Politik | L'analisi

E adesso?

A Bolzano tutti parlano di ballottaggio, ma il vero problema è quello di formare una maggioranza nel nuovo consiglio comunale. Un nuovo sindaco di maggio?

La pessima legge elettorale che governa le comunali nei grossi centri altoatesini ha colpito ancora. A Bolzano esce dalle urne un consiglio comunale sulla cui governabilità, nei prossimi cinque anni, si possono esprimere fin d'ora grossissimi dubbi.
Le cifre parlano chiaro.

Il sindaco uscente Luigi Spagnolli, costretto al ballottaggio con lo sfidante di destra Alessandro Urzì, si vede portare in dote dalle quattro liste che lo sostenevano direttamente solo 19 seggi sui 45 in palio (7 SVP + 7 PD  + 3 Lista Spagnolli + 1 PSI + 1 Projekt Bozen). Per arrivare alla fatidica soglia dei 23 voti necessari per la maggioranza assoluta nel mancano dunque ancora quattro e non vi è chi non si renda conto che affrontare una consiliatura lunga e problematica con un solo voto di maggioranza è praticamente un suicidio. Non che al suo avversario nel ballottaggio le cose vadano meglio. Urzì potrebbe contare in teoria su 15 voti da parte dei partiti dichiaratamente di centrodestra, cifra comunque resa aleatoria dalle profonde divisioni, anche personali, che segnano questo settore politico.

Occorre dunque avviare, sin da oggi, una difficilissima operazione di recupero politico. Per Spagnolli le opzioni sono diverse. Data per scontata l'assoluta indisponibilità del Movimento 5Stelle a qualsiasi accordo, restano i cinque consiglieri dei tre partiti di sinistra (Verdi, SEL e Lista Gallo) forse improvvidamente scaricati alla vigilia delle elezioni, su evidente impulso della SVP. Verso il centro ci sono invece i due consiglieri dell'UDC e della lista Duzzi, ma, come visto sopra, il loro apporto, da solo, sarebbe inutile.

In questo momento molti osservatori si concentrano sul tema del ballottaggio, ma in realtà il problema fondamentale è quello di costruire, all'interno del nuovo consiglio comunale, una maggioranza in grado di reggere alle tempeste che già si addensano sul suo capo (il caso Benko è solo l'esempio più eclatante). La ciliegina, amara, sulla torta del sindaco uscente è costituita infine dal suo stesso partito. Anche qui una mossa fatta nell'immediata vigilia elettorale, quella di respingere le richieste della cosiddetta ala- Bizzo nella formazione della lista, si rivela, ad urne chiuse, un discreto autogol. L'opposizione interna, guidata dall'assessore uscente Mauro Randi, ha sbaragliato il campo, aggiudicandosi con distacco la gara delle preferenze. Anche questo è un elemento che verrà fatto pesare, e non poco, al momento in cui si metterà mano ad una nuova giunta. 

Tutto questo perché, costretti dalla norma statutaria che, per garantire la rappresentanza etnica impedisce di adottare in Alto Adige il sistema maggioritario, si decise a suo tempo di introdurre comunque l'elezione diretta del sindaco, ma senza dargli, come avviene comunque, una dote di maggioranza per poter governare senza problemi.

Questioni personali, questioni politiche, veti incrociati, vendette da consumare. La strada per la formazione di una giunta comunale a Bolzano parte in salita e chi scrive non sarebbe stupito se, in tempi più o meno brevi, i cittadini fossero costretti a ritornare alle urne.

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Palaia Renato Mo., 11.05.2015 - 12:04

Mi sembra che il commenti più insulsi siano "l'avevo detto" oppure "l'elettorato non ci ha capiti". Una corretta analisi del voto, così come è stato espresso, riconduce invece inevitabilmente alla forzata ricandidatura di Luigi Spagnolli, architettata nel tempo con la mancata preparazione di un candidato alternativo dello stesso PD. Dopo i suoi due mandati evidentemente il bisogno di un cambiamento era sentito dagli elettori. A ciò si aggiunge una campagna elettorale piuttosto squallida, all'insegna delle promesse e dell'appiattimento delle proposte, fatto questo che ha reso sempre meno credibili i partiti e la loro propaganda una parentesi del tutto estranea a quella che sarà poi la loro strategia concreta durante il quinquennio. L'astensionismo sempre maggiore segna infatti un distacco crescente degli elettori dai partiti, perchè la storia degli anni passati ha insegnato la loro sostanziale chiusura rispetto alle attese reali dei cittadini oppure la loro totale incoerenza rispetto alle promesse elettorali.

Mo., 11.05.2015 - 12:04 Permalink
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Palaia Renato Mo., 11.05.2015 - 13:54

Non credo che Spagnolli non riesca ad assemblare un puzzle di alleanze, che gli consenta di riprendere il suo ruolo di sindaco, seppure precario. Dovrà "semplicemente" accordarsi con quanti ha rigettato come alleati in campagna elettorale, concedendo loro quanto non avrebbe dovuto attraverso un'intesa preventiva. Questioni di principio nelle logiche politiche attuali in genere non si pongono. Anche la SVP presumibilmente cercherà di favorire una ricomposizione delle vecchie alleanze ed al limite di aggregarne altre. Il pragmatismo politico, tanto di moda di questi tempi, lo richiederà.

Mo., 11.05.2015 - 13:54 Permalink