Rimedi e strategie
È una misura che ha il sapore di un’aspra rampogna (specie a seguito della querelle di cui è stato protagonista nei giorni scorsi il sindaco di Laives Christian Bianchi) quella che vorrebbero mettere ora in atto il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi e l’assessore Sandro Repetto per contrastare manifestazioni di scarso spirito di accoglienza nei confronti dei migranti presenti sul territorio altoatesino. L’idea, che verrà proposta oggi (18 agosto) in giunta e successivamente al Consorzio dei comuni, è quella di sanzionare i Comuni che si rifiutano di mettere a disposizione strutture per ospitare i richiedenti asilo. “Non è giusto che Bolzano si faccia carico dell’emergenza quasi da solo”, afferma con franchezza Caramaschi.
Anche in Trentino, nel frattempo, continua la ricerca delle strutture da poter utilizzare per le esigenze connesse all'accoglienza dei migranti inviati dallo Stato. L’obiettivo è quello di individuare circa 80/100 alloggi da 4/5 persone per privilegiare un'equa distribuzione in piccoli gruppi sul territorio provinciale per favorire percorsi di convivenza e inserimento nella comunità. Sul piano nazionale, invece, il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento Immigrazione, in un’intervista al Corriere della Sera parla della necessità di un “passo in avanti” rispetto ai progetti di volontariato già attivati da alcuni sindaci per impiegare i richiedenti asilo, la proposta è quella di metterli nelle condizioni di lavorare. Si tratta di un impiego pagato? “Non penso a una paga con tariffe nazionali - spiega Morcone -. Ma a una retribuzione che potrebbe essere ridotta: la decurtazione servirebbe per recuperare i costi dell’accoglienza”.
Il quotidiano di via Solferino riporta anche alcuni esempi di Paesi europei alle prese con le sfide dell’accoglienza. In Germania c’è un programma chiamato “anno di integrazione”, attivato lo scorso marzo dalla Porsche; si tratta in pratica di un corso di formazione per diventare operai specializzati che già altre imprese tedesche stanno prendendo in considerazione. Alla prima fase hanno già partecipato tredici rifugiati e undici di loro proseguiranno con la seconda. In Gran Bretagna vengono offerti corsi gratuiti di lingua inglese, gli adulti hanno diritto a due lezioni a settimana e i minori ogni giorno. Inoltre un corso di 6 settimane insegna a “formulare un curriculum, riempire moduli, valorizzare le proprie conoscenze e abilità, sostenere un colloquio”. In Svezia al profugo che deve compilare la sua richiesta di asilo viene affiancato un interprete e un funzionario. Mentre aspetta la risposta sull’asilo (che in genere arriva entro 6 mesi), il migrante può contare su un alloggio in condivisione, un conto in banca e una carta di credito per coprire perlopiù le spese alimentari e l’abbigliamento; su corsi di lingua, cultura generale e conoscenza delle norme svedesi sul lavoro, su visite mediche e dentistiche di base gratuite. Per quel che riguarda il capitolo lavoro l’Ufficio pubblico dell’occupazione mette insieme le richieste dei datori di lavoro con le competenze degli immigrati (in alcune regioni si riesce a collocare il 50% degli immigrati in meno di un anno).
Ancora a proposito di fenomeno migratorio, sulla pagina Facebook della polizia di Stato “Agente Lisa”, creata con l’intento di informare i cittadini mantenendo “un approccio ‘friendly’ e più vicino all'utente”, è apparso nei giorni scorsi un post che riguarda da vicino il capoluogo.
Una testimonianza che si contrappone all’ultima uscita del leader leghista Matteo Salvini che qualche giorno fa indossando una maglietta della Ps con le mostrine aveva dichiarato: “Quando saremo al governo daremo mano libera ai carabinieri e alla polizia per ripulire le città. Sarà fatta una sorta di 'pulizia etnica' controllata e finanziata come stanno facendo ora con gli italiani costretti a subire l'oppressione dei clandestini” grazie a certi “smidollati che continuano a spalancare le porte agli stranieri”. Un’affermazione fortemente criticata dal sindacato di polizia Siap, prima, e dallo scrittore Roberto Saviano, poi.