Aeroporto: "Laives vuole una trattativa"
Referendum über alles: in questo periodo non si parla d’altro.
Fresca fresca è la bocciatura di misura dell’indipendenza scozzese, mentre ancora si discute sui pesticidi di Malles ed incombe la scelta dei cittadini di Bressanone sul confuso progetto della nuova funivia della Plose.
Mercoledì 17 settembre di referendum si è tornati a parlare anche per quanto riguarda l’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano. Nell’annunciare l’intenzione di rilanciare lo scalo attraverso un nuovo progetto, che però consenta anche di ridurre le spese a carico della mano pubblica, il presidente della giunta provinciale ha anche messo le mani avanti. Dicendosi favorevole alla possibilità che siano i cittadini, attraverso un referendum confermativo, a mettere la firma definitiva sul futuro dello scalo.
“Non sarò io a proporlo” ha precisato Arno Kompatscher, ma l’apertura nei confronti di una consultazione referendaria in qualche modo lascia intendere un cambio di rotta. O per lo meno il tentativo di lanciare un messaggio all’opinione pubblica dopo le polemiche legate al referendum sui pesticidi di Malles, sconsigliato prima e biasimato poi da parte dell’amministrazione provinciale.
Ma sulla questione di un eventuale referendum sull’aeroporto cosa ne pensa la città di Laives?
La comunità alle porte di Bolzano finora si è opposta con decisione all’ampliamento dello scalo, arrivando a vincere una serie di ricorsi relativi alle decisioni unilaterali prese in merito dalla provincia. La città della Bassa Atesina è guidata da Liliana Di Fede, che tra l’altro alla carica di sindaca affianca anche quella di segretaria del PD, strategico partner di giunta della Svp al governo della provincia.
Liliana Di Fede, la sindaca di Laives come vede l’apertura di Kompatscher ad un eventuale referendum confermativo sul’aeroporto?
Liliana Di Fede - Il referendum senz’altro può essere un buon modo per verificare la disponibilità dei cittadini. Si tratterebbe comunque, penso, di un referendum a livello provinciale. Non può infatti essere il comune di Laives a prendere una decisione relativa ad un struttura che serve tutto il territorio altoatesino. Ci tengo però a sottolineare ancora una colta che nelle decisioni in merito il comune deve sempre essere coinvolto, tenendo conto delle sue esigenze e del sacrificio che per i cittadini di Laives comporterebbe l’ampliamento dell’aeroporto. Il mio comune non deve solo essere rispettato ma anche valorizzato.
In questi giorni i referendum spuntano come funghi. E recentemente in quello svoltosi a Malles contro i pesticidi si è creata una contrapposizione tra il sindaco del centro venostano e la provincia. Qual è il suo pensiero in merito?
Quella dei cittadini di Malles è una scelta che va rispettata. Oltre il 70% della popolazione si è espressa e oltre il 70% dei votanti si è espressa a favore di una forma di agricoltura più rispettosa dell’ambiente. D’altro canto anche il commissariato del governo ha fatto il suo lavoro, segnalando i possibili profili di illegittimità. Il valore politico del referendum non perde comunque il suo peso. A personalmente i referendum non piacciono molto, perché portano a scelte di campo dove scompaiano le ‘gradazioni’. Nella complessità della vita polarizzare non va sempre bene. Ma il risultato di Malles va comunque rispettato. La strada giusta ora è quella del confronto.
E quale strada deve essere avviata per la questione dell'ampliamento dell’aeroporto?
Ci vuole una trattativa. L’ampliamento dell’aeroporto è stato realizzato dopo una sorta di percorso di ascolto che ha coinvolto tutte le parti in causa ed al quale ha partecipato anche il sindaco di allora Giovanni Polonioli. Ora ci vuole un nuovo percorso nel quale il comune di Laives venga coinvolto con un ruolo da protagonista.