Politik | Bressanone

Continuavano a chiamarlo "Referendum"

Il breve resoconto di una seduta consiliare da teatro dell'assurdo.
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Giovedì diciassette luglio, il Consiglio comunale brissinese era chiamato a pronunciarsi sull’indizione del referendum sulla funivia per la Plose.

In gioco c’era la possibilità di scegliere tra due differenti quesiti: l’uno di iniziativa consiliare (in sostanza: “Volete una funivia che parta dalla stazione? Un miglioramento del servizio bus? Niente?”), l’altro di iniziativa popolare (in sostanza: “Siete favorevoli ad una funivia con partenza a destra dell'Isarco?”).

Il quesito di iniziativa consiliare avrebbe consentito ai brissinesi una possibilità di scelta collocata, nella scala democratica, un gradino sotto al sempre caro “o la borsa o la vita” (non avrebbe infatti consentito di scegliere un sito di partenza diverso dalla stazione - soluzione fortemente voluta da molti cittadini - ed avrebbe spaccato il fronte dei contrari alla funivia con partenza dalla stazione stessa, spianando dunque la strada alla vittoria di quest’ultima opzione). 

Il quesito di iniziativa popolare avrebbe invece dato voce a tutte le possibili volontà degli abitanti di Bressanone.

L’aula ha approvato il quesito di iniziativa consiliare, mostrando una sensibilità nei confronti della popolazione paragonabile giusto a quella palesata da Maria Antonietta con la sua celebre esortazione a mangiar brioches.

È un peccato non poter riportare gli interventi susseguitisi nel corso della seduta, ma non è escluso che gli amanti del teatro dell’assurdo decidano di metterli in scena.

Ad imperitura memoria, però, è bene riportare (inopportunamente virgolettate) le principali perle secrete dagli esponenti dei tre partiti (SVP-PD-Freiheitlichen) che hanno deciso l’esito finale.

(SVP - Sindaco) 

"Il quesito di iniziativa popolare creerebbe molta confusione: in caso di vittoria del SÌ (e dunque in caso la cittadinanza si mostrasse favorevole ad una funivia con partenza dalla destra dell’Isarco), la funivia  potrebbe essere costruita in maniera tale da sorvolare anche Piazza del Duomo o il centro storico”

Considerazione tecnicamente ineccepibile, a patto di voler dichiarare clinicamente morto il buon senso, chiaro. In questo caso mi permetto di suggerire una riflessione altrettanto valida, che potrà sicuramente tornare utile in campagna elettorale:

"in caso di vittoria dei “NO” nel referendum di iniziativa popolare, rimarrebbe aperta la possibilità di costruire la partenza della funivia sul lato sinistro dell’Isarco: mappamondo alla mano, se si va moooolto orograficamente a sinistra dell’Isarco (passando per Austria, Ungheria, Romania, Moldova, Ucraina, Russia, … , Francia, Svizzera, regioni padane varie ed eventuali) si giunge comunque alla stazione ferroviaria, ergo il referendum di iniziativa popolare implica un sorvolo più traumatico e, in tutti casi, consente la partenza dalla stazione".

(Freiheitlichen)

“Noi siamo contro la funivia, dunque votiamo a favore dell’unico quesito che può spaccare il fronte dei contrari alla funivia, consentendone così la realizzazione!”

Purtroppo gli infermieri sono arrivati a votazione già avvenuta…

(PD)

“Ci sono sempre argomenti pro o contro qualcosa. Il PD vede in questo quesito un’opportunità (…). Dobbiamo dare ai cittadini la possibilità di decidere (…). I partiti hanno dato prova di saper mediare.”

...E dunque votiamo a favore di questo referendum comefossantàni!

 

Non è ancora detto che il 21 settembre si voti: si parla di un potenziale ricorso contro le numerose possibili violazioni del regolamento contenute nel quesito consiliare e, comunque, si sta facendo davvero poco per far credere ai brissinesi di contare ancora qualcosa.

Ad assistere al Consiglio comunale era presente un gruppo di una ventina di persone. La loro faccia, che tanto ricordava quella messa su dai tifosi juventini alla notizia dell’ingaggio di Allegri, fa capire che il solco tra i cittadini e la politica, a Bressanone, ha assunto dimensioni da Gran Canyon.