Valle d’Aosta) l’elettore vota nel comune della regione dove è residente attualmente a prescindere dal calcolo del più lungo periodo residenziale sia se dovesse provenire da un comune della provincia di Trento o viceversa .”