Politik | L'intervista

Matteo Bonvicini, yes he can?

Sempre più probabile la candidatura del giovane farmacista Matteo Bonvicini a sindaco di Bolzano proposta dal centrodestra. Urzì: “profilo ideale per un cambio di rotta”.

Urzì, come candidato della possibile coalizione formata da una parte del centrodestra [Forza Italia, Alto Adige nel cuore, Nuovo centrodestra, gli eventuali player per ora, ndr] avete optato per Matteo Bonvicini, imprenditore, figlio di Paolo Bonvicini, titolare della omonima clinica, perché proprio lui?
È un nome proposto da alcune personalità di Forza Italia, io l’ho conosciuto solo in un secondo momento a dire la verità ma, come già accaduto in precedenza, non pongo pregiudiziali sulle origini delle candidature. È un giovane per bene, ha una sua professione ed è una persona libera nel senso che non appartiene ad alcun partito politico. Ha una sua visione della società che è aperta e ha la capacità di intrecciare buone relazioni con diversi ambienti del nostro territorio, sarebbe quindi un buon profilo da opporre alla politica ingessata di Spagnolli. A Bolzano serve un cambio di rotta dopo dieci anni di immobilismo dell’amministrazione cittadina attuale, quello che vorremmo proporre con una grande aggregazione civica, una lista unitaria con un candidato unico.

Lega (auto)esclusa.
La Lega ha deciso di presentarsi da sola alle elezioni di Bolzano, personalmente credo che in questo momento non sia la scelta più giusta da fare nella prospettiva di una alleanza che potrebbe rappresentare una concreta alternativa alla sinistra.

Puntare su un candidato estraneo allo spartito politico per avere qualche chance di vittoria non è forse in qualche modo una sconfitta della politica stessa?
È giusto che la politica abbia un suo ruolo, è chi si impegna in politica, chi ci mette la faccia che poi cambia le cose, non chi protesta solamente, magari sui social network. Anch’io sono un civile, un giornalista, convinto che un giorno tornerà a fare quel mestiere, ma è legittimo che si dica che ora faccio il politico e non la ritengo un’offesa, anzi. Per entrare con lo slancio giusto in politica una base civica forte è importante. Quelli che decidono di impegnarsi in questo senso sono persone che vogliono dare qualcosa in più mettendosi in gioco per la società e questo è quello che serve alla politica perché non perda il contatto con la realtà.

Considera un valore aggiunto il fatto che un candidato non abbia un passato politico, quindi.
Sì, sempre ricordandoci però che senza i partiti non si va da nessuna parte. La regola non vale per tutti i partiti però, l’establishment che oggi esce dal governo della città, ad esempio, che è cresciuto e si è confuso con le logiche dell’interesse, della spartizione di poltrone e con le piccole quote di potere, ecco, questo mondo ha perso quel contatto con la realtà di cui parlavo e sono queste le cose che noi vorremmo cambiare.

A proposito dell’attuale amministrazione, queste “lotte intestine” all’interno del Pd potrebbero verosimilmente farvi gioco.
Non voglio speculare sulle "disgrazie altrui" ma questa non è una sinistra che si fonda su un progetto e un’idea, non litiga sui programmi ma su chi debba avere più o meno potere. È un agglomerato di posizioni di interesse in lotta costante, è chiaro però che questo sistema si regge fintanto che c’è qualcosa da spartire. In linea teorica se il Pd perdesse le elezioni a Bolzano, il giorno dopo non esisterebbe più. Oggi il partito democratico è una somma di tribù che pratica il cannibalismo per sopravvivere a se stessa.

E l’accordo con Dado Duzzi, anche lui candidatosi a sindaco, è una possibilità concreta? Enrico Lillo non ha scartato l’ipotesi ma il diretto interessato afferma di non poter essere il candidato della destra.
Siamo in democrazia e chiunque voglia impegnarsi in politica è libero di farlo. Faccio i miei migliori auguri a Duzzi ma lui non è il mio candidato sindaco.

Ma l’idea non è quella di un fronte comune con Forza Italia?
Non abbiamo ancora parlato di questa eventualità come coalizione, in ogni caso la storia politica di Duzzi è diversa dalla mia, come infatti egli stesso ha rivendicato, e non può essere l’espressione della mia visione politica.

Se Bonvicini dovesse dirvi di no voi di Alto Adige nel cuore avete pronto un altro nome da proporre?
Sì, ma lo faremo il giorno, anzi l’ora successiva all’eventuale rifiuto di Bonvicini.