L’orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi a Bolzano
Bolzano è piccola, è provinciale, ma Bolzano riesce sempre a organizzare dei grandi concerti. Martedì 11 Novembre andrà di scena alle ore 20 all’Auditorium di Bolzano una serata di musica sotto la direzione di Zhang Xian, la prima donna a dirigere un’orchestra sinfonica in Italia.
Dal Settembre 2009 ha preso questo ruolo, in modo silenzioso come sempre. Già il suo debutto è stato caratterizzato dalla parsimonia nell’uso delle parole - quando nei primi anni ’90 la allora ventenne Zhang Xian si sentì dire senza preavviso dal direttore designato “domani sarai tu a dirigere”, la giovane insegnante di pianoforte dalla statura ridotta si ritrovò con davanti Le nozze di Figaro e la Central Opera House di Pechino. Alla sessione di prove straordinaria convocata il giorno prima del debutto il neo-direttore d’orchestra supererò la diffidenza che gli strumenti avevano per una donna, per giunta piccola e giovane, proprio con il silenzio - senza parole iniziò ad agitare la sua bacchetta fino a che tutti si ordinarono e iniziarono a suonare in modo obbediente.
Sotto la sua direzione Martedì verranno proposte tre opere per una serata Boema, che verrà infatti riproposta il fine-settimana successivo all’Auditorium di Milano sotto il patrocinio del Centro Ceco di Milano, in occasione del XXV anniversario della Rivoluzione di Velluto in Cecoslovacchia.
Ascolteremo così l’Ouverture Karneval op.92 di Antonin Leopold Dvořák, classe 1841. Questa fu composta nel 1891 dal Praghese poco prima della partenza per gli Stati Uniti, dove avrebbe diretto il Conservatorio di New York. Pensata inizialmente come una parte di un ciclo di tre Ouvertures dal titolo “Natura, vita e amore”, i tre componimenti diventarono alla fine indipendenti e per questo in specifico, che avrebbe dovuto nello schema di partenza assumere la posizione intermedia, l’autore trovò in “Carnevale” il nome più adatto.
Le luci illumineranno poi Eugene Ugorski, violinista ventiquattrenne di origine russa e di educazione americana, che suonerà il Concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 35 di Erich Wolfgang Korngold, nato a Brno/Brünn nel 1897 da famiglia ebrea di lingua tedesca. Il compositore, che andrà poi in esilio durante la seconda Guerra Mondiale negli USA, tornerà dopo 7 anni nel Vecchio Continente. Il desiderio di rientrare in Europa era sempre stato forte in lui, e con quest’opera del 1945 provò a ricollegarsi alla gloriosa tradizione di musica classica europea, dopo gli ultimi decenni passati a lavorare soprattutto per le colonne sonore del cinema americano, che gli valsero tra l’altro due Oscar.
La serata si concluderà in modo grandioso di nuovo con Dvořák e con la sua Sinfonia n. 9 in mi minore, op. 95, ben più conosciuta come sinfonia “Dal nuovo mondo”. Opera composta nel 1893 ed eseguita per la prima volta nella Carnegie Hall, avrà un successo enorme e sarà portata fin sulla Luna da Armstrong nel 1969, e verrà eseguita per la prima volta in Europa nel 1894 a Karlsbad/Karlovy Vary. L’opera, l’ultima Sinfonia di Dvořák, nasce in tre anni negli Stati Uniti, e si ricollega all’intento educativo del Boemo che al Conservatorio di New York sosteneva la nascita e crescita di una nuova generazione di musicisti statunitensi. Come lo stesso autore disse, non usa qui motivi americani o indiani nell’opera, bensì si limita a comporre nello spirito di questi. Se così riscontriamo alcuni richiami alla musica indiana pellerossa, come la scala pentatonica del secondo movimento, e altri alle musiche spiritual afro-americane, così troviamo anche continui richiami alla tradizione Europea e alle musiche popolari Ceche, sempre state al centro dell’interesse dello stesso Dvořák fin da bambino, il cui padre era oltre che macellaio anche suonatore di zither.