“Anche la Provincia ha le sue responsabilità”
La prima frase di Spagnolli in conferenza stampa, il vicesindaco Ladinser a fianco, è davvero un classico di quello che accade quando a un candidato favorito non riesce la vittoria al primo turno.
“Non abbiamo vinto le elezioni, ma nessuno ci ha battuti”
Ma subito dopo il sindaco, agguerrito, sferra la sua prima stoccata, rivolta agli elettori.
“La città di Bolzano ha dimostrato ancora una volta che quando vota per le comunali non si preoccupa della necessità di governabilità. Ha scelto infatti di mandare 18 partiti in consiglio comunale. È probabile che questa volta sarà ancora più difficile rispetto a 5 anni fa.”
Per il sindaco uscente è quindi la vota di mettere per la seconda volta le mani avanti, evocando lo spettro del sindaco di maggio.
“Compito della politica è trovare una sintesi, ma se non si riesce a trovare un accordo salta tutto. Come ben dimostra la vicenda Benussi di 10 anni fa.”
E allora, sindaco, che intende fare? Quali i partiti che si possono tentare di avvicinare? Quale la strategia da adottare?
Ancora una volta il sindaco scuote testa, circoscrivendo il quadro: “a governare penseremo dopo, ora dobbiamo pensare a vincere il ballottaggio”.
E per vincere, che si fa?
La risposta è lapidaria: “abbiamo un programma e i cittadini lo voteranno, se vorranno”. Ma il sindaco ci tiene a chiarire di non voler avere (per lo meno all’apparenza) nulla a che fare con i partiti, in questa fase. Usando tutta la schiettezza che lo contraddistingue.
“Non ci saranno accordi del tipo mercato delle mucche. Non sono i partiti a votare ma i cittadini. Inutile pretendere un impegno da parte di una sigla politica. Oggi cittadini fanno quello che vogliono, non stanno ad obbedire a nessuno.”
Ma il sindaco ci tiene anche a lanciare un messaggio ad Alessandro Urzì, il suo sfidante: “la lotta sarà dura per entrambi ma mi senti di dire che lui avrà qualche difficoltà in più nel governare, sempre che riesca prevalere”.
Subito dopo si lancia in un’invettiva nei confronti dell’attuale sistema della comunicazione, “che ormai nessuno riesce più a controllare e rispetto al quale è impossibile difendersi”, facendo riferimento alle polemiche sulla ‘chiusura’ del Comune di Bolzano in occasione degli scrutini elettorali.
Dopo l’intervento del vicesindaco Ladinser - volto a ribadire la scelta (scellerata?) di “limitare l’eterogeneità della maggioranza per raggiungere una maggiore compattezza ed operatività” escludendo dalla coalizione gli ecosociali - è ancora il sindaco a prendere la parola in uno di quei classici ‘finali’ di conferenza stampa in cui il protagonista ci tiene ad avere l’ultima parola per ribadire il ‘concetto mancante’ in quanto disgraziatamente non affrontato nelle domande dei giornalisti.
“Negli ultimi giorni mi è mancata un’alleata e cioè la provincia che non ci ha favoriti attraverso alcune sue decisioni. In particolare quella di aprire l’Hotel Alpi ai profughi. Ma non c'è solo quella questione. La mancanza di attenzione data alla città di Bolzano è certamente sintomo di un atteggiamento che non ci consente di far sentire al capoluogo la forza di un’alleanza che pure dovrebbe esserci, perché il colore politico di governo è lo stesso. Da questo punto di vista il supporto non c’è stato e quindi la provincia porta una forte responsabilità.”
Interessante. Sarà ora da vedere se la provincia cercherà, invece, “di fare la sua parte”.
Incalzato dai giornalisti il sindaco ha quindi ammesso di "aver sbagliato nel non essere stato abbastanza bravo nel farsi capire dalla gente”.
“Oggi è difficile comunicare argomenti di governo ai cittadini” si è lamentato Spagnolli, concludendo il suo dialogo con la stampa, guardando l’orologio e probabilmente pensando al tempo che scorre ed ai 14 giorni che mancano al suo tentativo di restare, una volta di più, un vincente e l’unico in grado - come da lui più volte affermato - “di aggregare e formare una maggioranza per la difficile città di Bolzano”.
Beh, in ogni modo qualche
Beh, in ogni modo qualche minuto fa Kompatscher e Spagnolli si sono visti al Laurin. L'importante è berci su, poi si vedrà.
"Non abbiamo vinto, ma
"Non abbiamo vinto, ma nessuno ci ha battuti" l'ultimo che l'ha detto fu definito un Motto che cammina. Sarei quasi tentato di votare Urzi al ballottaggio. Così si ritorna a votare e magari formiamo una alternativa SENZA Spagnoli.
In attesa che ci siano i dati
In attesa che ci siano i dati definitivi su cui qualche esperto di flussi elettorali potrà fare delle analisi precise, ho fatto (in maniera del tutto dilettantesca) alcuni conti basandomi sui dati dei voti di lista per ora ufficializzati.
Per prima cosa, a Bolzano, se ho calcolato bene, si sono persi circa 7.500 voti di lista validi (erano 46.000 alle precedenti comunali, sono ora 38.500 circa). Dato piuttosto significativo, su cui qualcuno dovrà pur fare qualche "mea culpa".
I voti di lista, a mio parere, sono in alcuni casi lampanti: la SVP perde circa 3.000 voti; la galassia Popolo delle Libertà sfiorava quasi i 10.000 voti, ora (ma non è facile stabilire chi siano gli "eredi") la lista per Urzì ne ha avuti circa 2.500, Lista Benussi (che però era in una aggregazione diversa) e Forza Italia circa 1.400 ciascuno. Non so bene chi occorra includere in questo calcolo: ma a occhio e croce c'è un crollo di circa la metà.
La Lega passa da 2.500 a 4.300.
Il M5S arriva quasi a 3.800, guadagnando circa duemila voti (che mi pare un risultato significativo per un movimento che a livello nazionale alcuni davano per ormai in disfacimento).
Il PD passa da quasi 8.000 a 6.500. Ma ci sono i 2.500 della Lista per Spagnolli, ma non so se ci può essere continuità fra questi due voti.
I Verdi passano da 3.000 a 2.000.
La "destra italiana", se si mettono assieme gli 850 di Unitalia (che appoggiava Urzì) e i 920 di Casapound (che appoggiava Benussi) paiono sempre gli stessi: Unitalia aveva sui 1.600 alle scorse elezioni. Ma se ci mettiamo dentro anche Fratelli d'Italia con i suoi circa 800, si vede un po' di crescita.
Mi fermo qui, sperando di non avere fatto troppi errori di calcolo. E in attesa che qualcuno di competente dica la sua sui cosiddetti "flussi elettorali".