Kultur | Dal vivo

La colpa è della provincia?

Recepisce la liberalizzazione dei piccoli eventi musicali, ma dall’altra invece ‘costringerebbe’ il comune di Bolzano ad applicare normative troppo rigide sul rumore.

La polemica è planata nei giorni scorsi su Salto grazie al blogger Il Caimano
Sotto accusa il comune di Bolzano, reo di essersi opposto ad una recente deregolamentazione dello spettacolo dal vivo
A metà settembre si era diffusa la voce che anche in provincia di Bolzano sarebbe stata possibile l’autocertificazione della licenza per eventi sotto le 200 persone che si concludano entro la mezzanotte. Una sorta di via libera, finalmente, per la maggior parte delle strutture del capoluogo, tra cui i centri giovanili Vintola, Bunker e Papperla, ed i locali Sudwerk e Carambolage
L’illusione dunque per musicisti ed organizzatori di eventi è però durata molto poco: il comune capoluogo infatti deciso di porre alcuni paletti che, in sostanza, equivalgono ad un No

Ecco il paragrafo ‘incriminato’. 

“Se durante tali eventi sarà prodotta musica con DJ, karaoke o dal vivo, la SCIA dovrà essere corredata da apposita autorizzazione da richiedersi preventivamente all'Ufficio Tutela dell'Ambiente e del Territorio del Comune di Bolzano, utilizzando l'apposito formulario reperibile sul sito internet del Comune, da consegnarsi almeno 15 giorni prima della manifestazione.  La manifestazione sarà dunque  autorizzata solamente a seguito della presentazione della SCIA e del rilascio dell'autorizzazione dell'Ufficio Tutela dell'Ambiente e del Territorio.”

Numerosi musicisti locali nei social network hanno deciso in queste ore di riadottare il logo della campagna Freie Musika, esplosa lo scorso anno per promuovere una liberalizzazione degli eventi musicali dalle pastoie della burocrazia e dai vincoli strettissimi del concetto di ‘quiete pubblica’ così come viene applicato a Bolzano.

E il comune cosa fa? Vuole inimicarsi tutta la scena musicale bolzanina?

Ieri con una interpellanza urgente al consiglio comunale il consigliere Guido Margheri è intervenuto chiedendo con forza che non vengano nuovamente penalizzati i ‘piccoli’ eventi musicali che si concludono entro le ore 24. Margheri nella sua presa di posizione ha fatto riferimento al Decreto Legge ‘Valore Cultura’ che, parole di Margheri, “aveva finalmente introdotto anche nel nostro Paese una semplificazione amministrativa sostanziale”. Margheri ricorda che la norma era stata recepita dalla provincia giusto qualche settimana fa, il 26 settembre, ed era stata accolta “con molto favore da tutte le associazioni e gli operatori culturali di Bolzano, in particolare, in ambito giovanile”.
Di qui la forte denuncia di Margheri.

“In sostanza il Comune di Bolzano reintroduce per tutti gli eventi musicali, in modo generalizzato e senza alcuna concertazione con le associazioni e le commisisoni competenti, ciò che la legge aveva, invece, semplificato dimostrando ancora una volta un burocratico eccesso di zelo ai danni della musica, in particolare dal vivo egiovanile, contraddicendo non solo le politiche giovanili e culturali previste dai Piani programmitici del Comune, ma anche gli impegni assunti nell'ambito del tavolo di confronto esistente con l'associazionismo.”

Margheri ha chiesto senza mezzi termini l’annullamento del provvedimento del comune, invitando a “concertare con le associazioni una soluzione per eventuali situazioni critiche particolari, ma salvaguardando il vero significato della norma, e cioè di favorire un più libero sviluppo della musica, in particolare quella dal vivo e giovanile"

Della questione è stato interessato anche il sindaco Luigi Spagnolli, per il quale la norma nazionale sarebbe inapplicabile a Bolzano per via dei vigenti limiti di rumore. Dunque il ‘permesso’ sarebbe stato reintrodotto per cercare di governare la situazione e mantenerla sotto controllo. 
Secondo il classico schema dello scarica barile giungono dal comune anche voci che dicono che, all’origine del problema, vi sarebbe una diretta responsabilità della Provincia che avrebbe emanato una normativa ambientale su rumore rigida

That’s it. A musicisti ed organizzatori non resta che sperare che la situazione in qualche modo si sblocchi. 
Anche se i fatti degli mesi ed anni di certo non costituiscono la migliore premessa.