Marco Cavallo in viaggio per chiudere i manicomi criminali
La cosiddetta “Legge Basaglia” - ovvero la numero 180 del 13 maggio 1978 – è comunemente nota come il provvedimento che sancì la chiusura dei manicomi. Lo psichiatra Franco Basaglia, ispiratore della legge scritta poi materialmente da Bruno Orsini (Dc), intendeva con essa riformare l'organizzazione dell'assistenza psichiatrica ospedaliera e territoriale, cercando soluzioni al di fuori della logica segregazionale fino allora dominante. Tuttavia, non tutti gli istituti manicomiali sono stati chiusi. Rimangono infatti attive sei strutture (Barcellona P.G., Aversa, Napoli, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere), definite tecnicamente Opg (Ospedali pschiatrici giudiziari) o più popolarmente “manicomi criminali”, nelle quali a tutt'oggi sono internate 800 persone.
Per questo motivo (a partire da domani) si è rimesso in moto “Marco Cavallo”, un modello equino di colore azzurro, creato a Trieste dal drammaturgo Giuliano Scabia, che fu in un certo senso il simbolo della riforma basagliana (partita proprio dall'Ospedale psichiatrico della città giuliana). Un gruppo di persone – tra le quali anche l'editore altoatesino Aldo Mazza (Alpha Beta ha dedicato alla questione della salute mentale un'apposita collana), organizzatore dell'iniziativa insieme a stopOPG – porterà il cavallo in giro per l'Italia, facendo tappa, oltre che nei sei centri Opg ancora attivi, a Torino, Genova, Livorno, Palermo e Roma, dove sarà “ricevuto” in Parlamento.
Lo scopo: chiudere definitivamente gli Ospedali psichiatrici giudiziari, evitare la loro sostituzione con i cosiddetti "miniOpg" (manicomi regionali) e favorire invece l'apertura di Centri di salute mentale nei quali venga assicurata la massima dignità a chi ne dovrebbe usufruire.